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Genoa, Cagliari e Udinese meglio dell’Inter: gli effetti di una crisi inquietante

L’Inter nelle ultime sette partite ha totalizzato 7 punti un ruolino che non ha nulla a che vedere con la lotta per lo Scudetto. Una involuzione inspiegabile da parte della squadra di Inzaghi.
A cura di Vito Lamorte
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L'Inter si è persa, e non sa tornare. La squadra nerazzurra non è riuscita a battere la Fiorentina nell'anticipo della 30a giornata e potrebbe vedere la vetta allontanarsi ancora di più in caso di vittoria del Milan in casa del Cagliari: a quel punto i punti di distacco sarebbero 6 dal primo posto, e il recupero di Bologna (che comunque bisogna vincere), non sarebbe nemmeno più tenuto in considerazione dagli attori in gioco.

Cosa è successo alla squadra campione d'Italia in carica? Dalla sconfitta nel derby di Milano di inizio febbraio i nerazzurri in campionato hanno totalizzato 7 punti in 7 partite, un ruolino che non ha nulla a che vedere con la lotta per lo Scudetto. La Beneamata è rimasta con la testa al 75′ della stracittadina, quando dominò in lungo e in largo ma perse sotto i colpi di Giroud e non è riuscita più a rialzarsi.

La situazione, nel frattempo, si è complicata: dopo il derby, analizzando solo il cammino in campionato, sono arrivati i pareggi con Napoli, Genoa, Torino e Viola più la sconfitta col Sassuolo e la vittoria con la Salernitana. Rispetto alle altre big è un ruolino davvero magro e la squadra di Simone Inzaghi nelle ultime sette gare ha fatto peggio anche di peggio di Genoa, Cagliari e Udinese.

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Cosa ne è stato della squadra che volava prima della sosta natalizia? Non ci sono più tracce, almeno fino ad oggi. L'Inter sembra essersi avvitata su se stessa e, togliendo le due buone prove con il Liverpool in Champions, non è mai stata all'altezza della squadra vista fino a pochi mesi fa. Tutto sembrava riuscire facilmente alla squadra di Inzaghi, che in un modo o nell'altro trovava la soluzione per fa male agli avversari: ora, è tutto diverso.

L'attacco non segna più con la stessa continuità e anche qualche scelta dell'allenatore non sembra così lucida come lo scorso autunno: i cambi sembrano spesso tardivi e in qualche caso non riescono ad incidere sull'andamento dei match. Lautaro Martinez e Edin Dzeko vengono sostituiti puntualmente nei momenti clou e, senza contare il turnover nella gara di Champions League per preservare il centravanti bosniaco in vista del Torino, sembrano aver perso l'intesa della prima parte di stagione. Sanchez è, probabilmente, quello che sta meglio ma alcune esternazioni e episodi lo tengono sempre dietro nelle gerarchie. Correa dopo un avvio confortante è man mano sparito e Caicedo non si è praticamente visto.

A centrocampo senza Brozovic non si ‘balla': non c'è un calciatore più importante del croato e quando non c'è l'Inter è un'altra squadra. Senza il numero 77 anche Barella e Calhanoglu, involuzione spaventosa, calano in maniera vertiginosa. La difesa non è più la barriera infrangibile dello scorso anno e gli errori individuali, sia dei difensori che di Handanovic, hanno avuto il loro peso nel cammino.

Cosa accadrà dopo la sosta? L'Inter andrà a far visita alla Juventus e già lì si capirà che tipo di finale di stagione la squadra di Inzaghi si troverà ad affrontare. Se i nerazzurri usciranno da questi vortice in cui sono stati inghiottiti al 75′ del derby forse potranno restare aggrappati alla vetta fino alla fine, altrimenti dovranno solo difendere il posizionamento Champions per evitare catastrofi economiche a fine anno. C'è bisogno di una reazione generale, sia sotto il punto di vista tecnico che mentale.

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