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Juventus-Milan rinviata, Zhang mette da parte il “pagliaccio”: “La salute prima di tutto”

“La salute prima di tutto”. E questo il commento del presidente dell’Inter, Steven Zhang, scritto in calce a un post che annunciava il rinvio di Juventus-Milan. A quasi 24 ore di distanza dallo sfogo pubblicato in una story su Instagram contro il numero della Lega di A, Dal Pino, è tornato a esternare il proprio pensiero. Ma questa volta con toni più sobri.
A cura di Maurizio De Santis
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La risposta questa volta è arrivata sotto un post della Gazzetta dello Sport. Steven Zhang, presidente dell'Inter, s'è limitato a un più sobrio "la salute prima di tutto" scritto in calce all'annuncio del rinvio della semifinale di ritorno tra Juventus e Milan. E così dopo l'attacco frontale ("pagliaccio, vergognati") al numero uno della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, il massimo dirigente nerazzurro s'è fatto di nuovo vivo sui social network ma con un messaggio di ben altro tenore… con tanto di mani giunte a mo' di condivisione per un provvedimento importante.

Cosa era successo nelle ultime ore? Di tutto. A quasi 24 ore di distanza dallo sfogo pubblicato in una story su Instagram Zhang è tornato a esternare il proprio pensiero. Questa volta, però, non incorrerà nelle critiche né rischierà di finire sotto indagine da parte della Federazione. I tifosi nerazzurri gli hanno manifestato massimo sostegno, esponendo anche striscioni nei pressi della sede del club. Il "fronte calcistico" invece s'è spaccato tra chi ha obiettato che una sortita così sopra le righe e aggressiva non è ammissibile e chi ha "compreso" la reazione a una palese ingiustizia.

Le sanzioni in arrivo. Per quelle parole Zhang e l'Inter rischiano una sanzione molto severa, che va da un'ammenda (da un minimo di 2 mila 500 euro a un massimo di 50 mila) fino all'inibizione del presidente stesso per un periodo massimo di cinque anni.

Le ragioni dello sfogo. Nella giornata convulsa di ieri l'Inter ha fatto sapere che quella presa di posizione da parte di Zhang era motivata dalla preoccupazione scaturita dall'atteggiamento contraddittorio e ondivago da parte della Lega in merito alla possibilità di giocare a porte aperte oppure chiuse le partite di calcio. Decisioni che, come si è appreso, "sembravano suggerite da altre logiche rispetto alla salvaguardia della salute".

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