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Cassano: “Misi un dito nel naso e lo infilai nella tazza di Batistuta”. La replica: “Fa tenerezza”

Antonio Cassano non ha mai fatto mistero della profonda antipatia per Gabriel Batistuta, suo ex compagno alla Roma: “Mi stava altamente sulla minchia”, ha ribadito qualche giorno fa. Già nel suo libro aveva raccontato come lo sfidò al bar di Trigoria. Oggi è arrivata la risposta del bomber argentino.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il recente intervento di Antonio Cassano al podcast ‘Muschio selvaggio' condotto da Fedez e Luis Sal ha fatto sollevare un coro di repliche ai fendenti verbali del 40enne barese, come sempre senza peli sulla lingua nell'esprimere la propria opinione sui protagonisti del calcio di oggi, ma anche su quelli di ieri.

Per Cassano erano "scappati di casa" i compagni di Maradona nel Napoli scudettato, sentenza che gli ha attirato le risposte durissime di Renica (con minaccia di trascinarlo in tribunale), Bruscolotti e Ferrara. Peraltro lo stesso appellativo ingeneroso se lo sono beccati anche i suoi ex compagni della Sampdoria, che a suo parere devono solo ringraziare lui per averli "portati prima al sesto posto in campionato e in finale di Coppa Italia, poi addirittura al preliminare di Champions League". Anche in questo caso l'ex fantasista di Bari Vecchia ha incassato una replica–  meno pesante nei toni, ma pungente nella sostanza – quando Stankevicius gli ha ricordato che il rigore decisivo per perdere la finale di Coppa Italia lo aveva sbagliato proprio lui.

Antonio Cassano in veste di opinionista: parole spesso taglienti
Antonio Cassano in veste di opinionista: parole spesso taglienti

Cassano è così: a 40 anni, con un bel patrimonio personale e senza alcun ruolo attivo nel mondo del calcio, può permettersi di parlare senza alcun filtro. A volte gli capita tuttavia di esagerare con concetti e parole, sconfinando nelle offese. Inevitabile che qualcuno delle persone tirate in causa si senta in dovere di rispondere. Oggi lo ha fatto anche Gabriel Batistuta, del quale Cassano nel podcast di Fedez ha detto, ricordando i due anni passati assieme alla Roma: "Batistuta mi stava altamente sulla minchia, lui particolarmente perchè quando entrava a Trigoria non pagava i caffè e non salutava nemmeno i camerieri. In quella stagione guadagnava 10 milioni di euro a stagione e diceva di mettere il caffè sul conto della società".

L'astio profondo di Cassano per Batistuta peraltro non è una novità, visto come si espresse nei confronti del bomber argentino nella sua autobiografia, pubblicata 12 anni fa: "Proprio non mi piaceva perché aveva la puzza sotto il naso. Era argentino sì, ma dei Parioli. Non me ne fregava niente di lui. Aveva una marea di difetti. Tirchio, invidioso, criticone. Con lui non mi sono preso dal giorno zero. Ti diceva le cose alle spalle, e davanti ti sorrideva. Io dei tipi come lui me ne sbatto. Io ho sempre salutato tutti alla stessa maniera, a Bari Vecchia come a Trigoria, dal presidente ai camerieri. I tipi snob non li reggo. Così gli faccio capire da subito che non mi interessa avere un rapporto con lui, e lui ricambia la freddezza".

Cassano e Batistuta nel 2002, compagni di squadra nella Roma
Cassano e Batistuta nel 2002, compagni di squadra nella Roma

Nel libro ‘Dico tutto', Cassano raccontò inoltre un episodio che lo vide sfidare Batistuta a Trigoria: "Un giorno sono in fila al bar, arriva e mi passa davanti. Tutti e due dovevamo prendere il latte macchiato. Io allora mi metto un dito nel naso e glielo giro nel latte, come se il dito fosse un cucchiaino. ‘Che fai?' mi dice. ‘O lo bevi tu o lo bevo io', rispondo. Lui fa il fenomeno: ‘Adesso te lo bevi tu'. E io: ‘Certo!'. Sono nettamente più furbo di lui. E l'ho bevuto, tutto d'un fiato. Mica l'avevo messo nel naso, avevo fatto solo finta. E comunque era tutta roba mia. Buonissimo. Ricetta speciale, ingrediente segreto. Lui non l'ha presa bene. Del resto l'ironia non è una qualità che abbiamo in molti".

Batistuta non aveva mai risposto, oggi lo ha fatto con riferimento alle ultime battute pronunciate da Cassano nel podcast di Fedez, ma è chiaro che l'argentino sa bene anche cosa aveva scritto di lui il barese in quel libro di anni fa. Parole pacate quelle del Re Leone, oggi 53enne, ma si capisce bene cosa pensi anche lui dell'ex compagno di squadra: "Essere considerato antipatico da Cassano mi sembra un bel complimento – dice a La Nazione – Racconto una cosa: appena arrivato a Roma l'ho visto spaesato, non riusciva a ambientarsi, ho parlato con mia moglie, l'abbiamo portato a casa nostra e adesso sentire che parla così mi dispiace proprio. Mi fa tenerezza. Non ha approfittato della possibilità che gli ha dato il calcio per crescere come persona".

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