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Gazidis ce l’ha fatta, è riuscito a trasformare il Milan in un “povero diavolo”

La definizione migliore del momento che sta vivendo il “diavolo” l’ha data Ibrahimovic subito dopo la partita contro il Sassuolo. “Tutti i giorni c’è una novità e non so a cosa devo credere”. Doveva essere rivoluzione, quella che avrebbe fatto tabula rasa e avviato la rifondazione anche a costo di scelte dolorose e rotture insanabili, la trattativa con Rangnick s’è rivelata una presa per i fondelli indegna per una società del blasone rossonero.
A cura di Maurizio De Santis
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Pioli prima scelta e vero leader. Speculazione su altri nomi. Ralf Rangnick? Un'invenzione mediatica. Non c'è mai stato alcun accordo con lui né il Milan dovrà pagargli una penale di 2 milioni di euro quale indennizzo per la trattativa fallita. Ad ascoltare le parole dell'ad milanista, Ivan Gazidis, il sospetto che sia in confusione è legittimo oppure dietro la reticenza clamorosa nell'accogliere il manager tedesco c'è dell'altro. Così fosse, la gestione della transizione fatta finora sarebbe molto più da sprovveduti e improvvisati che da visione d'impresa.

Che senso ha scomodare un professionista al quale promettere libertà d'azione sulla gestione della rosa e sul mercato salvo chiedergli di accettare una posizione più defilata? Che senso ha arrivare a chiudere quasi l'accordo e poi rimangiarsi tutto pur sapendo che i margini per organizzare la prossima stagione sono ristretti? Boh…

Doveva essere rivoluzione, quella che avrebbe fatto tabula rasa e avviato la rifondazione anche a costo di scelte dolorose e rotture insanabili (con Boban e quasi con Maldini), annunciata da squilli di tromba e programmi per il futuro. S'è rivelata una presa per i fondelli indegna per una società del blasone rossonero con l'attuale amministratore delegato che ne esce davvero male.

L'ex Arsenal era pronto a recidere ogni cosa, a spazzare via tutto quanto messo in piedi dai dirigenti dell'area tecnica, aveva tagliato teste (quella del croato che non aveva accettato di essere svilito nel ruolo) e altre si preparava a far cadere (compresa quella di "Paolino") adesso in buona sostanza dice che la colpa è tutta di chi ha interpretato male i presunti colloqui che ha avuto con altri candidati. E il Pioli post lockdown ora rappresenta il futuro dal quale ripartire. Secondo quale progetto e quali investimenti ancora non è chiaro.

Forse la definizione migliore del momento che sta vivendo il "diavolo" l'ha data Ibrahimovic subito dopo la partita contro il Sassuolo. Prima ha sgranato gli occhi quando ha chiesto al giornalista "ma davvero Pioli resta?" poi ha aggiunto "tutti i giorni c'è una novità e non so a cosa devo credere". Da quando è arrivato a gennaio il Milan è cambiato, cresciuto, migliorato, ha guadagnato in autostima, ritrovato l'orgoglio e la voglia di lottare. In campo è una cosa, fuori ne è un'altra. Già ma cos'è questo Milan? Al momento è solo un ‘povero diavolo'.

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Da venticinque anni nel mondo dell’informazione. Ho iniziato alla vecchia maniera, partendo da zero, in redazioni che erano palestre di vita e di professione. Sono professionista dal 2002. L’esperienza mi ha portato dalla carta stampata fino all’editoria online, e in particolare a Fanpage.it che è sempre stato molto più di un giornale e per il quale lavoro da novembre 2012. È una porta verso una nuova dimensione del racconto giornalistico e della comunicazione: l’ho aperta e ci sono entrato riqualificandomi. Perché nella vita non si smette mai di imparare. Lo sport è la mia area di riferimento dal punto di vista professionale.
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