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Come gioca l’Albania e cosa aspettarsi dalla partita contro l’Italia agli Europei 2024

Con il nuovo ct, Sylvinho, si è deciso di abbandonare la strada “italiana” per un 4-3-3 molto moderno. Ora l’Albania vuole vincere contro di noi per guardare al futuro.
A cura di Jvan Sica
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La Nazionale dell’Albania e, estendendo il concetto, il movimento calcistico albanese nel suo complesso sono diventati grandi. E adesso vogliono fare uno scherzetto alla nazione calcistica che avevano preso a modello quando si è deciso di investire secondo un programma ben organizzato sul calcio. Questo è quello che ci ritroveremo come sotto-testo della partita d’esordio in questi Europei di Germania e non può far almeno un po’ di paura ai nostri calciatori, molti dei quali alla loro prima grande esperienza internazionale contro e nel girone con gli Azzurri.

L’Albania partecipa per la prima volta a un grande torneo internazionale quando riesce a passare il Gruppo I e a qualificarsi per Francia 2016. Al timone c’è Gianni De Biasi, il gruppo tecnico è completamente italiano e i calciatori migliori, da Berisha a Hysaj, da Memushaj ad Ajeti giocano tutti in Italia. Il modulo è l’ormai italianissimo 3-5-2 e gli Europei sono una bella avventura, perché non viene superato il girone ma con due sconfitte molto onorevoli contro Svizzera e Francia e una vittoria sulla Romania, l’Albania riceve tanti complimenti.

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Quando nel 2017 De Biasi lascia, la squadra viene affidata prima a Christian Panucci e poi a Edoardo Reja, i quali seguono in maniera quasi pedissequa le orme del predecessore, senza però fare risultati di prestigio. All’inizio del 2023 (davvero all’inizio, il 2 gennaio) la Federazione di calcio albanese decide per un secco cambio di rotta: basta tecnici e idee italiane e spazio a Sylvinho, che è stato assistente di due grandi allenatori che lo hanno tenuto in grande considerazione, Mancini e Tite, anche se poi con Lione e Corinthians da capo allenatore non è andata bene.

Si cambia in nome di un calcio a parole propagandato come molto più contemporaneo ma poi anche sul campo dimostratosi funzionale alla rosa attuale dell’Albania. Contro di noi giocheranno molti dei calciatori cresciuti dalle nostre parti. Insieme a Hysaj e Berisha già citati, quasi certo l’impiego dall’inizio di Asslani, Bajrami e soprattutto Djimsiti, l’uomo che nell’Atalanta di Gasperini è diventato uno dei migliori difensori d’Europa in una difesa a 3.

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Ma dicevamo come tutto fosse cambiato e anche il modulo “italiano” è stato accantonato. Niente più difesa a 3 (ma Djimsiti gioca bene anche a 4) per un 4-3-3 molto manciniano nell’idea di dare grande importanza creativa alle due mezzali (Bajrami in primo luogo, autore di una stagione a dir poco anonima con il Sassuolo) e rendere le ali determinanti nel cercare di segnare i gol decisivi (molto meno il centravanti con un cambio di scena proprio negli ultimi giorni: niente convocazione per Sokol Çikalleshi e intero peso dell’attacco su Armando Broja, a cui guarda con interesse il Milan).

Un esterno come Jasir Asani, nato e Skopje e pescato dall’algoritmo voluto da Sylvinho per scandagliare tutto il globo terrestre in caccia di giocatori albanesi convocabili da chissà dove (infatti Asani dal 2023 è in Corea del Sud, al Gwangju), è stato l’uomo capace di decidere la qualificazione delle Shqiponjat (Le Aquile), con i gol alla Polonia e alla Repubblica Ceca.

Può darci delle preoccupazioni il fatto che l’Albania abbia vinto il suo girone di qualificazione, superando polacchi e cechi (oltre a Moldavia e Fær Øer), anche perché se in attacco non è stata una squadra schiacciasassi con 12 gol fatti, in difesa sono stati magistrali, subendo solo 4 gol, dietro soltanto a Portogallo e Francia fra tutti i gironi.
Anche per noi, con l’attacco asfittico e poco creativo che ci troviamo, sarà difficile superarli e dobbiamo riuscire a gestire l’ansia dell’esordio contro la squadra sulla carta più debole.

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Noi siamo consapevoli che questi tre punti per noi siano vitali, perché cercarli poi contro Spagna e Croazia sarà dura, mentre per l’Albania fare bella figura contro il suo ex padre calcistico può bastare. Scenderemo in campo con punti di vista diversi ma questo non deve ingolfarci con un gioco fin da subito affannoso. Dobbiamo rispettare l’Albania al punto di considerarla al nostro pari, solo così possiamo superarli e pensare al prossimo avversario.

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