Alessandro Lucarelli: “Sono arrivato alle mani con Cassano e ci hanno divisi. Ha infranto il patto”

Alessandro Lucarelli ha ricordato uno dei periodi più difficili della sua carriera in Serie A, legato alla sua esperienza nel Parma e risalenti al crollo della società ducale, coperta dai debiti e dai mancati pagamenti che trascinò il club verso la retrocessione e il baratro del fallimento. Il difensore, e allora bandiera e capitano gialloblù, si scontrò duramente negli spogliatoi con Antonio Cassano, in un faccia a faccia in cui si evitò lo scontro fisico solo per un caso: "Gli partì il classico embolo, non ha rispettato il patto stretto nello spogliatoio con la squadra".
Il nastro dei ricordi si riavvolge alla stagione 2014-2015 che decretò il crollo sportivo ed economico del Parma sotto la presidenza di Tommaso Ghirardi. Che vendette poi il club a una cordata di investitori, e successivamente Giampietro Manenti, che fu l'ultimo presidente prima del fallimento della società. La crisi fu causata da una serie di problemi finanziari, di cui però i giocatori non sapevano assolutamente nulla. E che scatenò tensioni enormi negli spogliatoi, tra cui la famosa lite con Cassano.
Lucarelli e la lite con Cassano: "Non siamo venuti alle mani perché mi hanno portato via prima…"
Una lunga discesa agli inferi durata tutta la stagione, quando il Parma retrocede sul campo. Ma ad andare sulle prime pagine dei giornali dell'epoca fu proprio quell'episodio: "Erano momenti di altissimo nervosismo, un livello di tensione e stress massimo, e tutto ciò che accadeva veniva immediatamente amplificato. E sì, con Antonio accadde questo episodio, in cui andammo a discutere dopo una partita e fortunatamente intervenne il preparatore dei portieri negli spogliatoi, che ci divise evitando il peggio. Non siamo arrivati alle mani solamente perché mi hanno portato via prima… grazie a Bucci che intervenne e alla fine non accadde nulla. Poi con Antonio tutto fu chiarito subito, tra la sera stessa e il giorno dopo: fu una cosa che nacque e si chiuse in quell'istante".

Il "tradimento" di Cassano: "Non tenne fede al patto stretto con la squadra negli spogliatoi"
Lucarelli svela anche perché di quella furiosa lite con Fantantonio nello spogliatoio: "Non mi arrabbiai tanto per la sua decisione di voler andare via. Rispettabilissima perché alla fine ognuno fa ciò che si sente di fare, senza dover venire giudicato: lui non se la sentì più di andare avanti in quel casino che c'era e quindi apprezzabilissima la sua scelta di andare altrove. La vera cosa che mi fece arrabbiare fu non tenere fede ad un patto che avevamo fatto negli spogliatoi: aspettare la fine dell'ultima partita per mettere in mora la società o di tirare fuori tutte le problematiche in modo manifesto, anche se non c'era nulla di nascosto, perché tutti conoscevano la situazione di quel periodo".
Lucarelli: "A Cassano partì il classico embolo, fu una totale mancanza di rispetto"
Lucarelli spiega cosa fece Cassano, il "tradimento" che Fantantonio consumò pubblicamente: "Lui partì da solo… un paio di giorni prima della gara, iniziò a rilasciare interviste: lì per lì eravamo tutti d'accordo, invece a lui partì il classico embolo tirando fuori pubblicamente tutte le problematiche. Non ci vidi più, perché in quei casi si ragiona di gruppo" ricorda Lucarelli, "e siccome io ero il capitano e il responsabile del gruppo l'ho vissuta come una totale mancanza di rispetto andare da solo per la tua strada".
Lucarelli e il crollo del Parma: "Dall'euforia per l'Europa League al dramma finanziario. Non sapevano assolutamente nulla"
Il crollo del Parma era nato dalla stagione precedente, spiega ancora Lucarelli, quando venne tolta la licenza Uefa: "Tutto all'ultima giornata di campionato: alla fine noi vinciamo 2-0… tutti con la radiolina e al 90′ il Torino sbaglia un calcio di rigore. E' Europa… Boato nello stadio, festeggiamenti, tutti felici. Poi, un paio di giorni dopo, escono sui giornali le prime notizie dei problemi societari. A noi, giuro nessuno aveva detto mai niente: non sapevamo assolutamente nulla, nemmeno io che ero capitano già da qualche anno".

L'esclusione dalle Coppe e l'inizio dell'incubo: "La vivevamo come una ingiustizia, poi sono iniziati i problemi veri…"
Un baratro a cielo aperto e l'inizio della fine, racconta ancora Lucarelli rivivendo quei mesi difficilissimi: "Si inizia a leggere ovunque che il Parma non sta pagando i contributi, con conseguenti problemi per l'iscrizione e la possibilità di ottenere la licenza Uefa. Insomma, per farla breve: restiamo fuori dalle Coppe… E lì è stato il vaso di Pandora che ha scoperchiato le problematiche grosse che c'erano dietro. Eravamo tutti convinti che il nostro presidente fosse davvero in buona fede e che si fosse trattato di un errore tecnico, una classica svista. A tal punto che inizialmente la vedevamo come una ingiustizia: in realtà, poi sono iniziati i problemi, quelli veri".