Giacchetta, ds della Cremonese: “La moglie di Vardy è stata decisiva. Ricordo la prima videochiamata”

A cura di Ilaria Mondillo e Alessio Morra
Nel calciomercato estivo in Italia sono arrivati tanti campioni un po' avanti con l'età. Il Napoli ha preso De Bruyne, il Milan invece Modric. La Cremonese invece ha piazzato il colpo Jamie Vardy. Dell'acquisto del bomber del Leicester, che vinse la Premier League nel 2016, ne ha parlato a Fanpage.it Simone Giacchetta. Il direttore sportivo della Cremonese ha svelato un paio di aneddoti sull'arrivo del bomber inglese, che si è fatto subito apprezzare da allenatore, compagni e tifosi. Il suo arrivo non sposta di una virgola i piani dei grigiorossi, che vogliono ottenere la salvezza.
Come nasce l'idea di Vardy alla Cremonese, ci racconta la genesi di questo colpo?
Questo acquisto nasce attraverso una serie di confronti durante il calciomercato, quando eravamo alla ricerca di giocatori che potevano darci quel qualcosa in più. Una cosa nata lentamente. Parlare di Vardy alla Cremonese poteva sembrare una cosa azzardata. Prima ci sono state chiacchiere esplorative. Sia noi che lui abbiamo preso informazioni. Ci siamo accostati al suo agente chiedendo se ci fosse interesse nel calciatore. Da lì, poco a poco ha preso forma questa idea. Dall'astratto si è passati al concreto. Quando abbiamo capito che da parte del ragazzo c'era la volontà di confrontarsi e di dimostrare che ha ancora il fuoco dentro, nonostante non sia più giovanissimo, e di mettersi in discussione. Una volta vista la sua disponibilità siamo andati nel concreto ed abbiamo avuto un colloquio con lui, Jamie ha parlato con il nostro allenatore ed è andata bene.
Dalle sue parole si percepisce che l'impatto tra voi è stato molto buono, è giusto?
La videochiamata che abbiamo avuto è stata significativa. Parti dal parlare al vedersi negli occhi. Gli occhi di Vardy e di Nicola hanno avuto tanti punti in comune: la fame, la voglia di mostrare, la voglia di meritarsi una certa considerazione, di mostrare un livello. Importante è stato anche capire che il giocatore si era informato su Cremona, sulla Cremonese. Il fatto che si sia informato anche sui tifosi, sulla nostra proprietà, sul nostro allenatore, sugli altri giocatori, ma anche le prime due partite di campionato è stato importante.
Un ruolo lo ha avuto anche la moglie di Vardy, Jenny.
Un peso decisivo in questa operazione ha avuto la moglie, e in generale la famiglia di Vardy, che ringrazio. Abbiamo già potuto constatare quanto siano uniti e quanto tenga al benessere e alla serenità della sua famiglia. La signora Vardy ha appoggiato questa scelta e ha sostenuto questa opportunità. Cremona non è Roma o Milano, è una città tranquilla, che però ha una qualità della vita alta, ed è vicina sia a Milano che al Lago di Garda.
Parlando di Vardy alla Cremonese viene in mente ovviamente Gianluca Vialli, grande campione che è nato a Cremona ed ha vestito da ragazzo la maglia giallorossa.
Con Jamie abbiamo parlato anche di Cremona e di Vialli, che ha giocato in Inghilterra e anche con la Cremonese. Abbiamo fatto sui social un parallelismo tra loro riprendendo un vecchio slogan che era StradiVialli e ora abbiamo fatto StradiVardy, prendendo spunto da Stradivari che era di Cremona, e l'abbiamo presentato al Museo del Violino. Vardy sa cosa ha fatto Vialli, non dico che vorrebbe emularlo, perché ognuno ha il suo percorso, ma sa bene cosa ha fatto.
I compagni di squadra come hanno preso la notizia quando gliel'avete data?
La notizia era di dominio pubblico attraverso la stampa e i social. Quindi non abbiamo detto nulla ai giocatori, perché ormai sanno le cose in tempo reale, quando le sappiamo e le facciamo noi. All'inizio ci siamo riusciti, poi si è allargata la cosa, è venuta fuori e c'è stato grande entusiasmo, Jamie sin dai primi momenti ha mostrato grande umiltà e grande senso di appartenenza. Penso possa essere un modello di riferimento anche per tanti ragazzi giovani che abbiamo in squadra.
