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Jeda: “Allegri ci diceva: scegli la posizione, fai tu. Era un’altra la cosa che lo faceva arrabbiare”

Jeda ha spiegato perché il Milan di Allegri sarà la “sorpresa”: “Lo conosco bene Max, già ai tempi di Cagliari era un tecnico scaltro, furbo, intelligente”. Tra un Napoli, “che resta favorito perché Conte vede oltre” e l’Inter di Chivu “che sta scrollandosi di dosso i problemi mentali dopo quanto accaduto a fine stagione scorsa”. Bocciata la Juve di Tudor: “Semplicemente non convince”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il "Figlio del Grande Fiume" non ha ancora abbandonato il mondo del calcio e difficilmente lo farà mai. A 46 anni suonati Jeda si diverte a correre dietro ad un pallone e a parlare dello sport che gli ha permesso di vivere una carriera invidiabile trai campi di Serie A e principalmente a Cagliari dove ha vissuto le sue stagioni migliori. Sotto la guida tecnica di Max Allegri, lo stesso che quasi vent'anni dopo ritrova in vetta alla classifica di Serie A, di rientro nel Milan: "Era già furbo, intelligente e scaltro. E c'era una cosa in particolare che lo faceva già arrabbiare"

L'occasione giusta per raccontare a Fanpage.it di uno dei tecnici più vincenti che Jeda ha avuto l'occasione di conoscere agli esordi e di come sta andando questo primo spicchio di stagione. Senza dimenticare la favorita, "il Napoli" in cui tiene banco anche il "battibecco" con De Bruyne, l'Inter di Chivu che "si sta scrollando di dosso un problema mentale" e la Juventus di Tudor che "semplicemente non convince".

Ti ha stupito il ritorno di Allegri al Milan?
Non era scontato il suo ritorno al Milan, però non appena è girato il suo nome ho avuto un pensiero preciso: "Sai che c'è? Finirà proprio al Milan". Perché il primo step dovuto era quello di trovare un allenatore con un certo carisma, con un certo pedigree. C'erano alternative dall'estero però gli stranieri abbiamo visto che al Milan non hanno fatto bene. E' stata una mossa vincente e conoscendolo bene ha accettato la sfida.

Sorpreso di vedere Allegri aver subito riportato al vertice un Milan che fino a due mesi fa era in crisi totale di idee e progetti?
No, anche se ha ereditato una situazione complicata: dopo Pioli la società ha iniziato nuove scelte e non ne è andata in porto manco una. Sbagliando tutto. Ma non su Allegri perché è un allenatore intelligente, un allenatore furbo, scaltro che sa dove mette i piedi.

Tu lo conosci benissimo, sin dai tempi di Cagliari dove si è fatto conoscere al mondo. Com'era il "primo" Allegri?
Che vuoi che ti dica… sembra facile dirlo ora, ma già allora era un grande. Sapeva gestire il gruppo alla perfezione e quel Cagliari aveva anche giocatori importanti. Ha dimostrato subito ciò che poi ha confermato il tempo: ha sempre saputo adeguarsi alle situazioni, creando un feeling con chi allenava. Non ha mai escluso nessuno a priori anche se sapeva sin da subito cosa voleva ottenere.

E' vero che ha sempre prediletto l'aspetto tecnico a quello tattico?
Lui si è sempre arrabbiato più per un errore sui fondamentali che per una posizione sbagliata in campo. Con me, con Cossu, con lo stesso Daniele Conti non ci diceva cosa dovevamo fare ma lo pretendeva poi in campo. Soprattutto da chi tecnicamente aveva qualità chiare.

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Un aneddoto?
Mi ricordo che più di una volta prendeva me e altri e domandava: "Ma perché hai sbagliato quell'appoggio? Come hai fatto a fare quel tiro?". Per lui erano elementi base, perché per primo sapeva di cosa parlava. Quando facevamo le partitelle e capitava che lui giocasse con noi, tecnicamente si vedeva che era stato un calciatore fortissimo, aveva dei fondamentali eccezionali. Ha sempre saputo di cosa stava parlando.

