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Gallinari, Mannion, Melli: la Grande Italia nella NBA

Gli italiani al via della stagione NBA. Le certezze di Niccolò Melli, al secondo anno con i New Orleans Pelicans. Le prospettive di Danilo Gallinari che ha accettato l’offerta degli Atlanta Hawks, squadra con tanto talento ma in cerca d’autore. La gioia del debuttante Nico Mannion che giocherà come il padre nei Golden State Warriors.
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Cambiano gli interpreti, non il totale. Restano tre gli italiani al via della stagione NBA. Marco Belinelli è tornato a Bologna, Nico Mannion ha invece seguito la stessa strada di papà Pace e giocherà a San Francisco. Oltre al giovane Mannion, che ha incassato i complimenti del suo idolo Steph Curry, rimangono Niccolò Melli al secondo anno con i New Orleans Pelicans, e Danilo Gallinari passato agli Atlanta Hawks.

Niccolò detto Nico Mannion ha segnato in pre-season contro i Sacramento Kings i suoi primi punti da giocatore NBA. Gioca da guardia e bene anche da play. Non è alto come suo padre, che fu 43ma scelta al Draft del 1983 per i Golden State Warriors. Ma la franchigia è sicura che la regola varrà: "Tale padre, tale figlio" il messaggio sui profili social per accogliere Nico.

Mannion in NBA: "Tale padre, tale figlio"

Mannion junior è nato in Italia, a Siena, dove suo padre giocava dopo sei anni negli USA (Golden State Warriors, Utah Jazz, New Jersey Nets, Milwaukee Bucks, Detroit Pistons e Atlanta Hawks). In Italia, a Caserta, ha conosciuto la donna della sua vita, la madre di Nico: Gaia Bianchi, ex pallavolista di Guidonia. I tifosi lo ricordano ancora con affetto a Cantù per i 35 punti nella finale di ritorno di Coppa Korac contro il Real Madrid, ultimo trionfo internazionale della squadra.

Nico, scelto al numero 48 del Draft, arriva in NBA dopo un solo anno in NCAA ad Arizona, con 14 punti e 5 assist di media. Inserito nel secondo quintetto della PAC-12, la conference che raduna 12 atenei dell'Ovest degli Stati Uniti, potrà giocare sia con gli Warriors che con la squadra satellite in G-League (i Santa Cruz Warriors).

Coach Steve Kerr, che da giocatore ha vissuto ai Chicago Bulls le ultime stagioni di Michael Jordan, gli ha detto di essere semplicemente se stesso. Steph Curry, l'indiscussa stella della squadra che già lo aveva visto da vicino nel 2018 quando Golden State ospitò Mannion nel suo campo estivo, già esalta. "E' più saggio di quanti ci si aspetterebbe da un diciannovenne uscito dalla prima stagione al college. Ha fiducia in se stesso, sa quanto vale – ha detto -. Sky is the limit".

Melli sogna i playoff a New Orleans

Niccolò Melli, alla seconda stagione in NBA con i New Orleans Pelicans
Niccolò Melli, alla seconda stagione in NBA con i New Orleans Pelicans

Nutre dichiarate ambizioni di playoff Niccolò Melli, al secondo anno ai New Orleans Pelicans, protagonisti contro Miami del match che alle 18 ora italiana caratterizza il programma del giorno di Natale. Rispetto alla stagione da montagne russe appena passata, è cambiata la guida tecnica. La squadra è affidata a Stan Van Gundy. In campo brillano Brandon Ingram, "most improved player" dell'ultima stagione confermato con un quinquennale da 158 milioni di dollari, e Zion Williamson capace di generare un hype molto superiore all'esito delle sole 24 partite NBA in carriera. Ma il potenziale c'è eccome, spiega Andrea Poggi su The Shot.

"Sono incredibili" ha ammesso lo stesso Melli, che a New Orleans si è trovato benissimo. E' contento, ha spiegato alla Gazzetta dello Sport, di avere come compagno e non come avversario Steven Adams (“Sono contento di averlo come compagno e non come avversario”). Intorno a Zion e Ingram, Melli può allargare la sua presenza e garantire un impatto maggiore dei 6.6 punti e 3 rimbalzi di media a gara della prima stagione.

Il trentenne di Reggio Emilia, forte di 18 gare in doppia cifra nell'ultima stagione comprese le due da 20 punti (suo primato in NBA), è un'ala grande che sa leggere bene il gioco e mette a frutto l'intelligenza nella comprensione delle situazioni per aprirsi il campo. Anche se non ha lo stesso atletismo o la propensione alla verticalità di altri interpreti dello stesso ruolo.

La scelta di Gallinari e le ambizioni di Atlanta

Danilo Gallinari, passato dagli Oklahoma Thunder agli Atlanta Hawks
Danilo Gallinari, passato dagli Oklahoma Thunder agli Atlanta Hawks

Tanti, infine, non hanno apprezzato la scelta di Danilo Gallinari di accettare il triennale da 61,5 milioni di dollari con gli Atlanta Hawks. Avrebbero voluto vederlo, a 32 anni, in una franchigia in lotta per il titolo anche con un contratto meno lucrativo. Ma in realtà l'unica vera proposta era arrivata dai Detroit Pistons, e allora la decisione di accettare un progetto giovane ma ambizioso come quello degli Hawks si rivaluta.

Nell'ultima stagione, ha disputato 62 gare di stagione regolare e nove di playoff agli Oklahoma Thunder. Ha chiuso un 2020 convincente, oltre 18 punti di media con il 44% dal campo e il 40,5% nel tiro da tre. E soprattutto per il secondo anno di fila non ha avuto veri infortuni. In partenza, nel roster di Atlanta partirà dalla panchina, insieme all'altro veterano Rajon Rondo. Potremmo vederli spesso nei finali equilibrati di partita per portare l'esperienza che fa la differenza. Anche perché il "Gallo", bravo ad aprire il campo tirando da tre, può attirare la difesa e liberare sotto canestro due centri più classici come Clint Capela e Onyeka Okongwu. Potrebbe diventare un playmaker aggiunto in una squadra che desta curiosità per il potenziale teorico in grado di esprimere ma ancora a secco di concretezza.

Gli altri italiani in NBA

Al via della stagione, infine, anche altri tre italiani che non figurano tra i giocatori. Sergio Scariolo, ct della Spagna, per il terzo anno consecutivo sarà l'assistant coach ai Toronto Raptors, il vice di Nick Nurse votato allenatore dell'anno nella scorsa stagione.

Confermato ai Phoenix Suns Riccardo Fois come “Director, player development”, l'allenatore che si focalizza sullo sviluppo individuale dei giocatori: un ruolo non secondario in una squadra con parecchi giovani.

Infine, il quarantenne romano Matteo Zuretti mantiene il suo ruolo di “Chief International Relations and Marketing” nel sindacato giocatori. E' sempre più il punto di riferimento per tutti gli stranieri nella lega. Italiani compresi, naturalmente.

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