Fabrizio Romano spara a zero sul mercato: “È folle, non c’è logica e non rispetta gli allenatori”

"Here we go". È la frase celebre e nota al mondo dei social che annuncia un nuovo acquisto di calciomercato. A inventarla è stato Fabrizio Romano, giornalista, e "guru" del calciomercato in ottica mondiale arrivato a toccare quasi 40 milioni di follower su Instagram e più di 25 milioni su X (ex Twitter ndr). Nel corso di un'intervista a Fanpage, Romano ha toccato diversi temi riguardanti il mondo del mercato e il linguaggio usato in questo periodo affinché un determinato acquisto possa essere annunciato in anticipo con totale certezza. Romano ha parlato di un mercato folle, senza nessuna logica, soprattutto per via dei tempi:
"È folle fare un mercato che duri così tanto fino al primo di settembre con due o tre partite di mezzo, è un qualcosa che non ha nessuna logica". Si è parlato poi anche delle difficoltà che attraversano i club italiani in sede di mercato nel riuscire a investire una determinata somma per un giocatore rispetto a quanto viene fatto all'estero, soprattutto in Inghilterra e in Arabia. "Purtroppo in Italia c'è un mercato di attesa sempre e io non credo che dipenda dai milioni che possano mancare a chiudere un'operazione, ma è proprio nella nostra cultura". Il colpo migliore deve ancora arrivare ma c'è un momento che non riesce proprio a dimenticare: "Quando annunciai il ritorno di Cristiano Ronaldo dalla Juventus al Manchester United: c'erano 98.000 persone collegate".
Chi è oggi Fabrizio Romano? Perché ti considerano molto più di un giornalista?
"Mi sento un giornalista perché lavoro tutto il giorno su notizie, poi chiaramente c'è anche una parte di output che secondo me è cambiata molto negli anni, diventa molto importante. Adesso essendoci i social e quindi avendoci puntato io in maniera molto forte qualche anno fa con la possibilità di parlare quattro lingue e quindi di diffondere il messaggio a livello globale o almeno provarci, significa anche che c'è un lavoro sulla notizia".
Ma è cambiato il linguaggio delle notizie?
"È un lavoro sul come renderlo fruibile a tutti nella maniera più moderna e efficace possibile, quindi mi sento un giornalista perché lavoro sulle notizie, ma allo stesso tempo anche un creator perché cerco di renderle più fresche e moderne possibile nella loro modalità di uscita di output".
Sei cresciuto con Gianluca Di Marzio, oggi può essere considerato come un tuo competitor sul mercato?
"Ma io non credo a nessun concetto di competitor assolutamente con nessuno perché sarebbe impossibile pensare di essere in competizione con qualcuno su così tante notizie che ci sono tutti i giorni, quindi semplicemente ognuno fa il suo lavoro. Qualche volta arriva prima uno, qualche volta un altro, ma fa parte assolutamente del percorso del gioco. Gianluca e Luca Marchetti, così come Sky Sport, per me sono sempre stati una referenza assoluta da quando ero praticamente bambino a cui devo tanto e quindi non lo vedo assolutamente in maniera negativa".
C'è la corsa ad arrivare primi su un determinato colpo di mercato?
"Non non ho mai voluto vivere con l'ansia o la tensione di dover essere per forza primo, se si può essere primi e giusti bene, ma per me la cosa più importante è sempre riportare qualcosa di corretto".
Tutti pensano che tu sia il numero uno al mondo del mercato, è vero?
"Io non credo che ci sia un numero uno, un numero due, un numero tre. Io credo che ci siano persone che lavorano in maniera diversa. Credo che mi abbia aiutato tanto sia il fatto di essere parte di una generazione dove i social sono proprio il nostro pane scoprendoli quando andavo al liceo con Facebook e sono diventati poi insomma, la base della nostra vita"
Cosa significa arrivare primi su un colpo?
"Io credo che sarebbe il modo più sbagliato di viverlo, anzi nei miei programmi anni futuri, c'è proprio l'intenzione di lasciare completamente questo tipo di sensazione dell'essere primo. Credo che stia svanendo, che sia un qualcosa che appartenga a un giornalismo di tanti anni fa. Io in questo momento la ritengo una cosa che può essere importante, ma non fondamentale, non non vivo questo lavoro come una gara di Formula 1".
È vero che durante il mercato non puoi muoverti da casa se non in una determinata fascia oraria del mattino?
"No, non è esattamente così, posso spostarmi, poi l'importante è che funzioni il telefono. Ecco, nel senso che ci sia internet, che il telefono non abbia problemi magari col caldo e che ci siano una serie di condizioni che chiaramente, diciamo, durante il calciomercato cerco di evitare.
