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Allegri torna indietro a conferenza finita e ferma i giornalisti: “Scusatemi, sono rincoglionito”

La conferenza di vigilia della finale di Coppa Italia tra Juve e Inter era finita e i giornalisti stavano sfollando, quando Massimiliano Allegri è tornato in sala stampa e ha ripreso a sorpresa il microfono.
A cura di Paolo Fiorenza
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Stasera la Juventus si giocherà la sua ultima chance di chiudere la stagione con almeno un titolo, dopo un decennio in cui qualcosa in bacheca ci è finito sempre, dalla sfilza record di Scudetti alle due coppe nazionali vinte l'anno scorso da Pirlo. Massimiliano Allegri sa bene che anche un'eventuale vittoria nella finale di Coppa Italia contro l'Inter non basterebbe a far ritenere positiva l'annata bianconera: il suo ritorno a furor di popolo era avvenuto con ben altri obiettivi. Tuttavia vincere è sempre un'abitudine salutare da continuare a tenere, perché non solo è tutto quello che conta in casa Juve, ma per lo stesso livornese coincide con la bravura di un allenatore, senza tante altre discussioni su qualità del gioco e altre amenità.

Allegri ribadisce il concetto nella conferenza di vigilia della partita di Roma, quando gli si chiede chi sia l'allenatore più bravo della storia del calcio italiano, visto che in caso di vittoria potrebbe diventare il tecnico con più Coppe Italia portate a casa in carriera: "Più bravo cosa si intende, per me più bravi sono quelli che vincono: quindi Ancelotti, a cui faccio nuovamente i complimenti, è uno che ha fatto la storia del calcio italiano. Capello, Lippi, Sacchi hanno fatto la storia del calcio italiano. Gli allenatori vincenti sono quelli. Poi dopo in Italia ci sono tanti bravi allenatori giovani che possono avere la possibilità di allenare una grande squadra. Però è differente, anche se sembra uguale, allenare una grande squadra e giocare per vincere rispetto ad allenare una squadra medio-piccola e non avere la responsabilità di vincere. Queste sono due cose che fanno abbastanza la differenza".

Allegri può vincere la sua quinta Coppa Italia da allenatore, staccando Mancini ed Eriksson
Allegri può vincere la sua quinta Coppa Italia da allenatore, staccando Mancini ed Eriksson

"Qui non si parla di tattica e tecnica – spiega il 54enne toscano – ci sono tanti allenatori, anche che allenano in Serie D o in Eccellenza, che sono molto preparati, perché in Italia tutti gli allenatori sono preparati e sono anche più bravi a livello tattico. Però fare l'allenatore non è solo ristretto a quella roba lì, è una roba più grossa, molto più grossa, ci sono delle sfaccettature che non sono scritte da nessuna parte. In nessun libro è scritto. E quindi lì è come madre natura t'ha fatto: se ce l'hai ce l'hai, se non ce l'hai non ce l'hai, ma questo vale nel calcio, vale tra i giornalisti, vale in tutte le professioni. Ci sono le categorie, piaccia o non piaccia. E quelli che vincono sono i più bravi, questo è poco ma sicuro".

E visto che Allegri è il secondo nella storia del calcio italiano per numero di Scudetti vinti (sei, uno col Milan e cinque con la Juventus, oltre alle quattro Coppe Italia e alle tre Supercoppe italiane) è implicito che lui in quel ristretto club ci si vede eccome: quel qualcosa lui ce l'ha. Tuttavia il primo per campionati vinti, uno più di lui, non è stato nominato nel suo discorso. Una dimenticanza che spinge il tecnico bianconero a tornare in sala stampa a conferenza finita, mentre i giornalisti stanno sfollando, per prendere il microfono e aggiungere una postilla: "Ragazzi, scusate un attimo, chiedo scusa, ho dimenticato Trapattoni, che è uno dei più grandi di sempre. Scusate, ma anch'io un po' di rincoglionimento ce l'ho. Tra l'altro è stato un mio allenatore a Cagliari, lo ricordo sempre volentieri perché è una persona straordinaria". Sette Scudetti per il mitico Trap, oltre a Coppa dei Campioni, tre Coppe UEFA, Coppa delle Coppe, Supercoppa europea e Intercontinentale: nessuno come lui.

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