Coronavirus, Serie A a porte chiuse: oggi il decreto del Governo. Caos date per i recuperi
Il Coronavirus ha bloccato una parte dell’Italia e ha stoppato anche il campionato di calcio, quattro partite sono state rinviate a data da destinarsi. Mentre il numero dei contagiati aumenta, nello sport però qualcosa potrebbe cambiare. Perché mentre c’è chi dice e pensa che lo sport e in particolare il calcio possa fermarsi per un’altra settimana c’è anche chi ricorda che il calendario è intasato e sarebbe complicatissimo poi rimodellarlo. E così prende forza l’ipotesi di giocare a porte chiuse le partite del prossimo turno di Serie A, inclusa Juventus-Inter.
Juve-Inter si può giocare a porte chiuse
L’ipotesi del rinvio pare molto complicata per la sentitissima sfida Scudetto tra bianconeri e nerazzurri. Secondo quanto scrive ‘La Gazzetta dello Sport’, il Governo, e in particolare il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, sta lavorando a un decreto che preveda la possibilità di giocare tutte gli incontri delle varie manifestazioni sportive, ma a porte chiuse, nelle regioni interessate dall’emergenza Coronavirus, tra queste anche il Piemonte, teatro il prossimo 1° marzo di Juventus-Inter. Fondamentale sarà capire quanto durerà il provvedimento: se sei o sette giorni, partendo da oggi. Perché Juve-Inter si disputa domenica sera. Il viceministro della Salute Sileri ha provato a essere positivo dicendo: “Stando così le cose non vedo perché non si dovrebbe giocare”.
Seconda partita a rischio per l’Inter, che ha un calendario fittissimo
Inter-Sampdoria è saltata, a meno di ventiquattr’ore dal calcio d’inizio. Trovare una data per il recupero è molto complicato. I nerazzurri sanno che andando molto avanti in Europa League solo a maggio giocherebbero contro i blucerchiati e per questo avrebbero chiesto alla Lega di Serie A di disputare la partita con la Sampdoria la prossima settimana al posto di quella con il Napoli di Coppa Italia, che invece verrebbe rimandata a maggio. Ipotesi anche questa molto complicata perché a cascata produrrebbe anche il rinvio della finale di Coppa Italia, che però dovrebbe disputarsi in un’altra sede perché l’Olimpico è sotto l’egida dalla Uefa già dal 18 maggio.