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Champions a rischio, la Juventus si spacca: Pirlo emargina Tudor

Con 5 giornate di campionato da giocare, la qualificazione alla Champions League è più che mai a rischio per la Juventus. La panchina di Andrea Pirlo traballa sempre più ed i risultati scadenti della squadra sono la punta di un iceberg che presenta altri aspetti che dovrebbero far riflettere sull’intera sua gestione.
A cura di Paolo Fiorenza
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Andrea Pirlo non è nato ieri. È un neofita in panchina, ma non del calcio né della vita. Sa bene che con gli attuali risultati della Juventus, ultimo dei quali il pareggio in casa della Fiorentina, non solo si rischia di non andare in Champions, ma lui stesso di andare a casa senza passare dal via. E magari già in queste ultime giornate di campionato.

"Le iniziali aspettative della squadra erano diverse, quindi non sono contento di quello che ho fatto. E credo non lo sia nemmeno la società": le parole del bresciano di domenica scorsa somigliano tanto a un testamento calcistico, almeno per questa sua prima esperienza da allenatore, tant'è che qualcuno ha suggerito fossero il preambolo delle dimissioni. Per ora nulla si muove alla Continassa, anche da parte della società, che di motivi per essere scontenta ne avrebbe più del suo tecnico: la mancanza di una soluzione spendibile nell'immediato ha finora salvato Pirlo dall'esonero, rimandando i giudizi – e il sempre più probabile avvicendamento – alla fine della stagione.

Nelle ultime ore è circolato prepotentemente il nome di Igor Tudor come possibile traghettatore, essendo probabilmente l'unico a disposizione in questo momento, anche se c'è chi giura che Massimiliano Allegri non si tirerebbe indietro già ora davanti alla richiesta dell'amico Agnelli di provare a salvare la stagione . La promozione in corsa di Tudor d'altro canto non significherebbe transizione morbida né continuità, pur essendo il croato ufficialmente il vice allenatore della Juventus e quindi il secondo in ordine gerarchico nello staff tecnico bianconero.

Secondo quanto svela la ‘Gazzetta dello Sport', infatti, non ci sarebbe armonia tra Pirlo e il suo secondo, col primo arroccato sulle sue convinzioni e sostenuto dagli altri collaboratori Baronio e Gagliardi, mentre l'altro avrebbe diversità di vedute che lo avrebbero portato ad essere messo ai margini della conduzione della squadra. Come si vede, da qualsiasi parte la si guardi – partendo dalla testa, con la grande crisi di rapporti tra il presidente Agnelli e l'UEFA dopo l'azzardo Superlega – la situazione in casa bianconera mostra più di una crepa. Restano 5 giornate di campionato e una finale di Coppa Italia per salvare il salvabile, Pirlo o non Pirlo.

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