Non mi metto in situazioni in cui il telefono o non prende o non va o non c'è una buona connessione internet perché in qualunque momento devi poter fare un aggiornamento, una telefonata, un messaggio su WhatsApp, un video, quindi si può anche prendere un aereo se c'è la certezza che ci sia un Wi-Fi che funzioni bene".
Come lo vivi questo tipo di lavoro?
"Non sono chiuso in casa, anzi, per fortuna negli anni ho la possibilità di spostarmi anche durante il calciomercato in posti diversi, con i miei amici che lavorano con me, quindi certamente non c'è una situazione di negatività attorno a questa cosa qui, semplicemente la necessità che il telefono prenda sempre, quello è importante perché purtroppo è un lavoro passivo in cui le notizie non sai mai quando possono accadere".
Il tuo telefono quanto tempo è accesso?
"Il mio telefono è sempre acceso, credo di averlo spento l'ultima volta a 16-17 anni, ma perché è sempre stato proprio parte della mia vita da quando ho iniziato a fare questo lavoro. Ovviamente non facevo il lavoro che faccio oggi, ma iniziavo ad avvicinarmi a questo mondo e il mio telefono è sempre costantemente acceso, perché veramente con le notizie non non si sa mai, può sempre succedere qualcosa. Non voglio che venga visto come un messaggio eroico, nel senso che non c'è niente di particolarmente bello o esaltante in questo, ma semplicemente è la mia vita".

Cosa fai quando ricevi una notizia di mercato?
"Il calciomercato in realtà è molto vicino ed è molto reale, sono persone come tutti e quando arrivano notizie di mercato contano i rapporti. Una notizia può arrivarti, ad esempio, come quando eri in classe a scuola. Magari ci sono 20-25 compagni e c'è il tuo migliore amico che ti dice una cosa e ti fidi al 300%, oppure una persona di cui magari ti fidi 5 da 1 a 10, poi c'è una persona di cui non ti fidi proprio, oppure una persona con cui hai un buon rapporto ma non buonissimo, esattamente la stessa cosa".
Poi c'è un secondo passaggio?
"E fondamentale il tempo che hai per verificarla alcune notizie magari sono un po' più segrete, allora puoi riuscire a gestirle, a verificarle meglio, altre devi essere molto veloce e allora serve un percorso più rapido, quindi il percorso è sempre quello di verifica, ma diciamo che la durata può variare da ore intere, a giorni in alcuni casi, fino a minuti o secondi in altri perché bisogna essere veloci".
Perché oggi in Italia si fa così fatica a fare mercato?
"Il potere del calcio straniero è diventato molto più grande dal punto di vista economico, c'è un gap veramente enorme e quindi facciamo fatica ad essere competitivi dal punto di vista economico. Dal punto di vista sportivo invece credo che quello che è accaduto in questi anni ci dimostri come siamo assolutamente in un livello ancora molto importante e attraente perché abbiamo visto tutte le squadre italiane come Roma, Fiorentina, Inter andare vicinissimo al traguardo europeo senza dimenticare l'Atalanta campione con l'Europa League, che è stato un risultato secondo me sottovalutato e stratosferico".
Qual è il colpo di mercato che ricordi maggiormente e perché?
"Il colpo di mercato che ricordo maggiormente sarà sempre quello che per me è stato più impressionante fu quando annunciai che Cristiano Ronaldo tornava al Manchester United dalla Juventus e non sarebbe andato al Manchester City, come tanti pensavano. E quell'annuncio lì, ricordo in diretta su Twitch, c'erano 98.000 persone, tutti ad aspettare che magari io dicessi ‘Ok, è fatta, here we go'.
E quel momento lì per me è stato un qualcosa di impressionante pensare che io da casa mia seduto con un mio amico a fianco a fare questa stream per dire: ‘Sì, è fatta l'operazione Ronaldo avesse coinvolto più persone di quelle che entrano al Camp Nou'".

L’acquisto che hai annunciato e che poi non si è realizzato?
"Samardzic all'Inter è un qualcosa che che io ho annunciato e non si è fatto ed è un qualcosa che per me però rimane assolutamente realtà, cioè il giocatore ha fatto le visite mediche con l'Inter, ci sono le fotografie del giocatore che esce e i video del giocatore che esce dalla clinica a salutare tutti da nuovo giocatore dell'Inter. Poi l'operazione non si fa per altre ragioni, ma lì il mio lavoro è dirti se ci sono gli accordi e l'accordo lì c'era perché altrimenti il giocatore non va a fare delle visite mediche".
