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Gigi Buffon spiega quando la Juventus diventerà veramente la squadra di Andrea Pirlo

Gigi Buffon tra i protagonisti della bella vittoria della Juventus in casa del Parma, ha spiegato cosa manca alla formazione bianconera per essere considerata a tutti gli effetti ad immagine e somiglianza del suo mister, e dei suoi dettami. L’estremo difensore sembra comunque molto ottimista in vista del futuro.
A cura di Marco Beltrami
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Contro il Parma si è vista la vera nuova Juventus di Andrea Pirlo? La squadra bianconera ha sfoderato una prestazione super al Tardini, che le ha permesso di calare il poker agli uomini di Liverani. Oltre a Cristiano Ronaldo, autore di una doppietta, all'ex Kulusevski e a Morata, c'è stata gloria anche per l'inossidabile Gigi Buffon, protagonista con due parate decisive (la prima sfoderando un tempo di reazione di 68 centesimi di secondo). Il portiere, senatore dello spogliatoio della Vecchia Signora, ha detto la sua sul nuovo corso targato Pirlo. Cosa manca ai bianconeri per essere considerati una formazione che gioca ad immagine e somiglianza del nuovo tecnico?

Sprazzi di vera Juventus contro il Parma. Gran prova dei bianconeri che hanno dominato, con una prestazione che è sembrata in linea con i dettami di Pirlo. Pressing e calcio offensivo, per i campioni d'Italia, in una delle migliori uscite stagionali. Nel post-partita ai microfoni di DAZN, Gigi Buffon molto soddisfatto della prova della Juventus, ha spiegato il percorso che serve alla sua squadra per potersi considerare a tutti gli effetti ad immagine e somiglianza di Andrea Pirlo: "Non so se siamo i favoriti. Una partita non fa testo: quando inanelli 8 su 10 prestazione, e vinci con un bel gioco e facilità allora potremo dire di essere diventati la squadra di Andrea Pirlo".

Soffermandosi poi sulla partita di stasera, l'ottimismo è d'obbligo anche in vista di un calendario per ora favorevole: "Era una partita che dovevamo fare nostra in ogni modo e maniera. Abbiamo un calendario che ci permette di affrontare in casa prima di Natale una squadra che è in difficoltà (la Fiorentina, ndr) e dobbiamo fare nostra anche quella partita. Perché poi inizieranno scontri diretti, e per evitare di avere rimpianti meglio arrivarci appaiati in modo che non siano decisive. Un po’ di timore di non essere al livello delle altre big? No, assolutamente abbiamo giocato sempre in trasferta: una con la Roma l’abbiamo recuperata in 10 con grande cuore, e l’altra con la Lazio dominata l’han recuperata al 95’ dopo che avevamo dominato. Il responso del campo, non è stato così equo. Non ha rispettato quello che è accaduto".

Tornare a Parma è sempre speciale per il portiere, cresciuto calcisticamente e non solo in terra emiliana. Il portiere mai come in questa occasione ha vissuto una serata particolare nel ricordo anche di due persone che gli hanno dato tanto: "Tornare qui a Parma, non c’è niente da fare, ho sempre dentro un sentimento di nostalgia e ricordi. Loro saranno sempre nel cuore. In quest’anno poi ho perso il mio vecchio allenatore Ermes Fogli, il mio professore d’italiano Massimo Zanoni che mi avevano insegnato tanto. Mi hanno aiutato a formarmi. La maglietta di Superman la teniamo per il gran finale".

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