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Acerbi non convince il procuratore federale: Chiné gli fa una domanda che lo mette in difficoltà

Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha chiuso ieri le indagini sul presunto insulto razzista rivolto da Francesco Acerbi a Juan Jesus durante Inter-Napoli: dopo aver sentito entrambi i calciatori, ha inviato tutto il materiale al Giudice Sportivo che farà conoscere la sua decisione all’inizio della prossima settimana. Nella sua audizione, Acerbi ha avuto un momento di incertezza davanti a una precisa domanda del procuratore.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ieri la Procura della Federcalcio ha chiuso il supplemento d'indagine che era stato chiesto dal Giudice Sportivo per poter decidere col quadro più completo possibile sull'eventuale sanzione da infliggere a Francesco Acerbi per il presunto insulto razzista rivolto a Juan Jesus durante Inter-Napoli di domenica scorsa. La macchina si è messa in moto martedì, raccogliendo tutti video a disposizione (con i vari labiali dei due protagonisti), nonché l'audio tra l'arbitro La Penna e la sala VAR (si dovrebbero sentire le voci dei due calciatori quando hanno parlato col direttore di gara), fino ad arrivare ai verbali delle audizioni di Acerbi e Juan Jesus, andate in scena ieri. Durante quella con l'interista peraltro, c'è stato un momento in cui il 36enne difensore si è trovato un po' in difficoltà nel rispondere ad una domanda fattagli dal procuratore Giuseppe Chiné.

Il confronto è durato quasi un'ora, con le parti collegate in videoconferenza: Chiné da Roma e Acerbi dalla Pinetina, affiancato dall'Ad dell'Inter Beppe Marotta e dall'avvocato della società nerazzurra, Angelo Capellini. Il calciatore ha ribadito la sua versione dei fatti: non avrebbe dato del "negro" a Juan Jesus, ma gli avrebbe detto "ti faccio nero", parole fraintese dal difensore brasiliano del Napoli. Il momento di incertezza è arrivato – svela La Stampa – quando il procuratore federale gli ha chiesto perché allora si è scusato con l'avversario, scena inquadrata chiaramente dalle telecamere, con tanto di labiale abbastanza chiaro ("non sono razzista") e gesto a indicare il suo compagno Thuram, come a dimostrare la sua mentalità in tal senso. La giustificazione di Acerbi è stata che voleva chiudere la questione per evitare fraintendimenti.

Il confronto tra Juan Jesus, Acerbi e l'arbitro La Penna durante Inter-Napoli
Il confronto tra Juan Jesus, Acerbi e l'arbitro La Penna durante Inter-Napoli

Quanto invece all'audizione di Juan Jesus, anche il calciatore azzurro è rimasto fermo sulla sua versione della vicenda, aggiungendo le parole che gli avrebbe detto Acerbi al momento di scusarsi: "Acerbi mi ha detto ‘vai via nero, sei solo un negro'. In seguito alla mia protesta con l'arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: ‘Per me negro è un insulto come un altro'", sono le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport. Ha poi aggiunto che è impensabile che abbia capito una cosa per un'altra, vista la chiarezza dell'insulto e la sua immediata protesta con l'arbitro.

Ad indagine chiusa, tutto il materiale raccolto in questi tre giorni dalla Procura FIGC è stato inviato al Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea, che dopo averlo valutato – assieme al referto di La Penna già in suo possesso – farà conoscere la sua decisione all'inizio della prossima settimana. Se riconosciuto colpevole di aver pronunciato l'insulto razzista di cui lo accusa Juan Jesus, Acerbi rischia un minimo di 10 giornate o peggio ancora una squalifica a tempo per "comportamento discriminatorio", sulla base dell'articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva (ci sono due precedenti in tal senso). Qualora invece si dia credito alla sua versione, il giocatore dell'Inter potrebbe ricadere nel dettato dell'articolo 39 ("condotta gravemente antisportiva"), che prevede due giornate, che potrebbero salire a 3-4 per l'aggravante dell'aver ammesso di avere comunque pronunciato la parola "nero" anche senza intento razzista.

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