Cagni e la fine dell’amicizia con Zenga: “Era lì che balbettava, io gli avevo fatto da fratello”

È il 2 settembre del 2015: la Sampdoria allontana Gigi Cagni, esperto allenatore che fa parte dello staff del tecnico Walter Zenga. Una decisione singolare, visto che invece Zenga resta al suo posto. Era stato lo stesso ex portiere dell'Inter a volerlo con sé, dopo che i due avevano giocato assieme alla Sambenedettese più di 30 anni prima. Questo episodio distrusse completamente l'amicizia tra i due e oggi Cagni racconta cosa accadde: nelle sue parole c'è la storia di un tradimento.
Cagni racconta perché si ruppe l'amicizia trentennale con Walter Zenga
"Fine estate 2015, Walter mi chiama: ‘Gigi, dammi una mano con la fase difensiva'. Tenete conto che gli ho fatto da fratello maggiore alla Sambenedettese, la nostra amicizia durava da trent'anni. Facciamo la preparazione, mi fa lavorare pochissimo. Un giorno a Bogliasco mi dice: ‘Gigi, il presidente Ferrero non ti vuole più'. Chiedo al DS Osti se è vera ‘sta cosa. Osti mi dice di no, se l'è inventata Walter. Torno da Zenga, è lì che balbetta, dice che i calciatori gli hanno detto che sono anziano… L'ho mandato in quel posto dove non batte il sole. La sera mi telefona Ferrero: ‘Cagni mi spiace, ma Zenga non la voleva più. Non si preoccupi, a novembre lo esonero'. È andata proprio così", è la ricostruzione degli eventi fatta dal tecnico bresciano, oggi 74enne.
E in effetti Zenga fu cacciato dalla Sampdoria il successivo 10 novembre, dopo la sconfitta casalinga per 0-2 contro la Fiorentina, avendo portato a casa 16 punti nelle prime 12 partite di campionato, dopo che in estate i blucerchiati erano stati clamorosamente eliminati dal Vojvodina nel terzo turno preliminare di Europa League.

Cagni ‘costretto' al ritiro dopo aver salvato il Brescia: nessuno lo chiama
La carriera in panchina di Cagni avrebbe poi avuto un'ultima appendice due anni dopo, chiamato il 12 marzo del 2017 dal Brescia, squadra della sua città, per rimpiazzare l'esonerato Cristian Brocchi. Sotto la sua guida, le Rondinelle centrarono la salvezza in Serie B (una sola sconfitta in 12 partite), ma Gigi a fine stagione decise di andare via, credendo che avrebbe trovato un'altra panchina. Invece sarebbe arrivato il ritiro: "Non per mia volontà – spiega alla ‘Gazzetta dello Sport' – Non ho il procuratore, non sono dentro al sistema. A Brescia nel 2017 in tre mesi abbiamo conquistato una salvezza inimmaginabile. Ho pensato: ‘Se lavori bene una panchina arriva'. Mi sbagliavo. Questo mondo non è più il mio".
Quanto al calcio di oggi, Cagni sentenzia: "Rido quando sento colleghi dire che il calcio è una scienza. Ne parlavo poco tempo fa con Claudio Ranieri, ci siamo detti che il calcio è semplice, non bisogna complicarlo".