Oggi stiamo assistendo a un mercato di attesa: perché a volte non si chiude o si attende molto anche per solo 1/2 milioni di euro?
"Purtroppo in Italia c'è un mercato di attesa sempre e io non credo che dipenda dai milioni che possano mancare a chiudere un'operazione, ma è proprio nella nostra cultura. Anche in altri paesi funziona così, di muoversi sempre molto tardi sul mercato perché un prezzo può abbassarsi, perché magari un giocatore che ha inizio mercato puoi prendere a titolo definitivo, gli ultimi giorni magari può andar via in prestito. Insomma, si cerca sempre di arrivare all'ultimo".
È sbagliato concepire il mercato in questo modo?
"È folle fare un mercato che duri così tanto fino al primo di settembre con due o tre partite di mezzo, è un qualcosa che non ha nessuna logica. Si tende sempre ad arrivare vicini alla fine, ci sono intere settimane di immobilismo da parte di tanti club e avrebbe credo molto più senso e sarebbe molto più sano per il calcio italiano, ma anche mondiale, fare un calciomercato che finisca prima, appena inizia il campionato, anche per rispetto degli allenatori che devono avere i giocatori a disposizione e sanno che quelli saranno".
Cosa si potrebbe fare?
"È giusto secondo me che venga considerato di chiudere prima il mercato visto che si inizia dal 15 maggio fino al 1º agosto, cioè in tempo per fare le operazioni, quindi non cambierebbe nulla a mio modo di vedere dal punto di vista del lavoro dei club, ma cambierebbe tutto dal punto di vista della resa del mercato per renderlo più sano, meno folle durante le partite e di lasciar lavorare club e allenatori in modo più giusto, più corretto e di evitare problemi con i giocatori. Spero cambi presto, in questo modo si rende più sana tutta la catena di montaggio".
Chi sta facendo il mercato migliore in Serie A secondo te?
"Ma io sono molto affascinato da quello che sta facendo il Como, credo che sia un progetto non solo molto ricco, ma anche molto sensato. Avere soldi non sempre significa spenderli bene, invece il Como ha iniziato una prima stagione di Serie A con un lavoro eccezionale, valorizzando dei giovani e sta continuando perché ha preso dei giocatori di grande talento, Baturina, Kun, Rodriguez e tanti altri".
I top club invece?
"Io trovo molto interessante anche il mercato che sta facendo il Napoli, credo che siano degli acquisti veramente importanti. C'è stata una grande presenza da parte del presidente De Laurentiis quest'estate nelle operazioni del Napoli, arrivare a prendere un giocatore come Kevin De Bruyne, insomma, un qualcosa che poco tempo fa sarebbe stato inimmaginabile per tutto il calcio italiano, non solo per il Napoli".

E Modric?
"Luka Modrić è quello forse più sottovalutato, nel senso che in tanti credono che l'età sia un grande punto interrogativo. È un giocatore che si allena con una professionalità che neanche a 20 anni si vede nel calcio di oggi quindi credo che sia un giocatore che nel nostro tipo di calcio nell'80% delle partite in cui manca tanta intensità possa veramente fare la differenza e penso che il Milan abbia preso un grandissimo giocatore per adesso".
Qual è la differenza maggiore che c’è tra il mercato italiano e quello estero?
"Purtroppo sul mercato è quella legata proprio alla base economica, cioè nel calcio italiano la grande maggioranza delle operazioni sono fatte con dei prestiti, con dei diritti di riscatto, obblighi e cose del genere. Al calcio straniero ormai si ragiona in una maniera differente, soprattutto in Inghilterra, si tendono a fare operazioni molto più costose anche per club medi".
Per esempio?
"Credo che la vera grande differenza sia vedere che un Bournemouth, un West Ham, squadre di fascia media in Inghilterra possano permettersi acquisti molto più importanti rispetto a quelli delle big italiane. C'è un Nottingham Forest che va a comprare Ndoye per 45 milioni di euro e tanti altri questo dimostra come siamo veramente con un gap molto grande dal punto di vista finanziario".
Il colpo che consiglieresti al fantacalcio in ottica mercato
"Sono un grande appassionato di fantacalcio e sicuramente ci sono diversi nomi che mi intrigano. Per esempio mi piace molto Ismael Kone che è andato al Sassuolo, Ivan Ferguson che ha preso la Roma che per me è un grande grande attaccante se sta bene può fare veramente grandi cose, ma il giocatore di cui sono innamorato è Martin Baturina che ha preso il Como. Credo che il Como abbia fatto un colpo da Champions League".