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Il rimprovero di Marchisio: “Avrei preferito che nell’Italia si inginocchiassero tutti”

Sta facendo molto discutere il fatto che solo cinque calciatori dell’Italia si sono inginocchiati in sostegno al movimento Black Lives Matter prima della partita contro il Galles, valida per il terzo turno di EURO 2020. Claudio Marchisio nell’intervallo della gara dell’Olimpico ai microfoni della Rai ha espresso la sua opinione su quanto accaduto negli istanti che hanno preceduto il fischio d’inizio.
A cura di Vito Lamorte
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"C'è libertà di scelta, ma questa è una protesta molto importante e avrei preferito che si inginocchiassero tutti gli azzurri". Sono queste le parole utilizzate da Claudio Marchisio nell'intervallo di Italia-Galles ai microfoni della Rai. L'ex centrocampista della Juventus e della Nazionale Italiana si è soffermato su quanto accaduto pochi minuti prima del fischio d'inizio della gara valida per il terzo turno del gruppo A di EURO 2020 giocata allo stadio Olimpico di Roma: proprio mentre le squadre erano già posizionate per il via l'arbitro Ovidiu Haţegan ha fischiato e mentre i giocatori della selezione gallese si sono tutti inginocchiati per dare il loro supporto alla causa del movimento Black Lives Matter, per gli Azzurri si sono accosciati solo in cinque.

I calciatori della nazionale italiana che si sono inginocchiati, esprimendo il proprio sostegno a BLM, sono Toloi, Emerson Palmieri, Pessina, Bernardeschi e Belotti, mentre gli altri sono rimasti in piedi in attesa del fischio d'inizio del match. In realtà è poco chiaro se i calciatori italiani fossero a conoscenza di quello che stava accadendo perché lo stesso Belotti prima di inginocchiarsi ha calciato il pallone all'indietro interpretando in maniera diversa quel segnale, come fosse il via per il calcio d'inizio. Rivedendo quei secondi sembra più un malinteso, un equivoco, perché non tutti si accorgono di quello che sta succedendo in campo.

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Il gesto simbolo del movimento che lavora da anni per cercare di arginare le discriminazioni razziali si è preso la ribalta dopo la morte di George Floyd grazie ai giocatori di NBA e a molti sportivi americani, che lo scorso anno hanno fatto sentire la loro voce in maniera imponente su tematiche sociali. Da quel momento anche in Europa ci sono federazioni che hanno deciso di sposare la causa (Premier League su tutte) mentre altre hanno preferito un profilo diverso su queste tematiche. In questo Europeo è già capitato che una squadra ha aderito e l'altra no, oppure che vi fosse totale condivisione della causa. Oggi non abbiamo capito cosa sia successo nei secondi precedenti alla gara di Roma ma subito sono arrivate le critiche e speculazioni politiche: in realtà, quanto accaduto sembra più un momento di confusione per mancati accordi presi in precedenza più che una vera e propria posizione sui temi sociali in questione ma diventerà certamente un argomento di grande dibattito nei prossimi giorni.

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