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Campione del mondo con l’Argentina, oggi fa l’usciere: “Ho uno stipendio sicuro, mi sento fortunato”

Miguel Ángel Oviedo è l’ex centrocampista dell’Argentina campione del mondo nel 1978. Di quell’esperienza conserva ricordi bellissimi a livello sportivo ma brutti per il contesto storico in cui maturò quella vittoria nel Paese. “Nessuno di noi è andato in strada con una mitragliatrice perché tutto ciò che facevamo era giocare a calcio e nient’altro. Ma nel nostro paese quella squadra non è riconosciuta”.
A cura di Maurizio De Santis
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Miguel Ángel Oviedo è stato campione del mondo con l'Argentina nel 1978. I sudamericani che vinsero in finale contro l'Olanda.
Miguel Ángel Oviedo è stato campione del mondo con l'Argentina nel 1978. I sudamericani che vinsero in finale contro l'Olanda.

"Alcuni miei ex compagni di squadra hanno dovuto vendere le magliette per necessità". Miguel Ángel Oviedo è l'ex centrocampista dell'Argentina campione del mondo nel 1978, il suo racconto parte dal realismo della vita che scorre troppo in fretta, dal presente fatto di ragazzini "che nemmeno sanno cosa significa vincere un titolo di quel tipo" e non ti riconoscono, dal folklore di un tempo che oggi ha i capelli bianchi.

Tutto passa. Restano i ricordi bellissimi (e personali) di un'impresa storica e di una nazionale sulla quale sembra calata la damnatio memoriae per quel periodo di orgoglio patriottico, sangue e morte, gloria calcistica strumentalizzata dal regime dei generali.

"Ho la coscienza pulita. Siamo stati chiamati a giocare il Mondiale del '78 e abbiamo fatto quello che dovevamo fare – dice a Infobae -. Nessuno di noi è andato in strada con una mitragliatrice perché tutto ciò che facevamo era giocare a calcio e nient'altro. Ma nel nostro paese quella squadra non è riconosciuta". 

Una foto della nazionale albiceleste che trionfò ai Mondiali nell'edizione del 1978, quella ricordata come la "coppa dei generali".
Una foto della nazionale albiceleste che trionfò ai Mondiali nell'edizione del 1978, quella ricordata come la "coppa dei generali".

Incassò 35 mila dollari per quella vittoria. "Allora erano davvero tanti", è rimasto nel mondo del calcio ancora per un po' anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo, allenando il Talleres, il Racing de Córdoba e altri club del campionato di Córdoba. Poi la sua storia è cambiata di colpo. "Essere stato un calciatore e campione del mondo è stato un evento molto importante nella mia vita ma la vita stessa va avanti".

Oggi, a 71 anni, il calcio lo guarda da lontano e con disincanto pur essere rimasto la passione di una vita, quello che gli ha permesso di procacciarsi il pane e ritagliarsi un futuro. Oviedo è un impiegato comunale, addetto amministrativo e usciere presso il centro sportivo Municiapale Carlos Cerutti. "Rispondo al telefono da 19 anni. È un lavoro tranquillo che mi dà la serenità di avere uno stipendio sicuro alla fine del mese. Non è legato al calcio ma allo sport in generale". 

Kempes raddoppia per l'Argentina nella finalissima mondiale contro l'Olanda.
Kempes raddoppia per l'Argentina nella finalissima mondiale contro l'Olanda.

L'ultima riflessione è dedicata a Diego Armando Maradona. Entrò in contatto con lui quando l'ex Pibe era ancora giovanissimo, lo ha rivisto al crepuscolo della sua vita. "C'è stato un Diego all'inizio della carriera e un altro ancora dopo, quando la sua situazione è andata peggiorando un poco alla volta – ha aggiunto Oviedo -. È morto solo, abbandonato da tutti ed è stato davvero un peccato e un grande dispiacere che sia finito tutto così".

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