Alla Fiorentina piace “vincere facile” contro Okoye e un’Udinese semplicemente indecenti

La Fiorentina batte l'Udinese 5-1 e conquista (finalmente) la prima partita alla 16ª giornata di campionato. Kean, redivivo, realizza anche una doppietta. È la fine di un incubo per la Viola? No, perché la classifica resta tremenda (ultimo posto, 9 punti, -5 dal Parma quartultimo) ma almeno ha dato un segnale di vita. Intanto "vince facile" e le piace. Anzi, il risultato poteva essere anche più rotondo se il palo non avesse respinto la conclusione di Gudmunsson. Va bene così: per come sta combinata la formazione di Vanoli, non si va tanto per il sottile. Prendi tutto e rendi grazia a un avversario che ha perso la scienza rispetto alla sfida di una settimana fa con il Napoli. Molle molle, perforabile, si mette all'angolo e si lascia prendere a schiaffi sul muso. Sembra che stia lì, al Franchi, a fare da sparring partner.
Okoye, poi, la combina grossa: si fa espellere in avvio di incontro per un'uscita folle su Kean, inficiando la gara dei friulani. Ma l'inferiorità numerica spiega solo in parte la brutta, indecente prestazione dei bianconeri, apparsi la brutta copia della formazione che ha corso come una dannata nel match coi partenopei. Si fa fatica davvero a credere che sia la stessa formazione incontenibile.

E che fine ha fatto il furibondo Zaniolo? Boh… Runijaic lo sostituisce alla fine del primo ed è l'unica traccia che resta sul tabellino. Questa volta esce dal campo a capo chino, senza battibeccare con alcuno né fare la voce grossa. Niente sgasate, niente giocate. Nulla. E tanto basta a ribadire (anche) perché non viene chiamato in Nazionale.
Fiorentina-Udinese dura una ventina di minuti, tra il 20° e il 45° del primo tempo i toscani piazzano le giocate decisive tanto che alla fine della frazione è già avanti per 3-0. Sblocca Mandragora, raddoppia Gudmunsson (che in precedenza aveva centrato anche il legno), Ndour cala il tris. E la partita può considerarsi virtualmente chiusa perché l'Udinese, eccezion fatta per un lampo-prodezza di Solet, resta in campo senza particolari sussulti. Nella ripresa Kean piazza anche il quarto e il quinto sigillo: prima mette in rete la bordata di Parisi che aveva centrato il palo; poi aggancia un lancio profondo di Dodò e, approfittando di Solet bello addormentato, calcia sul primo palo e fa gol.

Tre punti in tasca e si riparte per dare la scalata alla salvezza. La Viola può ancora farcela, ha l'obbligo di crederci ma è solo un primo passo: non le basta, ha bisogno di dare continuità ai risultati, di infilare una serie di successi di fila che, complice il rendimento schiacciato verso il basso delle concorrenti, potrebbero tirarla via dalla barca di Caronte.