Ma è anche vero che poi vi lasciava fare in campo. O è solo una chiacchiera che il tempo ha trasformato in verità?
No, no, tutto vero. Lui a me e ad altri diceva: "Senza palla devi metterti qui, con la palla qui. Poi, fai tu scegliti la posizione". Era un modo per responsabilizzare i migliori, anche perché a un giocatore di Serie A non puoi continuare a ripetere come si deve stoppare, come deve toccare il pallone, come si fa un colpo di testa. Alla fine ti manda a quel paese…

E a chi dice che il gioco di Allegri sia brutto e difensivo?
Difensivista? [ride, ndr] Tutte c…ate quando sento questo di Allegri. Ha sempre costruito le sue squadre con una idea precisa, di gioco. Anche a Cagliari si mise in discussione, cambiando il modulo che aveva usato al Sassuolo, in base alle nostre caratteristiche. Mi ricordo che abbiamo sempre giocato in tutte le partite comandando il gioco, sempre con la palla tra i piedi perché è una delle sue caratteristiche. Lui voleva quello, lui sapeva ciò che la squadra poteva dare, lui chiede quella cosa lì.

Ma la fase difensiva è il suo dogma, non a caso quando trionfa poi ha sempre la difesa migliore…
Non vuol dire che pensa solo a non prenderle. Già a Cagliari ci ripeteva sempre: se noi difendiamo, stiamo qui a difendere, prendiamo gol. Invece dobbiamo attaccare, cercare di rubare palla. Noi non eravamo allenati a correre tutti quanti insieme, ma lo pretendeva perché insieme vuol dire che rubi palla velocemente e dopo la gestisci come si deve.

E oggi com'è Allegri?
Continua a dimostrare di sapere quello che fa e cosa vuole anche in questo Milan. Conosce bene l'ambiente, sa fare gruppo, motivare, dettare le regole soprattutto mentali e sfrutta le caratteristiche che ha a disposizione. Anche se non ha avuto i giocatori che voleva.

E chi avrebbe voluto al Milan?
Ha voluto Rabiot, ed è arrivato. Voleva Vlahovic e non è arrivato. Di certo non ha chiesto Modric.

In che senso?
Modric è arrivato come semplice opportunità. E siccome è furbo, l'ha colta al volo: alla Juve aveva Pirlo davanti alla difesa a dare qualità, nel mio Cagliari c'era Daniele Conti, qui ha Modric. Mentalmente e tecnicamente ha fatto fare un salto di qualità incredibile alla squadra.

E Gimenez?
Ritorniamo alla furbizia di Allegri: è l'unica punta che si ritrova di ruolo. Ad oggi per come gioca, sarebbe da lasciare in panchina o addirittura in tribuna. Ma lui sa che ne ha bisogno, lo motiva, lo rende partecipe del gruppo, lo inserisce in squadra. Prova a farlo sentire importante, in attesa che lo possa diventare davvero.

Quindi mi stai dicendo che l'allenatore conta di più dei giocatori?
No, chi va in campo fa la differenza. Sempre. Siamo noi giocatori l'ago ma i tecnici top sono quelli che danno quell'elemento decisivo in più. E mi riferisco a un gruppo ristretto, come Guardiola, lo stesso Allegri, Mourinho, Conte. Tutti tecnici che sanno portare e mantenere al massimo il livello dei calciatori a propria disposizione. Guarda il Napoli di Conte ad esempio.

Cioè? Il Napoli non ha una rosa di livello assoluto?
No, al contrario. Basta pensare a De Bruyne un fenomeno assoluto, capitano del Belgio e che ha vinto tutto col City. Però contro il Milan Conte aveva una rosa ridotta ai minimi termini e ha saputo dare comunque intensità e giocare a ritmi alti, al di là del risultato finale. Giocare contro il Napoli di Conte è complicatissimo perché lui è uno che spreme al massimo i propri giocatori e lo ha dimostrato.

E sul confronto con De Bruyne, che ha fatto anche discutere?
Ci sta, è un aspetto positivo non da criticare. Il grande giocatore soffre sempre quando vede scelte che non condivide. E De Bruyne è un top: il Napoli se ne è reso conto quando è andato a Manchester e ha assistito alla festa che gli hanno fatto, il riconoscimento e il tributo per aver avuto un giocatore per anni capitano della squadra, un giocatore eccezionale.

