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La feroce promessa dopo gli insulti razzisti: “Farò il possibile per darti la punizione che meriti”

Rico Henry in Everton-Brentford ha denunciato via social atti di razzismo in tribuna: “Mia madre era sconvolta”. Anche il compagno di squadra, Toney, attacca: aperta un’inchiesta.
A cura di Alessio Pediglieri
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Pomeriggio di follia a Goodison Park, durante il penultimo atto di Premier League che si è consumato nel weekend tra Everton e Brentford, gara spettacolare e ricca di colpi di scena, tra espulsioni, autogol e una girandola di emozioni che hanno visto alla fine gli ospiti imporsi 3-2, costringendo l'Everton a rimandare la festa per l'eventuale salvezza all'ultima giornata. Merito soprattutto di Rico Henry autore della rete del successo. Purtroppo, allo spettacolo in campo non è seguito quello sulle tribune dove, durante la gara, alcuni tifosi di casa si sono contraddistinti per insulti razzisti nei confronti dello stesso Henry, del suo compagno di squadra Ivan Toney e di alcuni loro familiari presenti sugli spalti.

Proprio Henry, che aveva realizzato il gol della vittoria nell'emozionante vittoria per 3-2 di domenica, si era rivolto amaramente ai social media dopo la partita per chiedere che quanto accaduto in tribuna fosse oggetto di una indagine: "Di solito non parlo mai di cose che non danneggiano fisicamente me o la mia famiglia" aveva scritto su Twitter dopo il match "ma ho visto mia madre sconvolta dopo essere stata insultata razzialmente da alcuni fan dell'Everton e mi ha fatto venire fuoco allo stomaco! Farò qualsiasi cosa per loro e qualunque cosa serva per punire questa piccola minoranza! Questo non è accettabile e deve essere indagato immediatamente". Un piccolo gruppetto che però ha macchiato inesorabilmente club e la tifoseria in generale per un episodio che, purtroppo, non è rimasto isolato.

Anche l'attaccante del Brentford, Ivan Toney aveva denunciato cori e insulti discriminatori provenienti dal settore dei tifosi di casa. In un primo tweet aveva voluto festeggiare il successo esterno, lodando invece i propri supporter per i fuochi d'artificio scoppiati fuori dall'hotel della squadra: "Bellissimo spettacolo dei ragazzi ma non buono come i fuochi d'artificio a tarda notte. Normalmente vengo svegliato da mio figlio, ma i fuochi d'artificio erano una novità. Ottimi 3 punti!! Alla prossima settimana". Poi, il dito indice sul comportamento vergognoso di alcuni tifosi dei Toffees durante la partita, fino alla dura promessa: "Per chi ha abusato razzialmente della mia famiglia, farò tutto il possibile perchè abbia la punizione che merita!"

Denunce che hanno allertato in primo luogo lo stesso Everton che davanti alla situazione non è rimasto a guardare prendendo immediata posizione a favore dei due giocatori tanto da mettersi subito a disposizione per indagare sull'accaduto: "Non c'è posto nel calcio – o nella società – per il razzismo. Stiamo assistendo la polizia del Merseyside per garantire che l'individuo venga identificato e trattato in modo appropriato". Le telecamere, le immagini e le testimonianze saranno fondamentali per ricostruire ciò che è accaduto domenica pomeriggio a Goodison Park. La polizia del Merseyside ha dichiarato di aver aperto immediatamente un profilo di indagine a seguito "delle denunce secondo cui le famiglie di due giocatori del Brentford hanno subito abusi razziali a Liverpool domenica".

L'ispettore investigativo Catherine Cox ha garantito massima solerzia e tolleranza zero: "Non importa quale squadra di calcio tifi, non c'è assolutamente posto per l'odio da nessuna parte nel Merseyside in nessuna circostanza. La polizia del Merseyside sta già indagando e perseguendo con successo i cosiddetti tifosi per insulti razziali all'interno dello stadio, e ai trasgressori sono stati consegnati ordini di divieto di calcio insieme a precedenti penali per il loro comportamento. Sosterremo le vittime in questo frangente e collaboreremo con l'Everton Football Club per trovare i responsabili e assicurarli alla giustizia. Vorrei cogliere questa opportunità per incoraggiare tutti i tifosi con informazioni sugli abusi razziali a parlare con gli ufficiali o gli steward a terra – ha concluso Cox – o chiamare il 101 in modo da poter identificare e localizzare i trasgressori e assicurarci che affrontino le conseguenze delle loro azioni"

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