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Inginocchiata oppure no, l’imbarazzo dell’Italia: in ginocchio solo se lo faranno gli avversari

Italia e Austria s’inginocchieranno prima della partita degli ottavi degli Europei? Non si sa ancora, lo si capirà solo questa sera prima del fischio d’inizio. Tra Imbarazzo, poca chiarezza, un fuorionda grottesco, il dietrofront di Bonucci in conferenza e un’errata interpretazione delle parole di Alaba è questa la soluzione di compromesso emersa dalla ricostruzione della vicenda.
A cura di Maurizio De Santis
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L'imbarazzo è nato in quesi pochi secondi che hanno preceduto la partita con il Galles. Cinque calciatori dell'Italia s'inginocchiano mentre altri sei restano in piedi. Non lo avevano mai fatto, né contro la Turchia al debutto né con la Svizzera. Ma nella terza e ultima gara del girone degli Europei la differenza è tanto più marcata e balza all'occhio perché gli avversari sono tutti genuflessi (come di consuetudine in Inghilterra) per ricordare come la lotta al razzismo e alla discriminazione siano battaglie quotidiane da combattere con decisione.

La Nazionale resta spiazzata e c'è difficoltà nel giustificare perché alcuni hanno compiuto quel gesto simbolico (ma carico di umanità) e altri, presi (forse) dalla trance agonistica, lo abbiano dimenticato, omesso, tralasciato. Il presidente federale, Gabriele Gravina, ci mette una pezza e parla di "libertà di coscienza" lasciata ai singoli calciatori. Ma non basta. Lo avessero concordato prima, tutto questo non sarebbe accaduto: segno che un argomento del genere non è mai stato preso in esame, nemmeno nell'ipotesi che fosse qualcun altro (il Galles nello specifico) a renderlo centrale nella discussione.

Gli Azzurri subiscono il contropiede delle critiche e il tentativo di coprire la falla in difesa si rivela molto maldestro. Al punto che lo stesso Bonucci, rispetto alle voci della vigilia contro l'Austria sull'unità di comportamento, smentisce in conferenza la posizione trapelata dallo staff della Nazionale: a "non s'inginocchieranno" fa seguito "non abbiamo ancora deciso, lo faremo tutti assieme".

Una situazione imbarazzante che, nonostante il calciatore provi in qualche modo a fare chiarezza, diventa grottesca a causa del fuorionda registrato prima che il difensore inizi a parlare. L'inviata della Rai, Donatella Scarnati, chiede: "Cosa avete deciso per quanto riguarda il Black Lives Matter?". Il responsabile della comunicazione federale interviene prima che Bonucci prenda parola: "Scusami Donatella, noi stiamo parlando di Italia-Austria – si sente -. Domani giochiamo l'Europeo… quindi se avete domande sulla partita, siamo disponibilissimi…".

Il difetto nel sistema di comunicazione e nella gestione della vicenda è palese. La matassa s'aggroviglia sia per l'errata traduzione delle parole di Alaba in conferenza stampa sia perché dallo staff della Nazionale italiana filtrano altri due aspetti. Il primo: "Da parte della squadra non ci è arrivata alcuna richiesta o segnalazione di volontà di inginocchiarsi domani prima della sfida contro l'Austria". E di conseguenza nessuna domanda formale è stata fatta alla Uefa, che deve essere informata su eventuali gesti o manifestazioni simili prima del fischio d'inizio di una gara. Il secondo: "La stessa Austria non ne ha fatta richiesta alla Federazione".

L'uno e l'altro s'intrecciano con l'interpretazione prima errata e poi più fedele delle parole del difensore austriaco. L'equivoco nasce dalla prima traduzione offerta in conferenza dei concetti espressi da Alaba. La versione iniziale è: "Il fatto di inginocchiarsi è un segnale molto chiaro. Siamo tutti d'accordo, lo faremo un'altra volta contro l'Italia. È un modo per attirare l'attenzione di tutti su questo argomento. Sicuramente si parla molto di più adesso di razzismo ed è qualcosa di molto positivo". 

Dov'è l'errore? Il riferimento a "inginocchiarsi nuovamente": durante gli Europei l'Austria non lo ha mai fatto ma solo in amichevole contro l'Inghilterra (a Middlesborough, il 3 giugno scorso). Ecco perché successivamente è circolata la sfumatura più fedele. "Inginocchiarsi è un segnale chiaro, siamo tutti dello stesso parere. Se ci sarà l'occasione sono convinto che lo faremo". Ma non dice quando, né se avverrà contro l'Italia.

Come si esce dall'angolo? La linea emersa nelle ultime ore, al netto delle mancate richieste delle Federazioni alla Uefa, è tutt'altro che chiara e risulta difficile dire se l'Italia si inginocchierà o meno. In buona sostanza in campo si assisterà a una sorta di compromesso: la squadra si genufletterà solo se a farlo sarà prima l’Austria.

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