Auckland City torna alla realtà dopo il Mondiale per Club: “Ricordo che i giocatori avevano paura”

Auckland City è stata una delle realtà più belle in questo Mondiale per Club. I neozelandesi erano in un girone proibitivo con Bayern Monaco, Benfica e Boca Juniors ma nonostante tutto sono riusciti a strappare un punto e segnare un gol. Tutti nella stessa partita, quella contro gli argentini, pareggiata 1-1. Poco importa se poi è arrivata l'eliminazione dato che si trattava di una squadra di semiprofessionisti, ovvero calciatori che in realtà poi avevano un altro impiego fisso.
Alcuni hanno preso ferie per essere presenti a giocare il torneo negli Stati Uniti e ora, al termine di questa esperienza esaltante, sono tornati alla vita di tutti i giorni. A raccontare questa esperienza è stato Agustín, l'addetto stampa del club intervistato dal quotidiano spagnolo MARCA. "In Nuova Zelanda si allenano tre giorni a settimana, mentre quando siamo arrivati negli Stati Uniti ci allenavamo cinque giorni a settimana. Molti non riuscivano a tenere il passo perché non erano abituati". E ha poi aggiunto: "Avevano paura".

Una paura relativa alla partita pareggiata 1-1 proprio contro il Boca Juniors. Auckland aveva perso 10-0 contro il Bayern e 6-0 col Benfica e per questo il pareggio contro gli argentini è stato visto come una vittoria, un'impresa. "Ricordo che quando siamo usciti a festeggiare in campo, i giocatori avevano paura dei tifosi del Boca Juniors, ma poi gli argentini continuavano a chiedere loro foto", confessa l'addetto stampa. Augustin poi sottolinea l'enorme differenza che c'era tra colossi del calcio come Bayern e Benfica.
Il ritorno di Auckland City alla vita di tutti i giorni dopo il Mondiale per Club
"Il Bayern aveva circa 20 addetti alla comunicazione, e noi solo due – racconta Agustín -. Questo si è riflesso anche nel punteggio (10-0). Tuttavia, l'esperienza vissuta è qualcosa che non dimenticheranno mai". Per far capire al meglio la percezione di quell'esperienza da parte dei giocatori di Auckland, basti pensare a ciò che ha detto uno dei componenti della squadra neozelandesi: "È stato come essere in un videogioco". Adesso però il Mondiale per Club rimarrà un'esperienza indimenticabile e ricomincia la vita di tutti i giorni: "Siamo arrivati domenica e lunedì molti erano già al lavoro".