Gattuso e il “dispiacere” dell’Italia di giocare con Israele nelle qualificazioni: “Più di questo non dico”

La partita dell'Italia contro Israele non è come le altre, sia perché avversario di ben altro spessore rispetto all'Estonia (che s'è liquefatta 5-0 contro gli Azzurri) sia per il contesto nel quale si gioca per le proteste pro Palestina e contro la guerra a Gaza. A testimonianza di ciò, la precisazione da parte del commissario tecnico, Gennaro Gattuso, alla vigilia dell'incontro di qualificazione ai Mondiali 2026, spiega bene quanto tenere separati i due aspetti (quello sportivo e quello politico-civile) sia davvero difficile. Ci ha tenuto ha precisare quale fosse senso delle sue dichiarazioni che risalgono a venerdì scorso, quando aveva usato il termine "sfortuna" relativamente alla presenza della selezione ebraica nello stesso raggruppamento della Nazionale e all'opportunità di doverla affrontare.
"Quando ho parlato di sfortuna, mi riferivo al fatto che sono rivali sportivi insidiosi che abbiamo nel nostro girone e non in assoluto. Parlavo solo del valore calcistico, non altro. E non ho mai detto che mi dispiace giocare contro di loro".
Gattuso e la ‘sfortuna' di averli nel girone: "Su Israele sono stato frainteso"
La questione è tutta raccolta in quella porzione di ‘altro' che è abbastanza ingombrante e sulla quale lo stesso Gattuso sente di dover tornare dopo quanto già ammesso prima ancora della sfida con l'Estonia. "Mi dispiace perché sono stato frainteso – ha aggiunto il ct – e perché sono un uomo di pace. Per tutto il resto, la situazione è nota a tutti… fa male vedere quello che sta succedendo, persone e bambini che perdono la vita, più di questo non voglio dire. Siamo qui per fare la partita e rispettare il nostro lavoro. C'è tanto rispetto e c'è tanto dolore".

Perché il ct considera Israele un avversario pericoloso?
Anzitutto, in classifica è davanti alla sua Italia e serve vincere a tutti i costi (con un occhio alla differenza reti da preservare) per proseguire la rimonta verso il primo posto e la qualificazione diretta ai Mondiali 2026. I numeri raccontano anche altro: "Nelle ultime sei partite loro hanno vinto 6 volte e perso contro la Norvegia ma non l'avrebbero meritato quel risultato. Dovremo stare molto molto attenti sulle loro transizioni, perché ti fanno male… hanno pepe, vivacità e qualità tecniche".
Italia con una o due punte, il tecnico: "La questione è un'altra"
A proposito, quale Italia si vedrà in campo? Sarà a una oppure a due punte? Gattuso non si sbottona e aggira la domanda: Il problema non è con quanti calciatori giochi in attacco. La questione vera secondo me è come giocare nella loro metà campo e come gestire quando perdiamo palla e ci prendono campo. Serve equilibrio perché questa partita è completamente diversa da quella di venerdì scorso".