Cristian Brocchi dice basta a 49 anni: “Non allenerò più, ho voltato pagina”. Cosa è successo

Cristian Brocchi dice basta e a 49 anni appende la panchina al chiodo. La sua carriera di allenatore ha vissuto dunque il suo ultimo atto tre anni fa, il 10 aprile 2022: il suo Vicenza fu sconfitto 1-0 in casa del Benevento e la società veneta il giorno dopo lo esonerò. Da allora ha fatto l'opinionista televisivo e quest'anno ha preso parte anche alla Kings League Italy come coach dello Zeta FC. I motivi che hanno portato l'ex centrocampista di Milan e Lazio a dire basta sono abbastanza sofferti, come fanno capire bene le sue parole disilluse.
Perché Cristian Brocchi si ritira da allenatore
"Il mio futuro? Ho tanto da trasmettere, da insegnare. Ma non in panchina: non allenerò più – è l'annuncio di Brocchi – Questo è un mondo in cui umanamente do troppo di più, rispetto a quello che ricevo. Io ho dimostrato di essere bravo e me lo dico da solo proprio perché ho voltato pagina. Non ho più voglia di buttarmi in situazioni disperate. Pochi mesi fa c'era stata una possibilità in Serie A e ho sentito un fuoco dentro incredibile. Ma non si è concretizzata".

Cosa fa oggi Brocchi: "Masterclass"
Adesso Brocchi fa tutt'altro: "Mi sono concentrato sui ragazzi: io li amo, mi piace stare a contatto con i giovani. Faccio masterclass con il gruppo Pegaso. L'ultima era rivolta a studenti di Scienze motorie che vorrebbero entrare nello staff di una squadra di calcio". Cristian, che da calciatore col Milan vinse uno Scudetto e due Champions, fa dunque il relatore d'eccellenza in eventi formativi organizzati dall'Università Telematica Pegaso, condividendo la sua esperienza ad altissimo livello con gli studenti.

"Mi ha fatto male sentirmi definire come il lecchino di Berlusconi"
Brocchi ancora oggi non digerisce la definizione di lui come ‘cocco di Berlusconi', durante la sua carriera con Milan e Monza: "Se c'è una cosa che mi ha fatto male, è sentirmi definire come il suo lecchino – spiega alla ‘Gazzetta dello Sport' – Credo che il presidente apprezzasse di me l'esatto contrario: non ho mai cercato di sfruttare la stima che aveva nei miei confronti. Berlusconi vedeva in me quello che avrebbe voluto vedere in ogni ragazzo del settore giovanile: umiltà e voglia di raggiungere gli obiettivi. Io sono stato formato dal Milan: se ho questa mentalità vincente, lo devo al club. Al mondo ci sono più brocchi che Messi o Ronaldo. Non è semplice arrivare al vertice. La grinta e la volontà aiutano tantissimo. In ogni allenamento io ho cercato di dare qualcosa in più degli altri. Sono partito da Buccinasco senza una lira e ho vinto due Champions".