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Cosa farà Ibrahimovic dopo il ritiro: “Il panico ti viene quando ti svegli e non sai cosa fare”

Dopo aver saluto San Siro e il suo pubblico, Zlatan parla a cuore aperto e a mente lucida del suo futuro. “Sono convinto che Raiola avrebbe comunque voluto che continuassi perché avrebbe preteso la commissione…”.
A cura di Maurizio De Santis
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Dopo l'addio al calcio, Ibra s'è preso un po' di tempo riflettere sul futuro.
Dopo l'addio al calcio, Ibra s'è preso un po' di tempo riflettere sul futuro.

E ora, che faccio? Uno dei passaggi della conferenza stampa di Ibrahimovic rende bene l'idea del vuoto che un giorno all'improvviso s'è ritrovato davanti quando ha deciso (e comunicato, cosa ancora più dura) che è arrivato il momento di smettere con la vita dal calciatore.

Per tanti anni noi giocatori siamo abituati a muoverci secondo programmi precisi – dice lo svedese -. Il panico ti viene quando ti svegli e non sai cosa devi fare. Io non avrò più programmi da seguire. Mi mancherà allenarmi, mangiare con la squadra, stare nello spogliatoio. Si dividono emozioni e cose private. Tutto nello spogliatoio. Ora sarà un altro mondo. Se una cosa del genere fosse successa tre mesi sarebbe stato angosciante ma ora sono pronto. La paura passa quando si accetta la situazione

L'attaccante spiega quale sono le sensazioni che ha provato nel mettere fine alla carriera da calciatore.
L'attaccante spiega quale sono le sensazioni che ha provato nel mettere fine alla carriera da calciatore.

A San Siro l'abbraccio commosso del suo pubblico lo ha aiutato a rendere meno doloroso il momento che nessun giocatore vorrebbe mai affrontare: appendere gli scarpini al chiodo quando sei troppo ‘vecchio' per continuare a fare il tuo mestiere ma ancora abbastanza giovane da avere tutta una vita dinanzi a te e non sapere ancora da che parte (ri)cominciare. È una nuova dimensione: adattarsi, in che modo starci e viverla è la vera sfida da grande, come lasciare alle spalle la classe del liceo e affrontare l'università della vita. Che sia a 20 oppure a 40 anni è la stessa sensazione, sembrano pochi e volati via in fretta. Anche per Zlatan.

Il calcio mi ha fatto diventare uomo – ha aggiunto Ibra -, conoscere persone che non avrei mai conosciuto e vedere tutto il mondo. Adesso arriva il prossimo capitolo della mia vita.

Direttore tecnico o allenatore? Zlatan resta nel mondo del calcio ma non sa ancora in quale veste,
Direttore tecnico o allenatore? Zlatan resta nel mondo del calcio ma non sa ancora in quale veste,

La domanda che gli ronza in testa, e che un po' tutti gli (si) fanno, è una sola: il suo è un addio al calcio in maniera definitiva oppure esiste un altro percorso all'interno di questo mondo che lo svedese può intraprendere? La risposta è alla Ibra, ma qui c'entrano nulla il sarcasmo oppure le battute che sono un'emanazione del suo ego. Quelle le spiattella in faccia ai tifosi del Verona che, senza alcun rispetto dell'uomo e del professionista in un momento così delicato, lo fischiano. Li seppellisce con una frase semplice: "fischia, fischia pure… questo è il vostro momento dell'anno che vedete me". Chapeau. Poi il tono acquisisce altre sfumature. Non è più solo l'orgoglio al parlare e nemmeno il cuore che batte forte e gli scoppia in petto. Nella sua testa c'è già uno sguardo buttato al futuro.

Non è giusto prendere decisioni così in fretta. Ci penserò questa estate. Mi prenderò il tempo che mi serve per riflettere bene e poi quando la situazione sarà più calma farò le mie valutazioni. Non penso che lascerò il mondo del calcio ma credo anche che quando si inizia una cosa nuova bisogna iniziare da zero e crescere poco alla volta. Se penso che un domani potrò mai essere allenatore oppure direttore? È sicuramente una grande responsabilità perché da calciatore puoi essere te stesso ma in altre situazioni sei più limitato. E poi solo perché sono stato calciatore non significa che posso essere anche allenatore. Vediamo.

Cosa gli avrebbe detto Mino Raiola se gli avesse sussurrato la volontà di dire addio al calcio? Un altro passaggio bello dal punto di vista emotivo è il ricordo, con tanto di chiosa ironica, sul rapporto che ha avuto con l'ex procuratore, l'uomo che gli è stato al fianco quando era ancora un ragazzo e poi ne ha seguito, passo dopo passo, la strada che l'ha portato a essere uno dei migliori calciatori nel panorama internazionale.

Quando è successa la tragedia con Mino è stato tutto strano perché, anche se sono una persona molto riservata, con Mino avevo fatto tutto. Poi mi sono trovato da solo e non avevo nessuno al mio fianco. Ma sono convinto che Raiola avrebbe comunque voluto che continuassi perché avrebbe preteso la commissione… Scusami, Mino. Ma è così.

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