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Chi sarà il prossimo allenatore della Juventus, da Tudor a Gasperini fino al nome a sorpresa

Il club bianconero, spiazzato dalla decisione di Antonio Conte di restare a Napoli, è dinanzi a un bivio: confermare il tecnico croato oppure prendere un’altra direzione. In alternativa c’è una terza via.
A cura di Maurizio De Santis
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La Juventus confermerà Igor Tudor oppure prenderà un nuovo allenatore? E chi sarà? Le opzioni al momento sono essenzialmente due: il tecnico croato prosegue la sua esperienza in panchina oltre il Mondiale per Club e da traghettatore per la Champions assume un ruolo centrale anche per il futuro; Gian Piero Gasperini dice "no, grazie" alla Roma, dopo i contatti con Claudio Ranieri e il pranzo con la dirigenza americana, e accetta la sfida.

Altre ipotesi, almeno per adesso sono suggestive, fanno parte di una rosa di nomi già emersi ma in secondo fila (Roberto Mancini, che sarebbe la soluzione sorpresa, Stefano Pioli o addirittura Simone Inzaghi) rispetto a quelle più calde. Andrà trovata una soluzione chiara, certa ma non è semplice perché a Torino sono rimasti spiazzati dalla decisione presa da Antonio Conte di restare al Napoli: è stata una doccia fredda per i bianconeri che avevano sperato proprio nel ritorno dell'ex allenatore per avviare il processo di ricostruzione ma, contrariamente alle previsioni più ottimistiche, non sono stati persuasivi. La scelta del tecnico, però, è solo un tassello considerata la rivoluzione in atto anche ai vertici per il taglio di Cristiano Giuntoli da manager dell'area tecnico/sportiva e l'arrivo di Damien Comolli nello staff dirigenziale (oltre a un ruolo più operativo di Giorgio Chiellini).

Tudor confermato alla Juve, è la soluzione più semplice

La posizione di Igor Tudor alla Juventus è già definita a livello contrattuale ma non è blindata: grazie alla qualificazione in Champions arrivata all'ultima giornata, ha guadagnato sul campo la conferma automatica per la prossima stagione. Ma la società ha la possibilità di chiudere il rapporto di collaborazione entro la fine di luglio pagando una penale. Il tecnico ci ha tenuto a precisare (lo ha fatto subito dopo l'ultima gara col Venezia) che non ha alcuna intenzione di fare tappabuchi per il trofeo negli States in programma a metà giugno: o si punta su di lui oppure toglie il disturbo, non ha lasciato margini di manovra. Lo ribadì anche nel faccia a faccia con Giuntoli subito dopo la partita. Perché la Juve dovrebbe affidarsi a lui? Conosce bene l'ambiente e la mentalità bianconere per avere apprese da calciatore, ha avuto un buon impatto sullo spogliatoio da quando ha preso in corsa le redini del gruppo e, cosa più importante, è riuscito a chiudere al quarto posto.

Gasperini conteso alla Roma: sarebbe un ritorno a casa

Quado la Juve lo ha contattato Gian Piero Gasperini, che pure sta discutendo con la Roma che s'è mossa per prima, s'è fermato a riflettere. Ha ascoltato la proposta dei giallorossi, gli è anche piaciuta ma ha chiesto un po' di tempo prima di dare una risposta. Il motivo? C'è la ‘vecchia signora' dietro i suoi dubbi: a Torino, alla guida delle giovanili bianconere, è iniziata la sua avventura di allenatore culminata col periodo d'oro all'Atalanta. E per questo tornare a casa, sedendosi sulla panchina di una squadra così importante, è tentazione molto forte che lo stuzzica. La Roma gli ha proposto un triennale da 5 milioni più bonus a stagione e ha illustrato come intende muoversi e fin dove può spingersi sul mercato. Un'intesa c'è ma la scelta di Conte e alcune perplessità sorte sull'effettiva capacità d'investimenti del club capitolino (deve ridurre il debito per rientrare nei parametri del Fair Play finanziario imposto dalla Uefa) hanno raffreddato gli entusiasmi. Ecco perché Gasp, dinanzi a un'offerta della Juve, non resta indifferente.

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Le alternative in lista: Mancini e Pioli

C'è una terza via per la panchina, il ritorno di fiamma per Roberto Mancini (ex ct dell'Arabia Saudita) che già a marzo scorso era stato tra gli indiziati per ricoprire l'incarico al posto di Thiago Motta. Perché l'operazione non ha avuto esito positivo? L'ex ct della Nazionale aveva chiesto rassicurazioni su una prospettiva più a lungo termine. Adesso, però, lo scenario di fondo è completamente cambiato. In una situazione del genere non si può scartare a priori Stefano Pioli reduce dall'esperienza in Arabia Saudita con l'Al-Nassr: anche lui ha un passato juventino e negli anni al timone del Milan ha mostrato capacità di coniugare identità tattica, gioco, esperienza e pragmatismo necessari. Quanto alla candidatura di Simone Inzaghi, è stata null'altro che una voce nel brusio. A tutti è chiesta la stessa cosa: tornare a vincere che alla Juve è sempre stata l'unica cosa che conta.

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