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Kareem Abdul-Jabbar incorona LeBron: “Sarò il primo ad applaudirlo quando mi supererà”

Una delle leggende della pallacanestro, il cui primato per punti complessivi segnati in stagione regolare resiste ormai da oltre 30 anni, ha avuto modo di dire la sua sulla possibilità di essere raggiunto e scavalcato da LeBron James entro le prossime due stagioni. Come spesso accade, la dichiarazione è stata impeccabile e rispettosa della Grandezza di un altro straordinario interprete di questo gioco.
A cura di Luca Mazzella
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38.387, trentottomila e trecento ottantasette. Un numero impressionante, uno dei tanti della carriera della leggenda vivente Kareem Abdul-Jabbar, al secolo Lew Alcindor. Uno dei record che per decenni è sembrato irraggiungibile, come i 100 punti di Jabbar, gli assist di John Stockton, le triple con le quali finirà la carriera Steph Curry, e che resiste dal 1989. Eppure, a ridosso di quella che sarà la 19esima stagione in NBA, un record che LeBron James ha messo nel mirino. Il 4 volte campione NBA, attualmente ai Los Angeles Lakers, insegue Kareem a quota 35.367 punti e prima di agganciare il gradino più alto del podio ha ancora un Karl Malone (36.928) da superare. Entrambi gli obiettivi, infortuni permettendo, appaiono verosimili dovendo James segnare circa 21 punti di media nelle prossime 140 partite, ipotizzandone quindi 70 a stagione visti eventuali riposi programmati per smaltire i carichi di lavoro e evitare gli infortuni che soprattutto nelle ultime stagioni sembrano aver scalfito una resistenza quasi robotica che ha sempre accompagnato la carriera del "Re". C'è da aggiungere che nella lunga militanza in NBA LeBron non è mai sceso sotto i 20.9 punti di media, nella stagione di esordio, e pur alle soglie del 37esimo compleanno la sua centralità nel gioco dei Lakers lo rende potenzialmente ancora in grado di segnare 25 punti a partita, come fatto lo scorso anno.

Le parole di Abdul-Jabbar

Interpellato sulla possibilità che un primato lungo oltre 30 anni possa davvero vacillare, Kareem ha commentato così in una recente intervista per l'insider americano Marc Stein:

«Sono davvero felice che stia accadendo. Per quanto mi riguarda, i record non sono dei traguardi raggiunti dal singolo, ma obiettivi centrati dalle persone. Perciò, se qualcuno riesce a fare qualcosa che non è mai stata fatta in passato, significata che tutti possiamo riuscirci. E tutto questo genera speranza e ispirazione. Roger Bannister ha infranto il record di percorrenza del miglio in meno di 4 minuti nel lontano 1954, e da allora non solo 1400 corridori lo hanno superato, ma il nuovo record è addirittura di 17 secondi più basso. Quando un record viene battuto, siamo un po' tutti vincitori. Perciò, se LeBron dovesse infrangere il mio, io sarò lì ad applaudirlo».

Una dichiarazione di classe, come spesso e volentieri accade quando si parla di Jabbar. L'ennesimo endorsement ricevuto da LeBron James, che dopo 4 titoli, 17 apparizioni da All-Star, 4 premi di MVP della regular season e 4 delle Finals e 16 nomine nel Primo Quintetto NBA, si gode quelle che potrebbero essere anche le ultime 2 stagioni della carriera (ha recentemente rinnovato con Los Angeles fino al 2022-23, con opzione a favore tra 12 mesi per 47 milioni di dollari) all'inseguimento di totem come Kareem, distante 3000 punti, e Michael Jordan, i cui 6 anelli aleggiano praticamente su ogni campione NBA. Uno straordinario esempio di longevità e competitività che nemmeno il tempo è riuscito a scalfire, e che lo vede già inserito nell'Olimpo dei più grandi di sempre. Per aggiungere un ulteriore mattoncino al suo già pressoché irraggiungibile status non resta che la ciliegina sulla torta.

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