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Come si è arrivati al mercato da 900 milioni della Premier League mentre la Serie A vive in miseria

La sessione invernale del calciomercato si chiude con un gap incolmabile tra le squadre inglesi e gli altri club, che hanno finanziato il loro mercato anche cedendo giocatori in Premier.
A cura di Benedetto Giardina
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La Premier League, stavolta, si è superata. I club inglesi hanno speso sul mercato di gennaio circa 815 milioni di sterline, più di 900 milioni di euro. Questo solo per l'acquisto dei cartellini. Ligue 1, Bundesliga, Liga e Serie A, insieme, non arrivano a 300 milioni di euro. Un distacco abissale, che non si colma nemmeno mettendo nel calderone tutte le altre leghe europee. C'è il calcio in Europa e poi c'è la Premier League, ennesimo capitolo di una vicenda che si protrae ormai da almeno un decennio. Lo strapotere economico che il massimo campionato inglese è riuscito a mettere in piedi in questi anni ha causato un gap apparentemente incolmabile. Specialmente per il calcio italiano, che mai come in questa sessione invernale è rimasto a guardare.

Enzo Fernandez a 120 milioni è l'acquisto più costoso del mercato di gennaio
Enzo Fernandez a 120 milioni è l'acquisto più costoso del mercato di gennaio

Le disponibilità infinite della Premier League

Al primo anno in Inghilterra, Todd Boehly non ha badato a spese per il suo Chelsea. Dopo i 282 milioni spesi in estate, ha replicato a gennaio con ulteriori 329 milioni messi a disposizione del club. Più di mezzo miliardo di euro (oltre 600 milioni) investito in cartellini, con l'ultimo innesto di Enzo Fernandez, strappato al Benfica per 120 milioni dopo un lungo tira a molla. Si va ad aggiungere a Mykhaylo Mudryk (quasi 100 milioni di euro per rilevarlo dallo Shakhtar Donetsk, parte di quali però donati all’esercito ucraino), Benoit Badiashile, Noni Madueke, Malo Gusto, Andrey Santos e David Fofana, più il prestito oneroso di Joao Felix. Tutti under 23, ma per assicurarseli, è stata necessaria una spesa senza precedenti nella sessione di metà stagione. Che siano investimenti per il futuro, non ci piove, ma se un club mette sul piatto più di 600 milioni in quello che una volta si chiamava mercato di riparazione, questo dà l'esatta immagine di quale sia la disponibilità della Premier League in sede di campagna acquisti.

Non è un questione di sceicchi, di tycoon o di fondi: è questione di trovarsi in un sistema funzionante sotto ogni aspetto, che negli anni ha saputo monetizzare al meglio le proprie capacità. Chi si è mosso prima di tutti per conquistare la "fetta" di mercato televisivo in Asia (e non solo)? La Premier League. Chi ha ragionato sin dalla propria nascita come sistema e non come somma di singoli club? La Premier League (andate a chiedere a chi, fino a una dozzina d'anni fa, vedeva i propri club vendere i diritti tv in autonomia…). Chi può contare su stadi moderni e su 40 mila spettatori a partita in ogni week-end? La Premier League, che a ciò aggiunge tutto quel che ne consegue in termini di pubblicità, sponsorizzazioni e merchandising. Più gente ti guarda, più riesci a vendere. Anche all'estero, se si considera che in base agli accordi attuali, i diritti tv internazionali garantiscono ai club introiti di poco superiori rispetto a quelli locali, per un totale di circa 10 miliardi di sterline in tre stagioni, ovvero oltre 11 miliardi di euro dal campionato in corso fino all’edizione 2024/25.

Un abisso tra la Premier e le altre leghe

Il confronto con le altre leghe è impietoso. Dalle analisi di Deloitte, nella stagione 2020/21 – quindi nel pieno della pandemia di Covid-19 – i ricavi televisivi della Premier League sono stati superiori all'intero valore della produzione di ognuna delle altre quattro principali leghe europee: 3,77 miliardi di soli proventi televisivi, contro i 3 miliardi di ricavi complessivi della Bundesliga e della Liga, i 2,5 miliardi della Serie A e gli 1,6 miliardi della Ligue 1, alle prese al tempo con difficili questioni da affrontare proprio sul fronte delle tv. Da sponsor e pubblicità, inoltre, la massima serie inglese ha incassato quasi quanto Liga e Bundesliga messe insieme. La riapertura degli stadi al massimo della capienza ha dato ulteriore linfa alle casse dei club d'Oltremanica, con una media di 39.989 spettatori nella scorsa stagione e un dato che si attesta a 39.863 presenti di media in quella in corso.

La Serie A immobile e la fuga verso l'Inghilterra

Che la Premier League sia più ricca di tutte, ormai, si sa. Ma dall'altro lato della barricata, emerge anche l'immobilismo di chi, una volta, guardava le altre dall'alto verso il basso. La crisi cronica della Serie A ha raggiunto livelli mai visti prima, in questo mese di gennaio. Inter, Juventus e Milan non hanno nemmeno cercato di rafforzare i propri organici, con un solo acquisto messo a segno dalle tre "big" (o presunte tali) del nostro calcio: il portiere classe 1998 Devis Vasquez. Senza acquisti da parte delle tre società col maggior fatturato in Italia, la spesa della Serie A sul mercato di gennaio si è rivelata pressoché risibile. Anzi, il saldo tra entrate e uscite è positivo per circa 35 milioni di euro, perché in molte hanno pensato a sfruttare questa sessione di mercato per far cassa.

Vazquez è stato l'unico acquisto di gennaio tra Milan, Inter e Juventus
Vazquez è stato l'unico acquisto di gennaio tra Milan, Inter e Juventus

Se si guarda al bilancio, tra le top 5 leagues, solo i club della Bundesliga – oltre a quelli inglesi – vantano un saldo negativo tra acquisti e cessioni (giusto un paio di milioni…). Non cambia di molto, rispetto alla Serie A, la situazione di Ligue 1 e Liga. Dal campionato spagnolo sono "usciti" circa 32 milioni, ma con cessioni per 45 milioni di euro. Il saldo di quello francese, invece, è in attivo di oltre 70 milioni. L'Olympique Marsiglia ha investito più di tutti (40 milioni per Vitinha e Ounahi, con cessioni pari a 22 milioni), ma le altre big spender del torneo d'Oltralpe hanno tutte un comune denominatore: prima hanno dovuto cedere. Il Lione, col già citato Malo Gusto, ha preso dal Chelsea 30 milioni da destinare ad una campagna acquisti da circa 23 milioni di euro; il Lorient ha coperto i 19 milioni spesi in entrata con l'accordo da 22,5 milioni per Ouattara al Bournemouth e il Nizza, che ha speso circa 14 milioni, ha ottenuto 11 milioni dalla cessione di Lemina al Wolverhampton. Tutti in Premier League, sarà un caso?

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