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Perché l’Italia rischia di andare alle Olimpiadi di Tokyo senza inno e bandiera

Il presidente del Coni Giovanni Malagò lancia l’allarme in vista dei Giochi Olimpici in programma la prossima estate a Tokyo. Il Coni allo stato attuale delle cose, cioè dopo la riforma dello sport, viola la Carta Olimpica e in particolare l’articolo numero 27 per la perdita di autonomia e competenze.
A cura di Marco Beltrami
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Il presidente del Coni, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò ha suonato il campanello d'allarme. C'è il rischio, molto concreto, che l'Italia possa partecipare ai Giochi Olimpici in programma la prossima estate a Tokyo, senza inno e bandiera. Il motivo? La possibile sanzione che potrebbe arrivare dal Comitato Olimpico Internazionale, nel caso in cui il Governo italiano non dovesse garantire l'autonomia del Coni. Le parole di Malagò sono state in tal senso preoccupanti.

Perché l'Italia rischia di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo senza inno e bandiera

Il Coni allo stato attuale delle cose, cioè dopo la riforma dello sport, viola la Carta Olimpica e in particolare l'articolo numero 27. Il motivo? La perdita da parte del Comitato Olimpico Nazionale Italiano di autonomia e competenze. A tal proposito sarà fondamentale l'incontro dell'Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale in programma il prossimo 27 gennaio in cui potrebbero arrivare sanzioni per il nostro Paese. D'altronde il CIO ha già punito la Bielorussia, e la Russia, con quest'ultimo Paese che non potrà gareggiare negli eventi internazionali sfruttando inno e bandiera propri.

Situazione imbarazzante, la preoccupazione di Malagò

Intervenuto ai microfoni di Rai Radio Uno nel corso della trasmissione Sabato Sport, Malagò ha esternato ancora una volta tutta la sua preoccupazione: "Quanto è grande il rischio di andare ai Giochi di Tokyo senza inno e senza bandiera? È molto elevato perché, dopo aver speso impegni e promesse senza essere riusciti a ottenere la soluzione, siamo arrivati all'ultimo miglio. L'Italia in questi frangenti, però, dà il meglio di sé e tira fuori il coniglio dal cilindro: è abbastanza imbarazzante essere arrivati a questo punto, tutto sanno il rischio che corriamo, ci auguriamo che chi ha l'onere e la responsabilità di trovare la soluzione quantomeno mantenga la parola".

Il rischio di sanzioni è concreto per Malagò che si augura che l'Italia non faccia la fine della Russia, soprattutto per i rapporti internazionale anche con il Paese organizzatore: "Sarebbe un danno di immagine spaventoso. Pensate alla Russia, paese top e non solo per lo sport, che non potrà partecipare con la propria bandiera nè alle Olimpiadi di Tokyo né ai Giochi di Pechino. Non so se vi rendete conto della pesantezza della decisione, anche per i rapporti con Giappone e Cina".

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