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NBA Finals: Phoenix inizia nel segno di Chris Paul e vince gara 1 contro Milwaukee, 118-105

Il playmaker non trema al suo esordio alle Finals e trascina i suoi con 27 dei suoi 32 punti tra secondo e terzo quarto guidando l’allungo dei Suns nel primo tempo e mettendo la sua fondamentale impronta nel chiudere i conti in apertura di ripresa. Booker e Ayton supportano a dovere la point-guard, mentre nei Bucks Middleton è troppo solo e Giannis cala alla distanza dopo un miracoloso recupero.
A cura di Luca Mazzella
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Come nelle migliori favole. La prima partita in carriera alle Finals di Chris Paul, una vita a regalare prodezze e elevare il livello di squadre e compagni senza mai raccogliere quanto meritato, non poteva avere epilogo migliore per la point-guard.

Nonostante infatti i Bucks si siano presentati al gran completo e con in campo tra i titolari il 2 volte MVP Giannis Antetokounmpo ristabilito dall’infortunio al ginocchio (un recupero che ha del miracoloso), Phoenix è partita meglio controllando la partita praticamente dall’inizio alla fine, col massimo vantaggio arrivato addirittura a 20 punti nel corso del terzo quarto. Quello, appunto, in cui CP3 ha deciso che era ora di chiudere i conti e azzannare una preda già moribonda. Paul ha segnato 16 dei suoi 32 punti finali nel solo terzo parziale, dando ancor più consistenza al vantaggio che era diventato cospicuo grazie sempre a un suo secondo quarto stellare. Un esordio migliore era difficile da immaginare per un quasi 36enne che si sta godendo una post-season vicina alla perfezione con il grande sogno di mettere il primo anello al dito e coronare una carriera leggendaria.

Khris Middleton getta la spugna praticamente per ultimo, ma il suo impegno nel tentare di riportare a galla i suoi permette di rosicchiare qualche punto ma senza mai fare realmente paura a Phoenix, che a dispetto dell’età delle due giovani star Devin Booker e DeAndre Ayton – ai primi Playoffs in carriera – ottiene una doppia-doppia da 22 punti e 19 rimbalzi dal lungo (che diventa il primo esordiente dai tempi di Tim Duncan a chiudere con almeno 15 punti e 15 rimbalzi una gara di Finals) e 27 punti (con brutte percentuali ma con 10/10 dalla lunetta) dalla guardia per cui impazziva Kobe Bryant, che per lui pronosticó una carriera leggendaria. Ayton è inoltre fondamentale nella sua metà campo difensiva, una costante per i Suns da inizio Playoffs, e contribuisce in maniera decisiva a contenere un Giannis provato anche da 5 in un quintetto molto basso per provare appunto ad “accorciare” Phoenix.

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A Booker va dato invece il merito di aver segnato l’unica tripla della sua serata nel miglior momento possibile, ovvero nel quarto periodo in cui i Bucks provano faticosamente a rimettersi in scia dei padroni di casa. Fondamentale in questo sono anche i minuti di Cameron Payne, che non fa rimpiangere i minuti di riposo di Paul e gioca un grande secondo tempo, così come decisivi nell’allungo iniziale e nel mantenere poi il vantaggio sono le doppie cifre di Mikal Bridges e Cameron Johnson, rispettivamente 14 e 10 punti. A Jae Crowder va invece un triste record: del 24/25 con cui i suoi chiudono la partita dalla lunetta, l’unico errore (l’ultimo dopo 24 canestri consecutivi) porta proprio la sua firma. Poco male se si pensa che l’ex Heat ha comunque compensato in difesa alla sua serata complicata in attacco, finendo col miglior plus/minus della squadra (+19).

Tornando ai Bucks, la buona notizia del rientro di Giannis non basta. Il greco le prova tutte ma calla alla distanza sembrando risentire del dolore al ginocchio col passare dei minuti. E se i suoi 20 punti (con 17 rimbalzi e 4 assist) sono supportati dal solo Middleton (29-7-4) e senza il necessario apporto di Jrue Holiday, che si concede una brutta serata al tiro dopo una serie chiusa in crescendo con gli Hawks, la squadra del Wisconsin ha davvero poche armi per ribattere alla profondità del roster di Phoenix. Una profondità che rischia di essere compromessa dall’infortunio al ginocchio patito da Dario Saric, che praticamente dopo essere entrato si vede costretto a abbandonare la disputa per un problema al ginocchio.

Nella notte tra giovedì e venerdì si replica, in una gara 2 da “win or die” per Milwaukee, e che potrebbe invece avvicinare ulteriormente al sogno Christopher Emmanuel Paul.

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