Fabio Grosso: “Il mio volto insanguinato, ogni tanto mi capita di rivivere quei momenti”

Il Sassuolo che è 8° in campionato è un sogno a occhi aperti per Fabio Grosso ma quando li chiude e riposa o guarda dal finestrino del bus a bordo del quale viaggia ne affiorano altri che si porta dentro. Da laggiù risalgono brutti ricordi, pessime sensazioni. Ne ha parlato anche nella conferenza stampa alla vigilia della partita di campionato con il Milan. La sequenza videoclip torna indietro a due anni fa, a quella serata di follia e violenza che ha preceduto la sfida del suo Lione (di cui all'epoca è stato allenatore) a Marsiglia. "Quando rivedo l'immagine della prima pagina de L'Equipe con il mio volto insanguinato scatta il ricordo di una brutta giornata a livello personale. E passando tanto tempo sui pullman ogni tanto mi capita di rivivere quei momenti".
La guerriglia scatenata dalle frange più estreme del tifo portò (anche) all'assalto del pullman che trasportava la sua squadra verso lo stadio. Un vetro andò in frantumi e le schegge lo ferirono in maniera preoccupante al volto. Se non gli è andata peggio è per una questione di attimi, di buona sorte in mezzo all'inferno. E quando l'ex calciatore, eroe di Berlino 2006, rammenta quegli istanti tutto il resto conta nulla. Ha rischiato di perdere la vita poi "solo" un occhio: ha salvato l'una e l'altro ma ci sono ferite che lasciano un segno profondo ben oltre la cicatrice provocata dai 15 punti di sutura che gli vennero applicati. Qualcosa resta sempre. Non va mai via del tutto.

Cosa gli è rimasto di quella serata folle in cui poteva morire
Quando si guarda allo specchio Fabio Grosso non può fare a meno di andare con la testa ad allora. Basta uno sguardo all'occhio sinistro e tutto torna, come fosse ieri. E non sempre scuotere la testa è sufficiente per scacciare i cattivi pensieri. "Le stimmate di Marsiglia non andranno via", disse poche settimane gli incidenti provocati dai teppisti. Ha dovuto attendere un po' prima che fossero rimossi tutti i frammenti dalla cavità oculare.
Oggi, con l'attualità che pone sotto i riflettori casi di cronaca simili e raccapriccianti (è il caso dell'autista morto per l'agguato al convoglio dei tifosi del Pistoia basket), il tecnico del Sassuolo prova le stesse emozioni. "Mi sono reso conto che in un attimo le cose possono cambiare – ha aggiunto in conferenza stampa –, che siamo tutti fragili in una vita nella quale ci sentiamo troppo forti. In quella triste giornata mi sono reso conto di quanti passi in avanti ci siano ancora da fare. Trascorrendo tanto tempo sui pullman ogni tanto mi capita di rivivere quei momenti".

L'autore del folle gesto condannato a 4 mesi di carcere e bandito dagli stadi per 3 anni
Le indagini delle forze dell'ordine permisero di individuare uno dei facinorosi che partecipò alla sassaiola contro il bus del Lione a Marsiglia. Confessò di aver lanciato la pietra che spaccò il lunotto del veicolo: "L'ho raccolta e l'ho rilanciata – disse in tribunale mostrando pentimento -. Mi sono lasciato trascinare da quella situazione". Venne condannato a 4 mesi di reclusione e bandito dagli stadi per 3 anni.