Il discorso di Skriniar nello spogliatoio dell’Inter ha funzionato: ma non c’erano tutti

Domenica sera Milan Skriniar tornerà in campo con l'Inter nel derby. A San Siro lo accoglieranno senza polemiche ma con la certezza – lo hanno ribadito anche i tifosi della Nord con i quali ha parlato ad Appiano Gentile – che sarà al suo posto con la professionalità di sempre, per nulla distratto dalle voci di mercato (mancato) e dalla consapevolezza di avere già in tasca il ricco contratto con il Paris Saint-Germain.
Fino a giugno indosserà la maglia nerazzurra e per quella darà tutto: Coppa Italia, Champions League e la corsa scudetto che è durissima (ma non ancora chiusa) sono i fronti richiamati anche dal tecnico, Simone Inzaghi, dopo la qualificazione in semifinale del trofeo nazionale.
Il messaggio filtrato ai compagni all'interno nello spogliatoio – anche a quelli che avevano accolto con una smorfia di disappunto la vicenda delle trattative – è servito per guardarsi negli occhi, dirsi tutto, chiarire, spazzare via sospetti e malumori, rinsaldare quel patto di gruppo che non può mostrare crepe proprio adesso che la stagione entra nel vivo.

Skriniar li aveva tutti dinanzi a sé nell'immediata vigilia della gara contro l'Atalanta, era un passaggio che doveva fare, non poteva esimersi e fare finta di nulla. E ha scelto di parlare con i compagni più influenti chiarendo loro un concetto essenziale: possono contare su di lui e sull'impegno che profonderà. Di rimando, al netto della delusione per la sua partenza differita di qualche mese, s'è sentito dire ciò che in cuor suo sperava: ovvero che non ci sarebbero state ombre sulla sua professionalità.
Il difensore sa bene che ha un solo modo per convincere tutti della assoluta buona fede che lo ha animato anche quando – al netto delle dichiarazioni di attaccamento alla maglia – i dirigenti del club francese gli hanno sottoposto la più classica delle offerte che non s'è sentito di rifiutare. "Ha fatto una scelta che rientra nei suoi diritti e noi abbiamo il dovere di rispettarla", aveva ammesso l'ad Giuseppe Marotta spiegando come ormai nel calcio attuale la mobilità dei calciatori per ragioni economiche (e di proposta finanziaria migliore) sia un rischio calcolato rispetto alle bandiere del passato.
"Dopo aver ascoltato le sue ragioni, abbiamo deciso di non prendere posizione contro la sua scelta di lasciarci. Invitiamo fin d’ora gli interisti a rispettarlo: l’Inter prima di tutto sempre". Il comunicato della Curva vale una stretta di mano tra chi si fida l'uno dell'altro, tira una linea spartiacque e guarda avanti, sotterrando l'ascia di guerra.