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Acerbi durissimo con Spalletti: “Se il rispetto manca da chi dovrebbe guidare un gruppo…”

Francesco Acerbi spiega il perché del no alla convocazione di Spalletti in Nazionale. Parole molto pesanti, e rottura con il CR.
A cura di Marco Beltrami
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Francesco Acerbi all'indomani della sconfitta in finale della sua Inter contro il PSG in Champions ha voluto spiegare i motivi che lo hanno portato a non accettare la convocazione in Nazionale di Luciano Spalletti. Proprio il ct della Nazionale aveva annunciato la decisione del difensore, non legata a motivi fisici, in vista delle qualificazioni mondiali contro Norvegia e Moldova. Acerbi non ha usato troppi giri di parole, chiedendo rispetto.

Acerbi spiega il no alla mancata convocazione di Spalletti

Nel suo post sui social, Acerbi ha parlato delle difficoltà di dire di no all'azzurro: "Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me. Tuttavia, ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti non esistono ad oggi le condizioni proseguire serenamente questo percorso". 

Le parole dure di Acerbi su Spalletti

Chiede e pretende rispetto Acerbi, molto duro nei confronti di Spalletti: "Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte. Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct".

Tornano attuali dunque le questioni relative alle precedenti mancate convocazioni da parte di Spalletti, che stuzzicato sulle possibilità di richiamare Acerbi aveva chiosato con una battuta: "Ma tu lo sai quanti anni ha?". Adesso però il punto sembra essere quello di non ritorno, come spiegato: "Questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al ct, non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro. Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo". Chissà se ora Spalletti controreplicherà.

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