Amauri oggi ha una nuova vita a Miami: “Il calcio era l’unica speranza di cambiare il mio destino”

Amauri Carvalho de Oliveira, per tutti semplicemente Amauri, da ragazzo probabilmente mai avrebbe pensato di diventare ricco e oggi ritrovarsi a Miami da imprenditore affermato. All'epoca era impegnato tra lavori al supermercato e come muratore per dare una mano alla sua famiglia, e non riusciva neanche ad allenarsi al meglio per cercare di sfondare nel mondo del calcio. Poi a 19 anni la sua vita cambiò dopo che fu inserito in una rappresentativa brasiliana che partecipò al torneo di Viareggio e negli anni successivi si affermò nel calcio italiano, con l'apice delle stagioni al Palermo che gli valsero la chiamata della Juventus a 28 anni. Ma erano gli anni difficili in cui la squadra bianconera stava risalendo dopo Calciopoli e il suo impatto non fu quello sperato.

Cosa fa Amauri oggi a Miami: il ristorante "Gioia Italy", i vini e le birre
Dopo aver chiuso la sua carriera negli Stati Uniti otto anni fa, l'ex attaccante abile nel gioco aereo, sia di piede che di testa, oggi a 45 anni si concentra sulle sue iniziative imprenditoriali: il ristorante italiano "Gioia Italy" situato a Hallandale Beach in Florida e la creazione di vini e birre ispirati al calcio. Intervistato da ‘Marca' nella sua residenza di Miami, Amauri – che a 30 anni ebbe la soddisfazione di esordire nella Nazionale italiana, giocando la sua unica partita in azzurro dopo aver ottenuto la nostra cittadinanza – racconta di come sia realizzato oggi, contro ogni pronostico viste le sue difficoltà da giovane.
"Sono molto felice e molto orgoglioso di essere riuscito a realizzare il mio sogno. Perché il calcio, per me, è stato un sogno d'infanzia, fin da quando avevo otto anni – spiega l'ex bomber passato anche da Parma, Napoli, Fiorentina e Torino – Come la maggior parte dei brasiliani, provengo da una famiglia umile. E, onestamente il calcio era l'unica speranza, l'unica vera possibilità di cambiare il mio destino. E non solo il mio, ma anche quello di mio padre, mia madre e delle mie sorelle".
"Ho avuto l'opportunità di andare in Italia a 19 anni. In Brasile non avevo una carriera giovanile ed è stato difficile per me. In Italia, tutto è cambiato – continua Amauri – Al Chievo Verona, ho fatto la storia qualificandomi per i playoff di Champions League. Sono l'unico giocatore ad aver segnato gol in tutte le competizioni europee. Il Palermo è stata la squadra che mi ha lanciato su un palcoscenico più grande, e da allora in poi ha iniziato ad arrivare l'interesse di molte squadre: Juventus, Milan, squadre di Premier League come Arsenal, Liverpool… mi volevano tutte. Alla fine, sono andato alla Juve".

A un certo punto si è parlato anche di Real Madrid per Amauri: "Sì. Quando c'era José Mourinho. Ho conosciuto José quando è arrivato in Italia. Lo conoscevo dai tempi dell'Inter e poi ci siamo sempre incontrati in vacanza. Andavo da qualche parte e lui era lì. Andavo a Dubai e lui era lì. Era ovunque. Andavo a Miami e lui era a Miami. Poi, nel 2010, è arrivato questo interesse del Real Madrid. Quando vedi il tuo nome… ero alla Juve e vedi il Real Madrid… sono un tifoso del Real Madrid. Mi sono sentito molto orgoglioso, ma credo che fossero più speculazioni. Alla fine non è successo niente e sono rimasto alla Juve per un altro anno".
Oltre all'avventura del ristorante "Gioia Italy", Amauri ha lanciato anche "Wine of Champions", una selezione di vini dedicata ad alcuni dei più grandi giocatori del mondo: Ronaldinho, Zamorano, Roberto Carlos, Materazzi, Mascherano, Sneijder e tanti altri. Ne esiste anche una versione in birra. Quel ragazzo su cui in pochi avrebbero scommesso si gode oggi meritatamente la vita.