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Cosa vuol dire essere Francesco Totti a Roma, uno ‘straniero’ a casa sua

Quello tra Francesco Totti e la città di Roma è un rapporto unico e simbiotico. L’affetto infinito dei tifosi e fan del Pupone paradossalmente gli hanno impedito di vivere la sua città come avrebbe voluto. Impossibile anche un semplice giro per le strade della Capitale per la grande gloria capitolina, costretto a ricorrere a non pochi escamotage per passare inosservato.
A cura di Marco Beltrami
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Un amore unico e infinito, un legame indissolubile. Quello tra Francesco Totti e Roma è un rapporto speciale, ineguagliabile. Uno dei figli più famosi della città eterna, bandiera della Roma e primo avversario della Lazio. Una simbiosi totale, quella tra il Pupone e la Capitale, anche se sono passati tanti anni dall'addio al calcio giocato e un amore che è destinato a durare per sempre. Una Roma che Totti non ha mai lasciato durante la sua avventura professionale e che ha sempre dimostrato di amare alla follia, pur paradossalmente senza poterla vivere a fondo, proprio a causa degli "effetti collaterali" della sua immensa popolarità.

Francesco Totti, uno ‘straniero' nella sua Roma

Quando si parla di Francesco Totti e impossibile non pensare alla Roma e a Roma. Dal 1989, anno in cui ha mosso i primi passi delle Giovanili, fino al 2017 in cui ha dato l'addio al calcio (restando poi per un breve periodo da dirigente in giallorosso), la sua popolarità è cresciuta in maniera esponenziale e il suo rapporto con la Capitale è diventato simbiotico. Un amore talmente forte da impedirgli anche di "vivere" la sua città in libertà: impossibile per lui, godersi dei momenti di relax per le vie della città eterna, senza essere preso d'assalto dai tifosi, senza essere accerchiato dai fan. Impossibile insomma vivere la normalità e la quotidianità della sua Roma.

Totti costretto a ricorrere a cappuccio, occhiali e mascherina per girare a Roma in incognito

La soluzione? Cercare di rendersi il meno possibile riconoscibile, con l'ausilio di cappucci, occhiali da sole e della mascherina di cui il Pupone ha fatto di necessità virtù. Ecco allora che proprio recentemente Totti e l'inseparabile moglie Ilary si sono concessi una giornata in giro per la Capitale, approfittando dunque del freddo, e del conseguente ricorso ad accessori che gli hanno permesso di passare inosservato, per respirare un po' tra le strade romane. "Freddo, un cappuccio, una mascherina… e vivi Roma come non l'hai mai vissuta!", ha scritto un cugino dell'ex capitano della Roma sui social per accompagnare la sua foto sui social.

Cosa significa essere Francesco Totti a Roma, il racconto del Pupone

Un giro in incognito che fa il paio con il primo post-lockdown quando la Totti-family ne ha approfittato, sempre ben "coperta" per concedersi una passeggiata nel centro storico di una Roma, realizzando così quel sogno più volte dichiarato nelle interviste: "Un sogno non realizzato? Vorrei girare per Roma indisturbato".

E a spiegare cosa significhi dunque essere Totti a Roma, ci ha pensato il diretto interessato in un'intervista alla Revista Libero: "Roma si gode me, per il giocatore, la persona, per quello che ho fatto. Ma io sulla vita quotidiana, fuori dal campo, non me la godo Roma. Perché io tanti monumenti, tante strade, tante cose, fino ad oggi non le ho viste. Il Colosseo l’ho visto 3-4 anni fa, una cosa surreale. A Via del Corso sono trent’anni che non ci vado, l’ultima volta avevo 18-19 anni. Non posso fare una passeggiata, non posso andare al cinema. Devo entrare quando il film è iniziato. Sono cose surreali se ci pensi. Però mi piace, sono abituato, mi fa piacere. Ci sono momenti in cui vorresti respirare un po’ di più, alla fine fondamentalmente sono un essere umano anche io…".

Quando Totti festeggiò lo Scudetto sul motorino, con il caso per le vie di Roma

E non mancano anche gli episodi curiosi come quello relativo ai festeggiamenti per la vittoria dello scudetto del 2001, con il fondamentale successo interno contro il Parma. In quell'occasione Totti non rinunciò alla tentazione di scendere in strada, seppur con le dovute precauzioni, sfruttando il casco: "Io sono astemio. Dopo la partita dello scudetto sono andato a casa a prendere la moto, non so come ho fatto ad arrivarci, e sono andato al ristorante dopo la partita per festeggiare – rivelò a Che tempo che fa sulla Rai – A Roma era impossibile camminare, e sono entrato nel ristorante col casco e sono rimasto così 5’ perché c’era gente. Poi ho dovuto levarlo sennò mi veniva la rosolia. Con la cannuccia potevo bere".

La fuga nel convento per sfuggire ai tifosi e il rapporto con i laziali

E una settimana dopo Totti fu addirittura costretto a nascondersi in un convento, per sfuggire ai tifosi: "La settimana dopo la vittoria dello scudetto eravamo a questo ristorante, a Testaccio, dove c’è la romanità in tutto e per tutto. Voci di corridoio, la gente ha saputo che ero lì. Già c’erano centomila persone per strada, l’unico modo per scappare era quello di arrampicarci da un’altra parte, dove c’era un convento. Ho scavalcato, ed eravamo tutti sporchi e zozzi. Quando ci siamo affacciati, c’era uno con la lampada e ho pensato ‘eccallà mo ce spara’. Il frate m’ha guardato e mi ha detto ‘ma che stai a fa’ e io gli ho spiegato che era l’unico modo per scappare dalla gente e poi mi ha accompagnato. Però mi ha detto ‘facciamoci una foto almeno’. È il minimo".

Dall'affetto dei tifosi della Roma, al rispetto (con qualche insulto a volte) dei sostenitori della Lazio. Totti deve fare i conti anche con quelli per i quali è stato l'avversario di una vita intera: "I tifosi della Lazio? – dichiarò a Repubblica – Ci può essere sempre il cretino che insulta, ma quando li incontro per strada la maggior parte dei laziali sono sportivi, mi fanno i complimenti".

Totti e l'amore infinito per la sua Roma

Niente però può spezzare il rapporto magico tra Totti e la Città Eterna. Il Pupone non potrebbe mai rinunciare alla Capitale: "M’inorgoglisce perché il rapporto che ho con i romani, va oltre il calciatore e il tifoso. Con il fatto che sono cresciuto in una squadra sola, mi ha aiutato a capire tante cose reali di Roma. È speciale perché sono sempre stato tifoso della Roma, è sempre stato il mio sogno indossare la maglia numero 10 e la fascia di capitano. Una volta che sono riuscito a ottenere questo sogno, me lo sono tenuto stretto. Questa è la specialità mia rispetto a tanti altri. Roma è la città più bella del mondo. Mare, montagna, sole, amici, parenti per me è una città che non cambierei con nessun altra al mondo".

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