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Clarence Seedorf a Fanpage: “Il calcio non dà pari opportunità a chi è di colore”

Clarence Seedorf, una carriera leggendaria da calciatore, quattro Champions League vinte con tre squadre diverse – unico a riuscirci nella storia – e solo quattro occasioni da allenatore. “Nel calcio non ci sono pari opportunità e meritocrazia”, racconta ai microfoni di Fanpage.it, nei giorni del ritorno in Champions del suo Milan: “Può fare bene, ma l’obiettivo fondamentale sarebbe vincere lo Scudetto”.
A cura di Redazione Sport
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Ci sono imprese che resistono intatte al passare degli anni. Vincere la Champions League con tre squadre diverse, ad esempio. Un traguardo che nel 2021 continua ad aver tagliato soltanto un uomo. Clarence Seedorf, non a caso ritenuto universalmente ‘Mister Champions‘, capace di trionfare con Ajax, Real Madrid e Milan in tre momenti ben distinti della sua carriera. Da giovanissimo, nel pieno della sua crescita e da calciatore maturo. Oggi della Champions è una delle voci, nella squadra di Amazon Prime Video, e attento osservatore. È il torneo dei dettagli, dei grandi campioni e delle grandi squadre. Quelle che Seedorf indica, ai microfoni di Fanpage.it, come le principali favorite dell'edizione 2020-2021.

"Bayern, Chelsea, Manchester City e ora si può aggiungere PSG – elenca senza troppi indugi –. E chissà, forse il Manchester United. Ma principalmente quelle quattro". Il Milan torna a riaffacciarsi a distanza di sette anni dall'ultima volta. Ironia della sorte, proprio con Seedorf allenatore: "Non ho aspettative, ma speranze che possa far bene. Questa Champions dovrà essere una bella esperienza in cui cercare di giocare il più possibile, passando il turno". Nell'ottica del processo di rilancio del club, Seedorf vede però un'altra priorità: "Per il club sarebbe fondamentale vincere lo Scudetto, come obiettivo. Nell'ottica di quella mentalità vincente che si vuole avere bisogna puntare alle cose grandi".

Un altro Clarence Seedorf non esiste, oggi. Ma qualcuno che trovi la sua piena approvazione, sì: "Non mi è mai piaciuto paragonarmi con gli altri perché siamo tutti gli unici in quello che riusciamo a esprimere. Ma mi piace vedere giocatori con una certa filosofia di gioco. E trovo che De Bruyne abbia questo modo di vedere e interpretare il calcio". A 45 anni l'ex centrocampista del Milan si mostra ancora in condizioni atletiche perfette, come se il tempo si sia fermato: "È una combinazione di tante cose. L’aspetto fisico è conseguenza di quello che succede nella mia testa. Prima la testa, prima la scelta, poi dopo il corpo. Tutto inizia con la filosofia di vita".

Seedorf non è cambiato, mentre è cambiato il calcio. Guai a parlargli di Superlega ("Cos’è? Non esiste nessuna Superlega", risponde sorridendo). Con le nuove generazioni di calciatori bisogna saper approcciarsi: "Nello spogliatoio ci sono più telefonini, più selfie, più distrazioni. Si socializza un po’ meno. Quello è sicuramente diverso. Ma il divertimento, le battute, le cose che si fanno dentro tra compagni non sono cambiate".

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L'ultimo spogliatoio che ha vissuto è quello del Camerun, nell'avventura più recente da allenatore terminata nel 2019. In precedenza, dopo il Milan, aveva allenato lo Shenzen in Cina e il Deportivo in Spagna. Una carriera non all'altezza della sua fama e delle premesse che aveva lasciato intravedere nei suoi inizi in panchina, proprio un rossonero. Per Clarence è ancora un nervo scoperto: "Quanto tempo hai?", risponde quando gli si chiedono le ragioni della sua lunga assenza dai campi.

"Ho avuto una carriera importante da giocatore, non è detto che debba essere un allenatore importante – spiega –. Ma quando ho fatto l’allenatore in una squadra importante, credo di aver fatto vedere le mie qualità. Nonostante questo posso contare su una mano le proposte concrete che ho avuto. Ne ho accettate tre ed erano tutte situazioni molto complesse. Le uniche opportunità che avevo". Shenzhen, Deportivo e Camerun, appunto. Tutte esperienze da dimenticare, sul piano dei risultati. Estremamente complicate per contesto e situazioni.

Per Seedorf il problema è a monte: "E se ce l’ho io, immagina chi ha avuto una carriera meno importante della mia. Io non mi lamento perché sto facendo un sacco di cose belle. Ma finché non si daranno pari opportunità a chi come me è di colore, il calcio sbaglierà perché non sfrutterà tutti i suoi talenti". È un messaggio che va oltre i confini dello sport: "Non ci sono pari opportunità per le persone, nella società e nel calcio. Vorrei vedere parità e meritocrazia. Ma finché non viene visto come un problema di tutti, non si risolverà". E nel frattempo Clarence Seedorf attenderà la sua nuova occasione.

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