862 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il Fenerbahçe boicotta la Supercoppa di Turchia: gesto clamoroso dopo il gol segnato da Icardi

In finale di Supercoppa di Turchia il club ha mandato in campo l’under 19 contro il Galatasaray. Ma la partita è durata meno di un minuto. L’ex attaccante dell’Inter applaude in maniera polemica la decisione degli avversari di abbandonare il match.
A cura di Maurizio De Santis
862 CONDIVISIONI
Immagine

Il Fenerbahçe aveva annunciato una clamorosa protesta e l'ha messa in atto. In finale di Supercoppa di Turchia ha mandato in campo la formazione under 19 perché affrontasse il Galatasaray. Ma la partita è durata meno di un minuto. Dopo il gol lampo di Mauro Icardi la squadra ha abbandonato il campo, rifiutandosi di continuare l'incontro.

Una scelta che ha destato scalpore ma perfettamente in linea con la volontà da parte del Fenerbahçe di tenere il punto e non mollare nella propria battaglia. Avevano già in animo di perdere di proposito. E lo hanno fatto. Cosa accadrà adesso? Semplice: vittoria assegnata ai giallorossi a tavolino dall'arbitro come da regolamento, possibile (anche) una raffica di sanzioni nei confronti del club di Istanbul.

Stucchevoli le immagini di esultanza dei calciatori del ‘Gala' e dei suoi tifosi, che erano accorsi numerosi allo stadio di Sanliurfa (a più di mille chilometri dalla capitale) e si sono accontentati di vincere senza praticamente giocare. Eccezion fatta per una partitella di allenamento tra titolari e riserve convocati da Okan Buruk, di calcio vero ce n'è stato davvero poco da raccontare.

A lasciare interdetti è anche l'applauso che l'ex attaccante dell'Inter fa agli avversari che gli passano davanti e guadagnano gli spogliatoi. Li guarda mentre lasciano il rettangolo verde poi se ne torna a metà campo assieme al resto dei compagni.

Immagine

Perché il Fenerbahçe ha metto in atto questa protesta così dura? In rottura totale con la Federcalcio, che non aveva accolto la richiesta di rinvio ad altra data e la designazione di un arbitro straniero, la dirigenza gialloblù (che lamenta anche un trattamento sfavorevole da parte dei direttori di gara) ha portato a compimento ciò che aveva progettato.

Tutto nasce dalle roventi polemiche e dallo sdegno scaturiti dagli incidenti avvenuti durante la sfida con il Trabzonspor: i giocatori della società di Istanbul vennero aggrediti dai tifosi avversari, che fecero invasione scatenando una caccia all'uomo. La violenza di quei momenti fece il giro del mondo, le immagini furono scioccanti.

I vertici del club non si limitarono a denunciare ma si dissero pronti anche a decisioni senza precedenti come sganciarsi dal campionato turco per chiedere ‘ospitalità' in un altro torneo continentale. Ovunque, ma non avrebbero voluto più giocare in un torneo e in una Lega dalla quale non si sentivano garantiti né adeguatamente tutelati. Opzione difficile, quasi impossibile, da attuare soprattutto nell'immediato. Mandare i ragazzi delle giovanili, invece, era la cosa possibile subito. E così è stato, compresa l'opportunità di fermarsi e non proseguire l'incontro.

Prima del match, il presidente del Fenerbahçe, Koc, aveva diffuso il proprio pensiero al riguardo attraverso un comunicato stampa. Accuse molto forti, parole che gridano giustizia e sottolineano la determinazione nel proseguire il piano di ‘ribellione' a una situazione gravissima. "Le ingiustizie che abbiamo subito, il tentato linciaggio dei nostri calciatori nell'ultima trasferta fuori casa – dice Koc nell'elenco delle motivazioni – e il fatto stesso che tutto sia rimasto irrisolto mi fanno dubitare e mi rafforzano nell'idea di volerci ritirare dal campionato. Ci hanno detto: non preoccupatevi, troveremo i criminali… ma cosa è successo davvero?".

Il calcio turco è in subbuglio. E non è nemmeno la prima volta che si trova in un contesto del genere, scandito dalla violenza e dalla follia di tifosi e tesserati. Era successo anche in occasione della brutale aggressione nei confronti di un arbitro picchiato dal presidente di una squadra, in dissenso con la direzione di gara.

Qualunque sarà la coda disciplinare che verrà presa, sul tavolo resta grande amarezza perché la finale di Supercoppa aveva un valore differente, e forse anche più importante, rispetto a quello sportivo: l'incasso e gli introiti complessivi del match sarebbero dovuti andare alle vittime del terribile terremoto del 6 febbraio 2023, quando in Turchia morirono più di 50 mila persone.

862 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views