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In campo spunta un telefono e l’arbitro annulla il rigore: convinto da una lunga chiacchierata

In Porto-Arouca nella Liga portoghese è accaduto di tutto, in un finale convulso. Durante un lunghissimo recupero (22′) il VAR toglie un rigore ai padroni di casa, in modo surreale: comunicando la decisione all’arbitro tramite telefono.
A cura di Alessio Pediglieri
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Sono appena iniziati i vari campionati di una stagione lunga e intensa e non sono mancate un po' ovunque le polemiche attorno alle partite. Come è accaduto in occasione dell'ultima giornata della massima divisione portoghese, dove per la 4a giornata della Liga Portugal Porto-Arouca (1-1) ha visto praticamente accadere di tutto nei concitati, lunghissimi, minuti di recupero: ben 22, in cui c'è stato anche il classico giallo col VAR per un rigore, negato, al telefono.

Per capire cosa sia successo domenica sera allo Stadio do Dragao di Oporto bisogna partite dall'ultimo episodio avvenuto in campo, la rete che ha permesso ai padroni di casa di pareggiare il match 1-1 in extremis. Una rete che è arrivata al 20′ minuto di recupero oltre il 90′, con il campionato lusitano che ha deciso di aderire totalmente alle recenti decisioni IFAB relative al prolungamento del gioco effettivo, così come era stato già mostrato agli ultimi Mondiali. Scelta che non tutte le Federazioni hanno accettato – l'UEFA non la utilizzerà per le proprie competizioni – e che sta regalando recuperi a volte impressionanti.

Così, Porto-Arouca è durata fino al 112′ e al 110′ è arrivata la zampata risolutiva di Evanilson che ha permesso ai Dragoni di evitare un clamoroso KO interno dopo lo svantaggio rimediato all'83' da parte di Cristo. Un pareggio che, ovviamente, è stato intriso di polemiche e che è arrivato ben dopo la prima segnalazione di recupero (concessa a 17 minuti) scatenando feroci polemiche verso il Porto che a sua volta, poco prima, riteneva di aver subito un altro gravissimo torto arbitrale.

Per il direttore di gara Miguel Nogueira, tutto il match è stato in salita perché già nelle prime battute di gara, al 12°, aveva negato tra le proteste un gol al Porto, segnato di testa da Mehdi Taremi attraverso l'intervento del VAR: fuorigioco e tutto da rifare. Lo stesso VAR che accompagnerà nel baratro delle polemiche l'arbitro nel convulso finale quando – nel già evidenziato infinito recupero – verrà deciso un primo rigore a favore dei Dragones. Ancora una volta il protagonista è stato l'attaccante iraniano Taremi, ad un passo dal trasferirsi al Milan, che al 92° cade in area, ma senza alcun reale contatto.

Gioco fermo, intervento del VAR per verificare quanto accaduto di fronte alla porta dell'Arouca come da prassi, ma tutto improvvisamente salta. In sala VAR c'è un problema tecnico e non si riesce a visionare l'azione. Tutto ciò comporta la mancanza di immagini utili per assistere il direttore di gara che improvvisamente appare con un cellulare in mano a bordocampo.

Con chi sta parlando? Con i suoi assistenti alla moviola, per avere delucidazioni in audio di quanto non si possa vedere in video: la telefonata, tra lo stupore generale dura quasi due minuti. Dopo di che la decisione: il rigore non c'è, il gioco deve proseguire. Una situazione surreale, che porta alla decisione finale di negare il rigore, scatenando immediatamente la furia del Porto: "Tutto ciò costituisce una violazione delle regole del gioco e un grave errore di diritto che avrebbe potuto avere gravi conseguenze sull'esito della partita".

Poco dopo, ancora uno scatenato Taremi si procura un secondo penalty: questa volta dal VAR arriva la comunicazione diretta confermando il rigore che, però, al 105′ Galeno sbaglia. Il forcing finale del Porto è feroce ed otterrà l'esito sperato con la rete di Evanilson per l'1-1. Ma ben oltre il tempo di recupero iniziale e in sospetto fuorigioco, scatenando nuove, accese, polemiche.

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