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Felipe Melo peggio di Kean: rissa, espulsione e insulti all’arbitro senza mai toccare palla

In Fluminense-Flamengo, il 40enne centrocampista brasiliano entrato all’88’, dopo solo un minuto ha perso la testa. Ed è stato espulso dal campo senza aver mai toccato il pallone. Peggio di Kean in Roma-Juventus.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla fine della partita il Fluminense ha potuto festeggiare il secondo successo consecutivo nella Taça Guanabara, il Campionato Carioca brasiliano ma la partita al Maracanà contro il Flamengo  si è conclusa nel più classico dei modi: con la rissa. A farne le spese il quarantenne centrocampista Felipe Melo che, appena entrato, è stato immediatamente espulso.

Avete presente cos'ha combinato Moise Kean nell'ultima gara giocata dalla Juventus all'Olimpico? Appena entrato ha reagito dopo un corpo a corpo con Mancini, rifilando un calcione al difensore giallorosso e meritandosi un rosso diretto dopo pochi istanti essere entrato in campo. Bene, Felipe Melo in Fluminense-Flamengo è riuscito a fare anche peggio: entrato in campo all'88', si è tuffato a pesce subito in una rissa in cui non era coinvolto e si è fatto espellere, insultando l'arbitro, poi ancora oggetto delle sue accuse nel post gara. Il tutto in un solo minuto da quando era entrato in campo, senza nemmeno toccare la palla una sola volta.

Una sorta di record che ha visto ancora una volta protagonista l'ex centrocampista di tante squadre di Serie A, campionato che ne conosce bene il temperamento e l'intemperanza. E così la notte dei festeggiamenti per il titolo brasiliano è andata di pari passo con le polemiche scaturite per il comportamento del giocatore, sempre più beniamino dei propri tifosi ma oramai senza alcuna attenuante per i suoi abituali colpi di testa. Con l'aggravante che nel caso specifico, Felipe Melo poteva anche evitare tutto ciò visto che il parapiglia che si era scatenato in campo non lo riguardava minimamente. Tutto è degenerato quando Gerson ha colpito Giovanni, in una gara già rude e ricca di atteggiamenti ben al di là della sportività.

La reazione dei calciatori della Fluminense è stata immediata e così, di fronte alla confusione totale scoppiata in campo, Felipe Melo ha visto bene di diventarne il protagonista assoluto, cercando prima di farsi giustizia da solo, aizzato dalla parte opposta da un'altra vecchia conoscenza del nostro calcio: Arturo Vidal. E poi, ricevuto il cartellino rosso, uscendo dal campo con fare minaccioso nei confronti del direttore di gara, il signor Grazianni Maciel Rocha che lo ha cacciato. Il tutto, con la gara sospesa per quasi dieci minuti prima che potesse ritornare la calma.

La rabbia è aumentata quando per Gerson è arrivato solo un inspiegabile cartellino giallo dopo un intervento antisportivo che valeva anch'esso l'espulsione. A quel punto felipe Melo è tornato in campo e sono volate parole dure nei confronti del direttore di gara e un atteggiamento provocatorio e minaccioso. Poi, poco prima di abbandonare definitivamente il terreno di gioco, rassegnato all'espulsione si era rivolto un'ultima volta a Rocha definendolo "uno sporco arbitro"

Nel post gara, dopo l'esultanza per la vittoria del campionato e i festeggiamenti con i compagni e i propri tifosi, Felipe Melo è tornato sull'episodio di cui in Brasile tutti parlano e che ha rischiato di macchiare la notte più bella: "Ogni volta che faccio qualcosa oramai sembra sempre che esploda una bomba, sono abituato. Tutto è iniziato solamente perché il calciatore del Flamengo ha scalciato uno dei miei compagni di squadra. È vero, sono intervento anch'io e ho spinto via il mio avversario, ma non ero da espulsione. Per una partita di un livello così alto penso che si dovrebbe provvedere a designare un arbitro quantomeno preparato".

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