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“Eriksen alle porte dell’aldilà, nell’anticamera della morte”: un miracolo per il perito di Astori

Il professor Gaetano Thiene è un esperto di morte cardiaca improvvisa negli atleti ed eseguì le perizie su Davide Astori e Antonio Puerta, ora non usa giri di parole per descrivere la ‘rinascita’ di Christian Eriksen: “Era già alle porte dell’aldilà, la fibrillazione ventricolare è l’anticamera della morte. E invece il miracolo questa volta è avvenuto”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Christian Eriksen sta bene e resterà in ospedale per qualche altro giorno, allo scopo di essere sottoposto ai necessari esami per di capire bene cosa gli è successo quando sabato sera è crollato al suolo alla fine del primo tempo tra Danimarca e Finlandia. La domanda che ci si fa in casi come questi, purtroppo già accaduti in passato con esiti ben più infausti, è come sia possibile che un atleta di alto livello, al top della forma e supercontrollato, possa rischiare di morire senza alcuna possibilità di prevenire un episodio così grave.

Il problema dovrebbe essere stato di tipo elettrico, tale da provocare un'aritmia severa che ha mandato in cortocircuito il cuore di Eriksen, spiega al ‘Corriere della Sera' Gaetano Thiene, esperto di morte cardiaca improvvisa negli atleti: "Il paradosso è che c'erano già stati più di 40 minuti di gioco, ma questo non è un problema per un atleta. Il cuore è capace di prestazioni sportive enormi, di grandi performance meccaniche, ma la stabilità elettrica è un’altra storia, nel cuore di Eriksen c’è stato un cortocircuito".

Il professor Thiene, che eseguì le perizie su Davide Astori e Antonio Puerta, non usa giri di parole per descrivere come il centrocampista danese sia stato letteralmente strappato al suo ultimo giorno: "Eriksen era già alle porte dell’aldilà, la fibrillazione ventricolare è l’anticamera della morte. E invece il miracolo questa volta è avvenuto, gli hanno salvato la vita, la sua è stata una morte improvvisa abortita. È stato un grande successo".

Thiene sottolinea il ruolo decisivo della tempistica dei soccorsi, a cominciare da quello immediato portato da Kjaer: "Andrebbero premiati. Tutti quanti! Dal compagno di squadra che ha avuto la prontezza di spostargli la lingua per riaprire le vie aeree superiori. Ai medici che per diversi minuti gli hanno praticato il massaggio cardiaco perché il cuore potesse pompare. E poi a quelli che hanno usato il defibrillatore. Il defibrillatore è stata una grandissima invenzione, è un salvavita. Se l’hanno usato vuol dire che era in corso una fibrillazione ventricolare, il ragazzo ha perso coscienza, non poteva essere una sincope banale da caldo o da freddo, fosse stato così si sarebbe presto rialzato".

In molti adesso si chiedono se il campione di Inter e Danimarca potrà tornare a giocare, il professor Thiene non può rispondere: "Una patologia sottostante c'è di sicuro. E purtroppo queste patologie possono sfuggire anche ai controlli più serrati come quelli dei medici sportivi. Se potrà tornare a giocare? Domanda difficile, eventi così non capitano a caso. Ma non importa, abbiamo vinto, il ragazzo è vivo".

Alla ‘Gazzetta dello Sport' ha parlato invece Piero Volpi, capo dello staff medico dell'Inter, che ha fatto chiarezza sull'assoluta idoneità del giocatore: "Abbiamo passato una brutta ora, non io ma tutta la famiglia del nostro club. Nei prossimi giorni sarà sottoposto a esami approfonditi. L'importante è che stia bene, ma mai c'era stato nessun episodio che, neppure lontanamente, aveva fatto intravedere un problema, né quando era al Tottenham, né tantomeno all'Inter. In Italia i controlli molto rigidi".

Una tragedia evitata, un miracolo: tra un po' Christian Eriksen avrà molte persone da ringraziare e una vita da riabbracciare.

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