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Chiellini un gigante per 120 minuti e oltre: il bacio ad Alex Sandro dopo l’errore decisivo

L’abbraccio e il bacio consolatorio sulla nuca ad Alex Sandro di Giorgio Chiellini: in una foto c’è tutto ciò che ha rappresentato (e rappresenta) un calciatore del suo calibro per la Juventus e per la Nazionale.
A cura di Maurizio De Santis
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Chiellini consola Alex Sandro autore dell'errore che ha regalato il gol vittoria all'Inter in Supercoppa
Chiellini consola Alex Sandro autore dell'errore che ha regalato il gol vittoria all'Inter in Supercoppa

Alex Sandro è distrutto. Gli è crollato il mondo addosso per quell'errore che ha regalato all‘Inter il gol vittoria. Alexis Sanchez ha piazzato la zampata decisiva, un graffio sul cuore della Juventus che aveva dato tutto nonostante fosse scesa in campo senza ben sei titolari. Assenze pesanti che non hanno impedito ai bianconeri di tenere botta, è mancato il guizzo. E prendere gol in quel modo, all'ultimo secondo, dopo aver condotto una gara apprezzabile dal punto di vista della compattezza tattica brucia e fa male. È una mazzata tremenda tra capo e collo.

È il minuto 121°, manca davvero poco ai calci di rigore e finisce malissimo: il difensore brasiliano commette un'ingenuità pazzesca quando decide di stoppare di petto (appoggiando palla all'indietro verso Chiellini) un cross spedito in area a mo' di ultimo assalto. O la va o la spacca… e il crac lo fa il sudamericano, un secondo dopo sente il terreno che si sgretola sotto i piedi accompagnato dal boato di San Siro.

Grande prestazione di Giorgio Chiellini nella sfida di Supercoppa contro l'Inter
Grande prestazione di Giorgio Chiellini nella sfida di Supercoppa contro l'Inter

Alex Sandro sta male, Chiellini è accanto a lui. Nel bene e nel male c'è. È il capitano, porta addosso i segni della battaglia e in quel momento vorrebbe urlare al mondo intero la rabbia, sfogare la delusione per quell'epilogo così beffardo, immeritato, fatale. Invece no, si avvicina al compagno di squadra. Lo abbraccia. Lo consola. Lo guarda negli occhi lucidi e gli dice di alzare lo sguardo. Gli prende la testa tra le mani e gli sussurra qualcosa. Animo Alex e gli dà un bacio sulla testa.

In una foto c'è tutto ciò che ha rappresentato (e rappresenta) un calciatore del calibro di Giorgio Chiellini. Lo si era visto nella scorsa estate scorsa, quella di it's coming Rome e dell'Inghilterra battuta a casa sua, quella di "ne devono ancora mangiare di pasta asciutta". Se n'è avuta la conferma anche a San Siro per la prestazione di lotta e di governo, di mestiere e di stile, sorniona e scanzonata a mo' di guascone di Borgogna quando va perfino a rifilare un calcetto innocuo, a mo' di scappellotto bonario, a Simone Inzaghi. "E al fin della licenza io tocco" sembra dirgli con lo sguardo del vecchio combattente.

Chiellini discute con Skriniar e l'arbitro Doveri durante il match di San Siro
Chiellini discute con Skriniar e l'arbitro Doveri durante il match di San Siro

Chiellini è ovunque. Stoppa Barella, tallona Dzeko, si oppone a Lautaro. Urla e si sbraccia. Ci mette spalla e mestiere. Gamba e consapevolezza dei propri mezzi. Difende e lotta, conosce i tempi della giocata, perfetto nello scandire il ritmo di una squadra che non fa barricate ma è arroccata intorno alla sua "sapienza" di gladiatore. I numeri sono dalla sua parte: ha toccato 75 palloni e vinto la maggio parte dei contrasti a terra (6 su 8), giocato 13 palle lunghe e s'è reso protagonista di ben 9 interventi decisivi, raccolto una percentuale di precisione sui passaggi (81%). Un dato che spiega come, al netto delle sue caratteristiche di marcatore roccioso, non butti mai via la palla. Prezioso quando c'è da duellare in area oppure alzare la linea fino in mediana. Duro nell'animo, leale nella buona e nella cattiva sorte.

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