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De Laurentiis, l’incontro segreto con Spalletti: “Nel garage col cappuccio in testa, mi trascinò su”

Aurelio De Laurentiis svela l’incontro segreto con Luciano Spalletti e spiega dov’è nato lo Scudetto del Napoli: “Mi sono finalmente liberato di tutti quei giocatori che io trovavo un po’ demotivati e non potevano portarmi dove volevo. Sentivo bisogno di aria nuova”.
A cura di Paolo Fiorenza
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È il momento delle rivincite per Aurelio De Laurentiis, che dopo essere stato spesso contestato da parte della tifoseria del Napoli nei suoi 19 anni di presidenza è riuscito non solo a vincere uno Scudetto in maniera trionfale ma anche a pacificare finalmente la sua figura con l'intero popolo azzurro. Il 73enne produttore cinematografico è un vulcano in perenne eruzione di idee e già rilancia per l'anno prossimo promettendo di non indebolire la squadra sull'altare del mercato, ma anzi di rafforzarla., ovviamente sempre con la guida illuminata di Spalletti in panchina.

"A darmi sicurezza quest'anno erano non solo i gioielli, Osimhen, Kvara, ma anche tutti gli altri. Il capitano Di Lorenzo è un uomo straordinario, educatissimo, su cui si può sempre contare. Se sono sicuro di poterli tenere tutti al Napoli l'anno prossimo? Non solo: vorrei aggiungerne altri – spiega a Repubblica – Mi piacerebbe avere un americano, perché in America anche se il campionato vale poco ci sono grandissimi giocatori che risplendono in nazionale. E poi un giapponese, avendo già un coreano, visto che c'è un grande sviluppo del nostro calcio in Oriente e ci sono nuove entrate da considerare. Ma non vorrei mandare via nessuno dei nostri".

Aurelio De Laurentiis con Luciano Spalletti, un sodalizio vincente
Aurelio De Laurentiis con Luciano Spalletti, un sodalizio vincente

Il demiurgo della grande bellezza sciorinata dal Napoli sui campi d'Italia e d'Europa è ovviamente Luciano Spalletti, per il quale la stima di De Laurentiis è enorme non solo come allenatore: "È un condottiero, un grande affabulatore: tutti dovrebbero studiarlo, c'è sempre da imparare da lui". Il presidente svela il primo segretissimo incontro col tecnico toscano, quando all'inizio del 2021 i dubbi su Gattuso si addensavano sempre più nella sua mente: "Spalletti lo seguo da quando era in Russia, tante volte l'ho chiamato per portarlo a Napoli. Un bel giorno sono andato a trovarlo a Milano al bosco verticale, lui è venuto molto timorosamente nel garage per non farsi vedere, con un cappuccio in testa, e mi ha trascinato nel suo appartamento. Gli ho detto: ‘Non so se andrò avanti con Gattuso, tu tieniti pronto'. Rispose: ‘Presidente, a giugno vengo ma adesso non me la sento'. Insistetti: ‘No, se io dovessi avere dei problemi e decidessi di esonerare subito Gattuso, tu mi devi promettere che ti rendi disponibile'. Mi diede la mano, poi non c'è stato bisogno di cambiare in corsa, abbiamo aspettato la fine della stagione".

De Laurentiis con l'ex capitano Lorenzo Insigne: col suo addio è partito il nuovo ciclo del Napoli
De Laurentiis con l'ex capitano Lorenzo Insigne: col suo addio è partito il nuovo ciclo del Napoli

L'arrivo di Spalletti è stato uno dei momenti fondanti del Napoli scudettato, poi l'estate successiva è arrivato l'altro, con l'addio di senatori che avevano fatto la storia recente del club azzurro come capitan Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz e Ospina. De Laurentiis spiega che è stato un atto necessario: "Con Ancelotti e Gattuso erano accadute delle cose che non mi avevano convinto, quindi mi sono finalmente liberato di tutti quei giocatori che io trovavo un po' demotivati e non potevano portarmi dove volevo. Sentivo bisogno di aria nuova. E avevamo già individuato da tre anni Kvaratskhelia in Georgia, ma era il periodo Covid, avevamo perso 258 milioni, ci chiedevano molti soldi. Poi lui ha cambiato agente e Giuntoli è stato molto bravo a portarlo a casa per 11 milioni. Osimhen ha avuto la possibilità di recuperare fisicamente: molte volte l'abbiamo avuto a mezzo servizio".

De Laurentiis è sempre foriero di nuove idee per cambiare il mondo del calcio e anche stavolta ne tira fuori una, giocare i campionati nazionali d'estate: "Io avrei unidea. Perché giocare d'inverno con la neve, la pioggia, la grandine? Non potremmo cominciare in tutta Europa il 1° aprile? Non è un pesce d'aprile, ma una necessità. In 7 mesi fino a ottobre si potrebbero disputare campionati nazionali e Coppe europee. Da novembre a marzo restano 5 mesi per far riposare i signori calciatori, andare in ritiro, giocare con le nazionali. Se ho calciatori africani, perché a gennaio me ne devo privare per la Coppa d'Africa? Uefa e Fifa dovrebbero sedersi al tavolo con noi ed essere rispettose dei nostri campionati, che per i tifosi vengono prima delle Coppe europee e delle nazionali. Ho calciatori che vanno e vengono dal Sudamerica o dall'Asia in 48 ore e poi devono giocare da noi il giorno dopo: follia. Già adesso i tornei partono ad agosto, alcuni anche a luglio. E il tempo atmosferico si sta spostando, valutiamo anche questo".

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