Indagati Cellino e il Brescia per riciclaggio e reati tributari: perquisizioni in tutta Italia

La tempesta sportiva che da giorni si sta abbattendo sul Brescia, non solo penalizzato e dunque retrocesso in Serie C, ma anche a un passo dal fallimento per il mancato versamento entro lo scorso 6 giugno di stipendi, contributi e ritenute dei calciatori (passo necessario per completare l'iscrizione della squadra a un campionato professionistico, col conseguente rischio di dover ripartire dai dilettanti), si allarga adesso alla giustizia ordinaria: la guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione nella sede del Brescia e nei confronti di 25 soggetti (11 persone fisiche e 14 persone giuridiche), a diverso titolo indagati per riciclaggio e reati tributari collegati alla commercializzazione di crediti fiscali inesistenti per oltre 4 milioni di euro.
Il Brescia e Massimo Cellino indagati per riciclaggio e reati tributari
L'inchiesta è collegata dunque proprio all'acquisito di crediti di imposta, risultati inesistenti, utilizzati per pagare i contributi di febbraio e aprile, un'operazione costata al Brescia la penalizzazione di 8 punti, di cui 4 punti scontati nella stagione 2024-25, che hanno causato la retrocessione in Serie C, e altri 4 punti da scontare nella stagione 2025-26 in Serie C, qualora il club lombardo riesca a iscriversi. Tra gli indagati figurano Massimo Cellino, lo stesso Brescia calcio e il commercialista Marco Gamba, il professionista che aveva seguito la società biancazzurra nell'acquisito dei crediti di imposta risultati poi inesistenti.

Le perquisizioni sono state eseguite in tutta Italia: militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, con la collaborazione dei reparti territorialmente competenti, le hanno effettuate nelle province di Brescia, Milano, Arezzo, Massa Carrara, Roma, Napoli, Benevento, Avellino, Caserta, Potenza e Taranto, nei confronti dei 25 soggetti a diverso titolo coinvolti nella commercializzazione di crediti inesistenti e nelle conseguenti condotte riciclatorie.
L'indagine delle Fiamme Gialle avrebbe permesso di svelare l’esistenza di un articolato schema fraudolento atto a consentire a diverse figure imprenditoriali di beneficiare indebitamente di crediti IVA inesistenti. In particolare, gli indagati – avvalendosi di società fiscalmente inadempienti, prive di sedi operative e rappresentate da soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia in materia di reati fiscali – avrebbero generato crediti fiscali fittizi per un importo quantificato in oltre 4 milioni di euro.
Questi crediti sarebbero stati successivamente ceduti, tramite una ulteriore società ‘veicolo', a diverse persone giuridiche, tra le quali il Brescia Calcio S.p.A., al fine di consentire un abbattimento del carico fiscale e contributivo. Questa società ‘veicolo', con sede dichiarata a Milano, sarebbe risultata priva delle necessarie autorizzazioni per l'esercizio della specifica attività finanziaria, nonché sprovvista di un'effettiva e idonea struttura imprenditoriale. Nelle indagini, sarebbe emerso anche il coinvolgimento di uno studio di professionisti operanti prevalentemente nel territorio bresciano.