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José Mourinho esonerato dal Fenerbahçe dopo l’ultimo risultato fallimentare: cosa è successo

La decisione del club turco è stata presa dopo la mancata qualificazione alla Champions League a causa dell’eliminazione subita nei playoff. Ma il licenziamento del tecnico portoghese è il naturale epilogo di un rapporto divenuto “tossico” nel corso dell’ultimo anno a causa del clima conflittuale tra Mourinho, la federrazione, gli arbitri e i media.
A cura di Maurizio De Santis
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José Mourinho è stato esonerato dal Fenerbahçe. La decisione è stata presa dopo la mancata qualificazione alla Champions League a causa dell'eliminazione subita nei playoff giocati contro il Benfica. Dopo lo 0-0 della gara d'andata giocata in Turchia, al tecnico portoghese è stato fatale il ritorno in patria: la sconfitta (1-0) lo ha di fatto retrocesso in Europa League. È stato il colpo di grazia alla sua esperienza già messa pesantemente in discussione per risultati deludenti e una dialettica conflittuale che non ha fatto certo il bene della squadra né ha permesso di raggiungere gli obiettivi fissati. Una situazione rispetto alla quale lui stesso aveva preso posizione pubblicamente proprio alla vigilia dell'incontro decisivo coi lusitani.

Le strade del Fenerbahçe e di José Mourinho, che ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico della nostra squadra di calcio professionistico a partire dalla stagione 2024-2025, si sono separate – si legge nella nota ufficiale della società -. Lo ringraziamo per i suoi sforzi fino ad oggi e gli auguriamo successo nella sua futura carriera.

La mancata qualificazione in Champions gli ha dato la spallata

Mourinho era stato ingaggiato dal club di Istanbul nel giugno 2024 con un contratto biennale. Era stato accolto con grande entusiasmo e aspettative elevate, a cominciare dalla rivalità con il Galatasaray. Il suo arrivo, almeno secondo le intenzioni della dirigenza, doveva rappresentare il primo tassello per allestire una squadra finalmente forte così da riportarla ai vertici del calcio turco e europeo, dopo anni di delusioni in Süper Lig e in Champions League.

In questa ottica erano stati innestati in rosa calciatori di una certa esperienza a livello internazionale quali Fred, Dzeko e Tadic, ma qualcosa non ha funzionato a prescindere: il suo mandato è stato spesso contrassegnato da polemiche molto forti per le critiche altrettanto clamorose da parte di Mourinho agli arbitri e alla lega. Obiezioni, proteste, allusioni che hanno solo resto più difficile un contesto sportivo già in subbuglio per le tensioni tra sodalizi e la federazione.

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Risultati deludenti e polemiche continue: il fallimento di Mourinho "solo contro tutti"

Mourinho vittima di se stesso. In buona sostanza è questo che gli è successo in Turchia e lui stesso non è potuto sfuggire all'unica legge inappellabile, quella del campo. Basta dare un'occhiata alla sequenza di risultati raccolti dal Fenerbahçe per avere idea di cosa covasse sotto la cenere: a fine maggio la squadra s'è piazzata solo al 3° posto in campionato e, cosa peggiore, dalle coppe nazionali è uscito sempre abbastanza in fretta. Fattori ai quali sono aggiunti, oltre al clima tossico, anche la pressione dei media che, poco alla volta, ha trasformato l'euforia in una serie di eccezioni molto severe nei confronti dell'allenatore, spesso finito sotto accusa per gli errori tattici e per le scelte di formazione. In sintesi, sono tre i motivi che hanno contribuito al licenziamento del tecnico portoghese e ne hanno posto le basi nel corso dell'ultimo anno:

Il rapporto conflittuale con la federazione e i media. Lo scontro coi vertici del calcio turco è stato totale sia per gli attacchi a spada tratta al settore arbitrale sia per le stilettate riservate di continuo alla lega di calcio nazionale definita caotica e, per certi aspetti, anche poco limpida. Parole durissime per le quali Mourinho benne anche squalificato per 4 giornate e multato di ben 25 mila euro per dichiarazioni lesive. Quanto al rapporto con il mondo dell'informazione, c'è una frase che sintetizza quanto fosse ai ferri corti: "qui sembra che molti siano felici quando solo quando perdiamo". E ancora: "Ho giocato più finali europee negli ultimi 7 anni di quante ne abbia viste il calcio turco nella sua storia". Linguaggio che ha solo inasprito il contesto.

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Il trend di rendimento in campionato e nelle coppe è stata la macchia incontestabile sul lavoro svolto da Mourinho al Fenerbahçe. Il punto più basso lo ha toccato a maggio scorso con la sconfitta per 4-2 in Super Lig contro una formazione già retrocessa (l'Hatayspor). Dopo un campionato poco soddisfacente e un'esperienza in Europa League tutt'altro che esaltante, in molti si attendevano da parte della presidenza un gesto forte.

Si è scelto di continuare, al netto del malpancismo dell'allenatore per una campagna acquisti a suo dire non all'altezza delle aspettative e della volontà di primeggiare. Il ko col Benfica ha calato il sipario. È stato il naturale epilogo di una situazione insostenibile soprattutto per il clima da "Mourinho contro tutti" che nell'ultimo periodo era stato scandito anche dalla frustrazione espressa da José nei confronti della propria dirigenza per la mancanza dei giusti rinforzi richiesti.

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