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Cosa fa Roberto Baggio oggi, la nuova vita del Divin Codino dopo l’addio al calcio

Roberto Baggio è uscito dal calcio. Lo ha fatto nel 2013, lasciando la presidenza del Settore tecnico della FIGC assegnatagli tre anni prima. Nel 2012, a distanza di 8 anni dal suo ritiro, ha preso il patentino da allenatore e avrebbe potuto sedere su una panchina di Serie A, ma la sua carriera non è nemmeno iniziata. Oggi vive ad Altavilla Vicentina con la moglie Andreina e i tre figli. Con loro gestisce la tenuta di famiglia, curando i campi e il bestiame.
A cura di Valerio Albertini
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"Spacco la legna, uso il trattore, l'escavatore, la sera sono così stanco che mi gira la testa". Poche, semplici parole spiegano alla perfezione cosa faccia oggi Roberto Baggio, il Divin Codino che ha fatto sognare il popolo italiano durante tre mondiali, vincitore del Pallone d'oro nel 1993. Roby si è completamente distaccato dal calcio. Lo ha fatto dal 2013, quando ha lasciato il ruolo di Presidente del Settore Tecnico della FIGC assegnatogli da Giancarlo Abete, nove anni dopo quel Milan-Brescia del 16 maggio 2004, che aveva sancito il suo addio alla carriera da calciatore. Recentemente, in un'intervista al Venerdì di Repubblica, ha raccontato come smettere abbia rappresentato per lui una sorta di liberazione: "Non vedevo l'ora. Lasciare mi ha ridato vita e ossigeno, stavo soffocando, troppo male, dolore fisico". Oggi Baggio vive ad Altavilla Vicentina, in provincia di Vicenza e a una ventina di chilometri da Caldogno, dove è nato, con la moglie Andreina e i loro tre figli Valentina, Mattia e Leonardo. Con loro gestisce la tenuta di famiglia, curando i campi e il bestiame.

Il Divin Codino, oggi, ha 54 anni ed è definitivamente uscito dal calcio da quando ne aveva 46. Non fa parte di nessuna società, non allena né commenta il pallone, e rivendica con forza la sua scelta:

Ho sempre saputo che il calcio aveva una fine. La gente si stupisce: come, non ti metti più gli scarpini, non ti viene voglia? No, e allora? Bisogna che ci mettiamo d'accordo: quelli che senza pallone si sentono appagati e felici sono falliti?

La presidenza del Settore tecnico della FIGC e il patentino da allenatore

Eppure, Roberto, negli anni scorsi, aveva provato a continuare a far parte del mondo che lo ha ospitato per più di vent'anni. Nel 2010 viene nominato presidente del Settore tecnico della FIGC su proposta del presidente della Federazione Giancarlo Abete, d'accordo con il presidente dell'AIAC Renzo Ulivieri. La sua avventura in FIGC, però, dura meno di tre anni e, com'è nello stile del personaggio, lascia l'incarico senza mezze misure:

Non ci tengo alle poltrone. Il mio programma di 900 pagine, presentato a novembre 2011, è rimasto lettera morta, e ne traggo le conseguenze.

Così, il calcio italiano ha perso la possibilità di godere delle conoscenze e delle competenze di una persona come Baggio. Ma Roby, un anno prima, aveva tentato anche la strada da allenatore, conquistando il titolo di Prima Categoria Uefa Pro, che gli avrebbe permesso di sedere sulla panchina di una squadra di Serie A. In realtà, la sua carriera di tecnico si è fermata sul nascere.

La scelta di restare fuori dal calcio e la sua nuova vita

Pur essendo uscito dal calcio, Roberto Baggio non è stato dimenticato e ogni giorno riceve decine di lettere a cui risponde personalmente. È ancora una volta lui a spiegare questa sua decisione, anche se qualcosa che riguarda il suo vecchio mondo non smette di toccarlo:

C'è altro, ci sono gli altri, e c'è il momento in cui non dipendi più dal giudizio di chi ti guarda. Mi sono distaccato dal pallone, ma ci sono cose che fanno ancora male, come la morte di Paolo Rossi.

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Roby non capisce perché gli altri non capiscano la sua scelta, che lui difende fortemente, soprattutto riguardo il fatto di non essere dall'altra parte della barricata, quella di chi commenta ciò che avviene in campo:

A tutti sembra strano il mio disinteresse, non guardo le partite, non mi divertono quasi mai. Dare giudizi sugli altri mi mette a disagio, non vado in TV, vedo ex colleghi che sentenziano da professori, ma me li ricordo incapaci di fare tre palleggi con le mani. Ho la fortuna di aver fatto il calciatore e poi di aver trovato qualcosa che mi dà soddisfazione: arare, spalare, piantare.

Roberto Baggio oggi: le nuove passioni, il peace summit award 2010 e il buddhismo

Questa è la sua nuova vita, dedicata alla gestione della sua casa immersa nel verde della provincia vicentina, sempre accanto agli affetti più cari, come sua moglie Andreina, sposata nel 1989. Archiviato il calcio, Roby ha scoperto nuove passioni e altri sport da seguire:

Io ora preferisco il basket, tifo Lakers, mi era simpatico Shaquille O'Neal, tifavo per Kobe, adoro LeBron, e andavo pazzo per Bolt. Mi piace il calcio femminile perché le donne hanno passione e carattere.

Sport, dunque, ma non solo. Perché da sempre Baggio si è impegnato molto nel sociale. Da tempo ambasciatore FAO, nel 2010 ha vinto il Peace Summit Award, riconoscimento dato a colui che più si è impegnato verso i bisognosi. Aiuto alle organizzazioni benefiche, impegno nella campagna di liberazione della leader birmana Aung San Suu Kyi, oggi tornata terribilmente d'attualità, e sostegno nel finanziamento per la costruzione di ospedali in tutto il mondo le sue attività che hanno convinto i premi Nobel per la pace ad assegnargli il premio.

Buddhista praticante dalla fine degli anni '80, nel 2014 ha inaugurato a Corsico, comune milanese, il centro buddhista più grande d'Europa e oggi, nella sua casa di Altavilla Vicentina, continua a dedicare tanto tempo alla preghiera. Tempo che uno dei più grandi calciatori italiani ha deciso di non dedicare più allo sport che l'ha reso grande, perché "la natura ti dà le chiavi per poter essere felice, sta a te saperti riempire la vita, saper usare le mani e non solo i piedi".

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