Ma nello specifico, non si vanno a toccare anche certi equilibri?
De Bruyne è stato sostituito già un paio di volte. L'ultima se l'è presa perché dopo un gol e con una partita che poteva avere una inerzia dalla propria parte, è stato tolto dal campo. Ma ha ragione in tutto e per tutto Conte: il tecnico vede cose che il giocatore, anche campione, non vede. Conte ha visto oltre, sapeva che quei cambi avrebbero potuto fare bene alla squadra, agli equilibri in partita. Il grande allenatore va sempre oltre il singolo.

Dunque, Milan e Napoli hanno quel qualcosa in più per due top allenatori in panchina? L'Inter di Chivu e la Juve di Tudor, fuori dai giochi?
Bisogna fare delle distinzioni precise.

Facciamole: iniziamo dall'Inter e Chivu.
Tutti la criticano o la stanno criticando, ma io penso che Chivu deve essere bravo in una sola cosa.

Quale?
Nella gestione dei campioni che ha, perché la squadra è forte.

E allora perché fa fatica? Via Inzaghi è arrivato lui, la caratura è differente…
Ti posso assicurare che non c'entra niente il fatto che Inzaghi se ne sia andato, non è quello il problema dell'Inter.

E qual è?
Un problema squisitamente mentale

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Cioè?
È inverosimile che non ci sia uno strascico mentale dell'ultima stagione. Con tutto il rispetto per chi non ha mai giocato a calcio e facendo il tuo mestiere vorrebbe analizzare la situazione, non deve porre l'attenzione sul cambio allenatore. Il vero problema dell'Inter è che si deve ancora ripigliare da tutto quello che è successo. Cioè: tu pensa una squadra che era in corsa su tutti i fronti e arriva alla fine di tutti quegli obiettivi senza averne portato manco uno a casa… Quella roba lì, ti assicuro, ancora a livello mentale la stanno accusando i giocatori dell'Inter.

Ma allora non era il caso di resettare tutto e non cambiare solo l'allenatore?
Sono d'accordo, se c'è un errore forse è questo. Come quando vinci tutto e ti chiedi, "cosa posso fare ancora io per la squadra?", così dev'essere quando perdi tutto. Inzaghi ha fatto bene ad andare via, l'Inter ha fatto bene a prendere Chivu perché è stato un elemento di rottura col passato e conosce l'ambiente. Devono avere pazienza e non esonerarlo al primo problema.

Nel DNA di Marotta non ci sono gli esoneri in corsa, i tifosi possono stare tranquilli…
Lo spero, perché sarebbe un gravissimo errore. La squadra è comunque forte, si è vista anche a Cagliari. Si sono spianati i problemi, è tornato Calhanoglu che al momento è tra i migliori. Una squadra che fa le partite, al di là dei risultati che verranno.

Quindi per la corsa scudetto, Inter, Milan e Napoli?

Ne manca una: la Juve di Tudor. Perché?
Io avevo detto all'inizio del campionato, prima che iniziasse, "Per me potrebbe essere la Juventus l'anti Napoli, secondo me, perché l'Inter ha troppo ancora in testa l'anno scorso". Poi sono iniziate le partite e ho visto la Juventus non in grado di proporre gioco a buon livello. In una parola: non è convincente.

Ma in conclusione, non ho capito: chi vincerà?
Il Napoli. Secondo me, al di là della sconfitta col Milan, è una squadra che gioca. Soprattutto quando gioca in casa è una squadra che crea tanto, che fa tanto. Purtroppo, è chiaro che con l'infortunio di Lukaku ha perso qualcosa in attacco. L'Inter invece ha cominciato così così ma si sta ripigliando, si sta piano piano ritrovando. Ci vorrà tempo. Poi il Milan che sta già venendo fuori molto quadrato: il Milan potrebbe essere la sorpresa.
Ma è ancora presto, risentiamoci a fine girone d'andata perché ne accadranno di cose…

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