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Phoenix vince 84-80 gara 4 contro i Clippers: Paul e Booker sono a una vittoria dalle NBA Finals

In una gara dominata dalle difese e con pessime percentuali dal campo e dall’arco di entrambe le squadre, a spuntarla sono Chris Paul e compagni, oggi a una vittoria dal regalarsi le Finals NBA. Brilla ancora una volta DeAndre Ayton, dominante sotto i tabelloni, i Clippers non trovano ulteriori bocche da fuoco oltre a Paul George e Reggie Jackson.
A cura di Luca Mazzella
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Una vittoria che vale un piede e mezzo in un sogno chiamato NBA Finals. I Phoenix Suns dimostrano di saper soffrire e di avere la giusta dose di esperienza, nonostante la giovane età di tanti dei loro protagonisti, anche per partite ad alta tensione e con una posta in palio così alta, reagendo alla grande alla sconfitta di gara 3 che aveva fatto temere l'ennesima rimonta dallo 0-2 dei Los Angeles Clippers, ormai "esperti" di ribaltamenti quando si trovano spalle al muro, e imponendosi nella notte per 84-40 in gara 4.

L'impresa chiesta ai ragazzi di Tyronn Lue stavolta è ancora più ardua, perché sotto 3-1 il numero di squadre capaci di vincere la serie nella storia NBA è di appena 13 in totale, di cui solo 4 volte in finale di Conference. Occhio a non dirlo a Chris Paul però, che di un vantaggio simile gettato alle ortiche ne sa qualcosa: era il 2015, lui indossava la canotta dei Los Angeles Clippers, e dopo gara 4 si trovava appunti sul 3-1 contro gli Houston Rockets, salvo perdere la serie (era la semifinale di Western Conference). Non a caso, a fine partita il leader di Phoenix non si è fatto coinvolgere dall'entusiasmo, consapevole di una missione da completare e con quel sanguinoso precedente che ancora riecheggia nella sua mente.

La partita

Tra un 2-2 e un 3-1 passa tutta la differenza del mondo, e una gara con contenuti emotivi così importanti non poteva che risultare tesa, combattuta e dominata dalla paura. Ne hanno risentito più di tutto gli attacchi delle due squadre, con Phoenix che ha chiuso tirando 31/86 dal campo (e 4/20 da tre) e i Clippers a rispondere con un ancor peggiore 27/83 (e 5/31 oltre l'arco): 36% contro 32.5%, con difese e lotta sotto i tabelloni a farla da protagoniste. E se la battaglia viene trascinata nei pressi del ferro, i Suns possono permettersi un DeAndre Ayton che continua a dimostrarsi giocatore di enorme sostanza su entrambi i lati del campo e vero MVP della franchigia dell'Arizona in questa post-season, con una prestazione da 19 punti, 22 rimbalzi e 4 stoppate che vale la definitiva consacrazione ad alti livelli (dopo il canestro sulla sirena in gara 2) e dimostra quanto la presenza di CP3 abbia fatto compiere alle due giovanissime star di Phoenix – con Devin Booker autore di 25 punti stanotte – un ulteriore e determinante passo in avanti in termini di maturità.

A partire meglio stanotte sono stati proprio gli ospiti, dopo un primo quarto da 29-20 e un vantaggio che si è spinto fino al 50-36 del primo tempo, ma come spesso accaduto in questi Playoffs in uscita dagli spogliatoi i Clippers hanno reagito da grande squadra, e con un parziale di 30-19 si sono riportati a contatto capitolando solo in un ultimo quarto a bassissimo punteggio (15-14) e in cui stanchezza e tensione hanno inciso oltre ogni aspettativa. La performance al tiro degli ultimi 12 minuti in questo senso la dice lunghissima: 4/19 per Phoenix, 3/19 per L.A., capace di sbagliare tutte le 12 conclusioni per pareggiare la partita o andare in vantaggio dal 71-70 in poi. Paul George chiude a 23-16-6 tirando però 5/20 dal campo, ma da quando Kawhi Leonard è out l'ex Pacers viaggia a 29 punti, 11 rimbalzi e 6 assist di media. Il solito Reggie Jackson, ormai perfetto nel nuovo ruolo di "secondo violino" di PG, ne aggiunge 20, ma gli errori al tiro negli ultimi minuti sono pesanti e né lui né PG riescono a cambiare l'inerzia del match. La partita è stata quindi decisa, come spesso accade in situazioni simili, dalla lunetta, e il 6/7 di CP3 (18 punti, 4 rimbalzi e 7 assist) con i liberi della staffa si è poi rivelato decisivo. Il punteggio finale è 84-80 per Phoenix, che vede lo striscione del traguardo distante ormai pochi metri: altri 48 minuti, stavolta davanti al proprio pubblico, e il sogno NBA Finals sarà finalmente realtà. Il coronamento più bello per la carriera di Paul e per una stagione in cui la franchigia si è mossa con coraggio e lungimiranza, allungando il roster con intelligenza e aggiungendoci la ciliegina finale con la leaderhsip e l'esperienza della "Point God".

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