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Gigi Simoni è morto all’età di 81 anni. La sua storia da Cremona all’Inter del Fenomeno

Gigi Simoni è morto all’età di 81 anni. L’ex allenatore che in nerazzurro conquistò la Coppa Uefa nel segno del “fenomeno” Ronaldo, versava in condizioni critiche da tempo. “Con l’Inter ho toccato il cielo con un dito e uno scudetto (quasi) vinto”, raccontò ripensando al trionfo in Coppa e al fattaccio del fallo di Iuliano sul brasiliano nella sfida scudetto contro la Juventus.
A cura di Maurizio De Santis
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Una brutta notizia che arriva nel giorno dell'anniversario dell'Inter. Gigi Simoni è morto all'età di 81 anni. L'ex allenatore che in nerazzurro conquistò la Coppa Uefa nel segno del "fenomeno" Ronaldo, versava in condizioni critiche da tempo. Il 22 giugno scorso era stato colto da malore mentre si trovava nella sua abitazione di San Piero a Grado (Pisa) e fu costretto al ricovero. Da quel giorno sono state tantissime le testimonianze d’affetto da parte dei tifosi e di tutto il mondo del calcio che s'è stretto intorno al tecnico e alla famiglia. Fu sua moglie Monica, che gli è rimasto sempre accanto, a chiedere il rispetto della privacy per suo marito ("continua a lottare", disse a quelli appassionati che si recarono fino all'ospedale Cinisello di Pisa per rendere omaggio all'uomo e allo sportivo).

La Cremonese lo nominò "allenatore del secolo" e nella geografia del calcio italiano il nome di Gigi Simoni ha rappresentato un lungo viaggio attraverso lo Stivale che mastica pane e pallone. Dalla provincia fino alle grandi piazze come Napoli, Torino e Milano. Ed è al cospetto della "Madunina", in quella porzione di metropoli a tinte nere e azzurre, che ha ottenuto la più grande soddisfazione personale e, al tempo stesso, ha subito un torto storico.

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Da Cremona alla notte magica di Parigi

"Con l'Inter ho toccato il cielo con un dito e uno scudetto (quasi) vinto". Nella notte magica di Parigi sollevò le braccia in segno di trionfo, abbracciò il brasiliano che lo portò sul tetto d'Europa assieme al "Cholo" Simeone e a Ivan Zamorano. Era il 1998 e gli sembrò di toccare il cielo con un dito dopo aver fatto tanta gavetta: 8 promozioni nei campionati professionistici (7 in Serie A, una in Serie C1), 3 successi nel torneo cadetto e un'avventura che lo ha portato anche sulle panchine di Genoa, Brescia, Pisa, Lazio, Empoli, Cosenza, Carrarese, Piacenza, Cska Sofia, Ancona, Siena, Lucchese, Gubbio.

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Il fallo di Iuliano su Ronaldo che negò lo scudetto

Mai conservato alcun rimpianto per quanto accadde in quel campionato col veleno nella coda e un'opportunità persa per quanto accadde nel confronto diretto che poteva valere lo scudetto. Il fallo di Iuliano su Ronaldo è entrato nella storia del calcio (avvelenato) di quegli anni come l'episodio clamoroso del "gol di Muntari". "Quel torneo sappiamo tutti come si sia concluso e con diversi episodi particolari che hanno orientato la classifica finale".

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