La Cremonese si è anche rinforzata tanto, su cosa avete puntato nella scelta dei calciatori?
Abbiamo scelto una strategia che ci ha portato a scegliere giocatori che hanno un animo forte e sono molto esperti, a loro abbiamo cercato di abbinare una serie di colpi internazionali. Non è stata una cosa semplice. Perché non è facile individuare ragazzi che sposano il progetto di una neopromossa. Perché si deve lottare, si deve saper lottare, si deve convivere con la sconfitta. Perché potrebbe capitare di passare tempo senza vincere. Servono requisiti umani molto forti. Coinvolgere certi calciatori non è stato semplice, ma una volta messo piede nello spogliatoio è stato semplice aggregarli.
Qual è l'obiettivo del vostro campionato?
Io mi aspetto che la Cremonese continui a fare questi campionati, che continui in Serie A. L'ambizione nostra è quella di mantenere questa categoria. Il calcio non è facile, noi sappiamo di dover essere molto umili. Noi dobbiamo volare molto bassi. Queste due vittorie ci hanno migliorato nell'entusiasmo, ma non devono farci allontanare dal nostro percorso. Siamo contenti per quello che si sta dicendo su di noi. Per commentare un mercato che tutti giudicano in modo positivo, ma la Serie A è diversa da queste prime due partite. Per salvarsi dobbiamo fare tante vittorie, e ogni vittoria è un'impresa.
C'è un episodio che in questi primi giorni l'ha colpita particolarmente, riguardo Vardy?
Jamie ha appena scelto casa ed è una cosa importante. Perché lui mette la serenità della sua famiglia al primo posto. Individuare una casa non è stato semplice, considerate le sue esigenze. Simpatico è stato il momento dell'arrivo alla scaletta dell'aereo. Lo aspettavamo sulla pista dell'aeroporto, lui ci ha visto, ci è venuto incontro. Mettergli la sciarpa della Cremonese ha rappresentato una visione che sembrava irrealizzabile. Ha ripreso quella scena che vedevamo quando un tempo venivano i grandi campioni, come è stato per il ‘Fenomeno' Ronaldo o per Zico all'Udinese. Quest'immagine mi ha fatto tornare indietro nel tempo, con tanta gente che aspettava questi grandi campioni. A Milano pensa che c'erano tantissimi tifosi per Vardy e lui ha deciso di farsi tante foto con i tifosi.
L'attaccante inglese che tipo di persona è?
La forza di Vardy è la persona. Fino ai 25 anni ha fatto il metalmeccanico, sa cosa significa guadagnarsi la pagnotta. Sa che quando non molli tutto può essere possibile. Vedere tutta quella gente che lo aspettava da ore, secondo me non è stato difficile scendere o fare foto. Quello è stato un gesto normale e spontaneo, non contano i titoli che uno vince, ma quello che uno è. Anche il nostro presidente ha apprezzato i valori di Vardy.
L'ultima domanda invece è su Floriani Mussolini. Come gestite tutto il clamore che c'è attorno a lui? Vi dà fastidio?
Per noi è importante che il clamore non dia fastidio al ragazzo. Stiamo parlando di un giovane di una cultura, di una mentalità, di una educazione elevatissima. Anche durante la sua presentazione è stato bravo nel dire che lui vuole essere giudicato per quello che fa in campo, che a lui non interessano paragoni. Lui è un ragazzo normale, studia, va all'università online. Siamo contentissimi di averlo tra noi. Romano è stato il primo giocatore che ho coinvolto in questo progetto, è in prestito dalla Lazio, ed è destinato a una bellissima carriera. Oltre ad avere doti da atleta eccezionale, ha una mentalità super. Romano è una bella sorpresa, è un ragazzo sopra la media, per l'educazione, i comportamenti, ogni allenamento dà il massimo. Lo si apprezza, pure, perché è un atleta eccezionale. Sta crescendo ulteriormente, e sta dimostrando che questa sua mentalità può portarlo molto in alto. Siamo di fronte a un prospetto che va lavorato e sviluppato, ma che ha già grandi qualità da atleta, da giocatori, ma le qualità morali lo porteranno sempre a migliorare, è disponibile a ricevere consigli e insegnamenti.