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De Laurentiis in assemblea di Lega, la ricostruzione: senza sintomi del Covid né mascherina

Aurelio De Laurentiis è positivo al coronavirus, lo ha saputo solo nella serata di ieri dopo aver partecipato alla riunione in Assemblea di Lega. Il presidente non era al corrente della propria situazione né aveva sensazioni che fossero direttamente ricollegabili alla sintomatologia indicata per il Covid-19. Secondo fonti interne alla società, avvertiva solo un leggero mal di stomaco che aveva attribuito alla cena della sera precedente fatta a Capri (indigestione a base di ostriche). Durante i lavori dell’assemblea le regole erano chiare così da rispettare i protocolli anti Covid: il distanziamento tra le sedute non richiedeva l’utilizzo della mascherina sul volto.
A cura di Redazione Sport
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Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è risultato positivo al coronavirus. Ieri ha partecipato all'assemblea di Lega a Milano, per discutere assieme agli altri presidenti del nuovo assetto manageriale per la gestione dei diritti tv della Serie A, ma non era al corrente della propria situazione né aveva sensazioni che fossero direttamente ricollegabili alla sintomatologia indicata per il Covid-19. Lo ha scoperto solo in serata quando, ricevuto l'esito del tampone (il secondo dopo quello negativo di lunedì), è stata inviata comunicazione urgente ai dirigenti e ai presidenti che erano presenti alla riunione. Nel frattempo la febbre gli era salita fino a 38.5.

La febbre gli è stata misurata all'ingresso dell'aeroporto di Capodichino, all'arrivo all'aeroporto di Linate, all'ingresso e all'uscita dell'Hotel Hilton di Milano e poi ancora nei due aeroporti per il viaggio di ritorno – è la nota del Calcio Napoli -. In tutte queste sei occasioni mai De Laurentiis ha avuto una temperatura irregolare, altrimenti sarebbe stato bloccato e controllato come prescrivono le norme sul Covid-19 e quindi il Napoli definisce questo dato ‘incontrovertibile.

Le condizioni attuali del patron azzurro. Secondo fonti interne alla società, avvertiva solo un leggero mal di stomaco che aveva attribuito alla cena (indigestione a base di ostriche, la versione ufficiale) della sera precedente fatta a Capri, dove si trova attualmente. Niente lasciava presagire che potesse essere contagiato dal virus, diversamente mai avrebbe intrapreso il viaggio dall'Isola a Milano (salvo tornare in giornata al termine degli impegni) come invece ha fatto. Unico dubbio: un suo collaboratore già venerdì scorso nel ritiro di Castel di Sangro era risultato positivo.

Le sue condizioni attuali sono buone anche se avverte spossatezza e ha un po' di febbre. Considerata l'età (ha 71 anni e l’autunno scorso ha sofferto per una pleurite), i medici non escludono che possa essere trasferito a Roma per effettuare controlli e test all'Ospedale "Gemelli" della Capitale. Intanto, nella giornata di venerdì ha fatto ritorno nella sua abitazione nella Capitale.

Rispettati i protocolli anti-Covid. Durante i lavori dell'assemblea le regole erano chiare così da rispettare i protocolli anti Covid: il distanziamento tra le sedute non richiedeva l'utilizzo della mascherina sul volto. In quella sala c'erano una cinquantina di persone che, in maniera diretta o indiretta, sono entrate in contatto con il presidente del Napoli (ha pranzato con alcuni colleghi) e adesso dovranno sottoporsi a controlli restando a distanza dalle rispettive squadre.

Senza mascherina. All'arrivo indossavano una mascherina il presidente della Juventus Andrea Agnelli, l'ad dell'Inter Giuseppe Marotta, il presidente del Milan Paolo Scaroni, quello della Lazio Claudio Lotito e anche i dirigenti della Lega come il presidente Paolo Dal Pino e l'ad Luigi De Siervo. Oltre a De Laurentiis, alcuni altri dirigenti non hanno utilizzato alcuna protezione né all'ingresso all'Hotel Hilton né all'uscita. Il numero uno azzurro si era anche fermato a scambiare una battuta con alcuni giornalisti. Nessun contatto invece con la squadra attesa da due amichevoli (Pescara e Sporting Lisbona) prima dell'inizio del campionato.

Perché De Laurentiis era andato in Lega? Oggetto della discussione era un passaggio formale importante per il futuro dell'intero movimento: la creazione di una media company, una società che – attraverso l'ingresso di Fondi di private equity – si occuperà di valorizzare il brand del prodotto "calcio italiano" e commercializzarne i diritti.

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