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Lo sfogo di Shaquille O’Neal: “Queste persone stanno impazzendo, sono fuori di testa”

La leggenda dell’NBA non vuole più essere considerato una star: “Le persone che si definiscono celebrità sono pazze”. Alla base dello sfogo c’è il rifiuto di una cultura stereotipata, che rende ogni personaggio famoso un influencer uguale a sè stesso. Alla soglia dei 50 anni, O’Neal ha dichiarato di voler essere conosciuto più per i suoi gesti di solidarietà e per le sue qualità umane piuttosto che per la sua fama. Recentemente il campione americano aveva lanciato una campagna con la Kellogg’s per aiutare i ragazzi delle scuole medie di Philadelphia e si era lamentato del dibattito sulla cancel culture.
A cura di Andrea Lucia
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Nell'epoca degli influencer e della visibilità da guadagnare a tutti i costi, c'è qualcuno che prova a distinguersi. E non è uno sportivo qualunque. Stiamo parlando dell'ex campione NBA Shaquille O'Neal. In un'intervista al New York Post, l'americano ha detto di non voler essere più chiamato "celebrità" perchè le persone che si definiscono tali sono "pazze". Alla soglia dei 50 anni, O'Neal vuole essere conosciuto più per i suoi atti di gentilezza e per le sue qualità umane piuttosto che per la sua fama.

"Queste celebrità stanno impazzendo e io non voglio essere come loro. Rigetto la mia celebrità, non chiamatemi più star", ha ribadito. Non si sa a quale episodio in particolare sia dovuto questo sfogo di Shaquille O'Neal, ma di sicuro la leggenda del basket sembra essere sincero. "Queste persone sono fuori di testa per come trattano le persone, cosa fanno, cosa dicono. Non sono mai stato una di loro nè vorrei essere considerato in questo modo, in maniera sterotipata".

Soprannominato Shaq, O'Neal ha giocato per diciannove anni in NBA vincendo tre titoli consecutivi con i Los Angeles Lakers (risultando in tutte e tre le occasioni MVP delle finali) e uno con i Miami Heat (il primo nella storia della franchigia). Entrambe le squadre hanno poi ritirato i numeri di maglia che indossava in quel periodo. Con la nazionale a stelle e strisce ha vinto il mondiale nel 1994 in Canada e il titolo olimpico ad Atlanta nel 1996. Nonostante questo palmares, si dice essere "una persona normale che ha ascoltato gli altri, ha seguito i suoi sogni e ce l'ha fatta".

Shaquille O'Neal è stato celebrato in passato per i suoi gesti di solidarietà, come quando ha pagato l'anello di fidanzamento di uno sconosciuto o quando ha contribuito a finanziare il suo ristorante preferito di Atlanta durante la pandemia. Per non parlare della recente iniziativa con la Kellogg's per aiutare i ragazzi delle scuole medie di Philadelphia: "Sono venuto dal nulla e mi sono riscattato ma questo non significa che sono più grande di te o più intelligente di te. Così allo stesso modo se ho più soldi non significa che sono migliore di te. Non sono mai stato così e mai lo sarò. Quindi non voglio rientrare in quella categoria di persone che si credono divi senza motivo".

Shaquille O'Neal non ha cavalcato l'attuale tendenza dei personaggi più famosi verso il politically correct e si è persino lamentato del dibattito attorno alla cancel culture e di come ormai anche un'affermazione sbagliata, seppur detta in modo scherzoso, può portare alla gogna mediatica: "Tutti sbagliano. Quando commetto un errore, voglio che tu impari dal mio errore. Probabilmente non commetterò un errore intenzionale, perchè in quel caso c'è malafede. Ma in caso di un errore fatto in buona fede, questo non deve pregiudicare il mio essere rispettoso. I tempi purtroppo sono diversi: non puoi dire le cose come le dicevi prima".

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