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Come sta Gianluca Vialli: “Mi sento bene. Ho lottato contro il cancro col sorriso delle mie figlie”

Le condizioni di Gianluca Vialli continuano a migliorare. L’ex bomber è riuscito a segnare diversi gol nella partita virtuale contro il tumore al pancreas. Le sensazioni sono positive anche se il capo della delegazione della Nazionale azzurra non abbassa la guardia: “Non saprai mai se è finita fino a quando non saranno trascorsi alcuni anni senza problemi”
A cura di Marco Beltrami
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Come sta Gianluca Vialli? Le condizioni dell'ex bomber continuano a migliorare dopo la dura battaglia contro il tumore al pancreas. La "partita" contro il cancro però non è ancora finita per il capo delegazione della Nazionale azzurra che teme un ritorno della malattia. Nella sua ultima intervista al Times, l'ex di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea che a poco a poco sta recuperando lo smalto dei tempi migliori ha dichiarato: "Fisicamente mi sento bene, ma non saprai mai se è finita fino a quando non saranno trascorsi alcuni anni senza problemi. Il cancro è un viaggio con un compagno che non vuoi". Fondamentale nel suo percorso, l'affetto della famiglia che gli è stata sempre vicina

Come sta Gianluca Vialli, il bomber parla delle sue condizioni di salute dopo il tumore al pancreas

Gianluca Vialli in occasione della presentazione del suo libro "Obiettivi: storie ispiratrici per aiutare ad affrontare le sfide della vita", ha parlato ai microfoni del Times. Un'occasione per fare il punto sulle sue condizioni di saluta in netto miglioramento. La prima battaglia contro il tumore al pancreas è stata vinta, ma la strada è ancora lunga per l'ex bomber: "Fisicamente mi sento bene. Penso di avere un po' i muscoli indietro ma mi sono allenato a giorni alterni con mia moglie. Sono ancora molto spaventato e preoccupato. Non saprai mai se è finita, fino a quando non saranno trascorsi alcuni anni senza problemi"

Gianluca Vialli racconta i mesi della malattia e la paura che il cancro possa tornare

Ci vorrà del tempo dunque per tornare alla normalità per Gianluca Vialli. Sono stati mesi difficili, in cui il capo della delegazione azzurra ha riflettuto molto: "Ci vorrà molto tempo per sbarazzarsi di quella sensazione, ogni volta che ti svegli o vai a dormire con un po' di mal di pancia o mal di testa o un po' di temperatura alta, pensando "Oh mio Dio, è tornato". Sei fragile. Non ho mai pensato che essendo un calciatore ero invincibile, sapevo di essere umano. Nessuno vuole qualcosa del genere, ma quando succede, devi vederla come un'opportunità per conoscerti meglio – il modo in cui eri, il modo in cui sei e come vuoi essere in futuro. È inevitabile che tu scopra il tuo vero io. Ci sono state così tante cose su cui ho dovuto lavorare, per cercare di migliorare".

L'importanza della famiglia per la battaglia di Vialli contro la malattia

Fondamentale per Vialli, la vicinanza della famiglia. La moglie e le figlie lo hanno aiutato ad uscire dal tunnel: "Le mie figlie mi hanno aiutato e ho chiesto a mia moglie, quale trucco fosse migliore. Abbiamo riso, perché devi ridere e trovare il lato divertente delle cose se puoi. Non avevo meditato prima, avrei dovuto iniziare già da calciatore o allenatore. Mi ha salvato dalla follia. Posso ancora arrabbiarmi per qualcosa di banale. Ma sono più consapevole, più consapevole che è banale. La consapevolezza è molto importante. Non è una battaglia per me. È più come un viaggio. Lo vedo come un viaggio con un compagno di viaggio indesiderato e voglio sopravvivere".

Vialli e la mancanza del calcio e della Nazionale

Grande la voglia di tornare a lavorare come capo delegazione della Nazionale italiana, al fianco dell'amico di sempre Roberto Mancini: "Mi manca essere sull'autobus, pompare musica, abbracciare i giocatori prima della partita, l'inno nazionale, la gioia dopo .Mi mancava il calcio e non mi rendevo conto di quanto. Quello che direi ai giocatori ora è che in questo momento puoi conoscerti meglio che puoi. Giocare a porte chiuse? Potrebbe essere una nuova sfida da guardare con curiosità".

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